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lunedì 29 ottobre 2012

Mai dire mai - Waiting for Skyfall



Kevin McClory, uno sceneggiatore irlandese che ha lavorato molto ad Hollywood, scrisse insieme a Ian Fleming un soggetto per un film di 007 intitolato Longitude 78 West. Il progetto poi non si concretizzò e Fleming ne trasse il proprio romanzo Thunderball, da cui la EON trasse l'omonimo film. McClory, che aveva fatto causa per plagio a Fleming, si era impegnato a non realizzare film basati sul medesimo soggetto per dieci anni dall'uscita di Thunderball. Già durante gli anni 70, McClory aveva iniziato a lavorare al progetto per il quale aveva pensato a Richard Burton come protagonista, Orson Welles nel ruolo di Ernst Blofeld e Trewor Howard in quello di M.

Prunella Gee- Patricia Fearing

Alla fine, Sean Connery, che aveva aiutato McClory a nel lavoro sullo script, si ritrovò ancora una volta a intepretare 007, e fu proprio lui a suggerire Klaus Maria Brandauer, all'epoca ancora poco noto a livello internazionale, nel ruolo di Maximilian Largo e Max Von Sydow in quello di Blofeld.
Alla regia venne ingaggiato Irvin Kershner, sperimentato professionista da poco reduce del successo di Guerre Stellari - L'impero colpisce ancora.

Il titolo del film (Never say never agian) fa ironicamente riferimento alle (incaute) affermazioni di Connery, che dopo Una cascata di diamanti aveva assicurato alla stampa che non sarebbe mai più stato Bond: Never Again! A seconda delle versioni la leggenda attribuisce l'idea ala moglie di Connery, Micheline oppure a Kershner.

Valerie Leon - "Lady in Bahamas"

Inutile dire che la EON di Broccoli non vide affatto di buon occhio l'operazione, e come vi ho già raccontato a suo tempo si vide "costretta" a utilizzare ancora una volta il "cavallo sicuro", cioè Roger Moore che  invece di abbandonare il franchise dopo Solo per i tuoi occhi come era originariamente previsto, fu costretto a girare Octopussy per una sfida tra Bond ultracinquantenni francamente al limite del grottesco.
Le location di Mai dire mai sono all'altezza della fama 007: Bahamas, Costa Azzurra, Spagna (Almeria). Il Disco volante, lo yacht di Largo, era in realtà il Nabila del miliardario arabo Adnan Kashoggi.
Q, qui impersonato da Alec McCowen, mette a disposizione di Bond una stilografica decorata con lo Union Jack e armata con un dardo a razzo e una motocicletta (in realtà una Yamaha XJ 650 turbo) equipaggiata con paracolpi, lanciarazzi e propulsione a reazione per saltare quando necessario.
Purtroppo nessuna automobile viene utilizzata da 007, mentre la cattiva Fatima guida una vistosa R5 Turbo


Barbara Carrera - Fatima Blush

Moltissime le Bond girls, Prunella Gee, attrice inglese prevalentemente di TV, interpreta Patricia Fearing, una fisioterapista che "cura" 007 quando si trova nella beauty farm. Valerie Leon (inglese, a dispetto del nome), dopo avere fatto la comparsa in La spia che mi amava, conquista un ruolo di vera Bond girl ed è la turista senza nome che "pesca" 007 al largo delle Bahamas. La bellissima attrice originaria del Nicaragua Barbara Carrera interpreta la henchmen di Largo Fatima Blush, assassina psichicamente disturbata.
Infine Kim Basinger, all'epoca ancora semisconosciuta e "scovata" da Micheline Connery, ha la parte di Domino Petachi (Petrescu nell'edizione italiana), amante di Largo che passa dalla parte dei buoni quando scopre che questi le ha assassinato il fratello.

Kim Basinger  - Domino Petachi

Per dovere di cronaca aggiungo che Pamela Salem, attrice e produttrice britannica, interpreta Moneypenny e che si registra l'esordio di Rowan Atkinson, futuro protagonista delle parodie di 007 della serie Johnny English, nel ruolo dell'impacciato funzionario consolare Nigel Small-Fawcett.
Un aspetto rimarchevole dell'operazione sono i costumi: un compendio del più fantasioso stile eighties con larghissime spalline e tacchi vertiginosi. I nude look finto stracciato di Barbara Carrera sono letteralmente impensabili oggi. Le tutine di Kim Basinger ed il costume da bagno con la testa di tigre che sfoggia nel finale strappano applausi a scena aperta!

Rowan Atkinson - Nigel Small-Fawcett

Per quanto riguarda l'esito della battaglia dei Bond vi rimando al post su Octopussy. Il film, nonostante le frequenti autoironie su uno 007 "vecchio", fu comunque un successo.

Sono ormai giunto al termine di questa lunga (per l'esattezza 25 puntate!) serie di post dedicati a 007. Mercoledì prossimo l'attesa avrà termine e finalmente uscirà Skyfall, di cui ovviamente vi renderò conto non appena l'avrò visto.

Prima di iniziare questa rubrica non ero particolarmente appassionato di 007, ma devo ammettere che scoprirne la storia e l'evoluzione nel tempo mi ha davvero divertito e adesso...so già che mi mancherà! 
Niente lacrime però, la EON ha già deliberato la lavorazione di James Bond 24: il prossimo capitolo è già partito e noi come sempre lo aspetteremo con trepidazione. Au revoir, comandante Bond!


1983 - Never say never again (Mai dire mai)
Regia: Irvin Kershner
Scenografia: Stephen Grimes, 
Costumi: Charles Knode




giovedì 9 agosto 2012

Una cascata di diamanti - Waiting for Skyfall /7



In seguito alle critiche pesantemente negative (a dispetto del buon successo commerciale) sull'interpretazione di Lazenby in Al servizio segreto di Sua Maestà, la EON di Saltzman e Broccoli operò per il successivo capitolo Una cascata di diamanti una decisa marcia indietro. Venne vagliata l'ipotesi (affascinante ed esotica, a mio giudizio) di ingaggiare John Gavin (un ottimo palmarés: A time to love and a time to die, Imitation of life, Psyco, Spartacus), ma alla fine si preferì dare un sacco di soldi a Sean Connery perchè tornasse un'ultima volta ad interpretare 007.
Poi ci fu il problema sceneggiatura: il seguito logico di Al servizio segreto di Sua Maestà è Si vive solo due volte, ma l'omicidio della moglie di Bond non poteva neppure restare impunito. Si optò, come sempre, per il fregarsene. Una cascata di diamanti non è un sequel diretto del capitolo precedente, ma comunque la saga di Blofeld trova una conclusione, con tanti saluti al rispetto delle storie originali di Fleming.

Il film ebbe un successo strepitoso, ai miei occhi (solo per i miei occhi?) però è anche una operazione industriale che dimostra la chiarezza di vedute della EON: un erase & rewind ripartendo tenendo presente  un modello già collaudato come Goldfinger; azione, location USA e una certa dose di humour. Non a caso alla regia venne richiamato lo stesso Guy Hamilton di GoldfingerPeter Hunt - invece - cessa ogni collaborazione con la factory di Broccoli dopo Quatro film da montatore o aiuto regista e la direzione di  Al servizio segreto di Sua Maestà.

Jill St. John - Tiffany Case

La propensione all'ironia e al british humour di Hamilton si evidenzia in scene al limite del grottesco come la fuga sui moto-tricicli da spiaggia o quando Bond per non farsi notare da un avversario finge un bacio appassionato voltandosi verso il muro e abbracciandosi da solo, come Ralph Malph nella sigla di Happy Days!
Ripensando ai capitoli precedenti sembra quasi che all'alzarsi del livello di rischio la produzione desse meno enfasi a gadgets eclatanti per la dotazione di Bond: in questo capitolo vediamo "solo" delle impronte digitali fasulle su una pellicola da applicare sui polpastrelli e una calamita usata da Q per sbancare le slot machines di Las Vegas.
La Aston Martin DBS, sostituta della mitica DB5, compare in una fugace ripresa in cui si intuisce che la sezione Q la sta potenziando, mentre a Las Vegas Bond sfugge  a bordo di una Ford Mustang ad un inseguimento della polizia che a tratti ricorda molto quello di The Blues Brothers.

Lana Wood - Petty (Plenty) O' Toole

L'attore che interpreta Blofeld (a proposito l'idea dei sosia utilizzati per confondere le idee agli avversari non vi ricorda la vicenda di Saddam Hussein?), Charles Gray, era già comparso in Si vive solo due volte nel ruolo del contatto americano di Bond in Giappone, Dikko Henderson.
E' un vero peccato che nella versione finale sia stato tagliato un cameo di Sammy Davis Jr. nel ruolo di un giocatore al casinò di Las Vegas.


Le Bond girls non sono particolarmente memorabili, se non per i soliti incredibili nomi. Il ruolo principale è quello di Tiffany Case, interpretata da Jill St. John, attrice prevalentemente televisiva, oltre che protagonista di alcune campagne della Coppertone negli anni 60. Nei primi anni 80 la si poteva ammirare in numerose puntata di Love Boat, Fantasilandia e anche Magnum P.I. Donna molto bella, come Bond girl non si capisce se le manca un po' di personalità o se è una caratteristica del personaggio.
Personalità che invece prorompe di nome e di fatto dal decolleté di Lana Wood nel ruolo di Plenty O' Toole, una acchiappagonzi del casinò di Las Vegas che viene eliminata quasi subito in modo piuttosto brutale. Nella versione italiana il nome venne ritenuto non sufficientemente evocativo ed il personaggio venne così ribattezzato "Petty", tanto per non lasciare spazio all'immaginazione.

Un Connery poco convinto...

Maurice Binder continua con le variazioni su tema nei titoli di testa, con il solito gioco di contrasti fra nero e colore supersaturo, qui con l'aggiunta di riflessi di diamante.  La canzone, Diamonds are forever, è perfettamente all'interno della "regola" Bond: titolo e ritornello che richiamano il titolo del film, a cantare viene chiamata per la seconda volta miss Shirley Bassey (guarda un po' la stessa di Goldfinger). Nell'edizione italiana del film viene inserita una versione - sempre della Bassey - con parole in italiano che merita l'ascolto.

Il film riscosse un grande successo di pubblico, placando le ire dei critici, la missione di restaurazione dello status quo compiuta dalla EON si concluse quindi anche troppo bene.

Girato la boa degli anni 70, i tempi erano ormai cambiati e probabilmente anche 007 doveva comunque cambiare per restare fedele a se stesso. Sean Connery all'uscita del film pronunciò la fatidica frase "never again", aprendo di fatto la lotta per luna complicata successione. Questa storia ed il suo esito le potrete però leggere nel prossimo capitolo, per oggi mi fermo qui!




1971 - Diamonds Are Forever (Una cascata di diamanti)
Regia: Guy Hamilton
Scenografia: Ken Adam
Costumi: Don Feld

giovedì 26 luglio 2012

Si vive solo due volte - Waiting for Skyfall / 5



"You only live twice
Once when you're born
And once when you look death in the face"
(Ian Fleming)

Se con Goldfinger i produttori Saltzman e Broccoli avevano blandito (con successo) il pubblico americano e con Thunderball quello europeo, Si vive solo due volte rappresenta la captatio benevolentiae del peraltro già entusiasta pubblico giapponese. Ambientazione e personaggi sono quasi tutti giapponesi, incluse le bond girls, su cui tornerò fra poco. La sceneggiatura si segnala per essere firmata nientemeno che da Roald Dahl, celeberrimo autore de La fabbrica di cioccolato. Il dettaglio riveste una certa importanza perchè da questo film in poi i libri di Fleming costituiranno più che altro una traccia che gli sceneggiatori hanno licenza di rimaneggiare in modo anche piuttosto pesante.
Un problema collaterale è il rispetto della cronologia fra i vari episodi, in realtà sempre stato trascurato dalla EON (che forse temeva un "effetto telefilm"). Nella saga letteraria, addirittura, Si vive solo due volte segue e completa Al servizio segreto di sua maestà la regina, che nella filmografia invece segue questo. Insomma, un gran pasticcio!
L'arma dell'(auto)ironia inizia a venire parecchio appuntita, basti citare il make-up "giapponese" a cui viene sottoposto Connery, assolutamente ridicolo.


Mie Hama - Kissy Suzuki

Nonostante l'innesto di un nuovo regista, Lewis Gilbert (Affondate la Bismarck!, Alfie), la produzione ed il cast possono andare ormai ad occhi chiusi. Ritroviamo quindi i soliti M, Q, Moneypenny (sexyssima in divisa da ufficiale di marina). Sean Connery ormai "è" Bond e può permettersi di recitare come se scendesse a comprare il giornale: in pieno relax.
Gli immancabili gadgets sono per una volta solo parzialmente opera di Q, in omaggio alla raffinatezza tecnologica giapponese. L'impero britannico si difende con un rilevatore tascabile di combinazioni per casseforti e soprattutto con la "Piccola Nelly", un elicottero ultraleggero e dotato di mitragliatrici, missili, lanciafiamme e altre armi. 007 se lo fa recapitare riposto in due voluminose valige direttamente a Tokyo. Il servizio segreto giapponese non sfigura sfoggiando una Toyota 2000GT spider pluriaccessoriata e le sigarette lanciarazzo, che sparano un dardo esplosivo poco dopo essere state accese.

Karin Dior - Helga Brandt

Le ragazze del Sol Levante non fanno affatto rimpiangere le supermiss dei film precedenti;
Mie Hama interpreta l'agente Kissy Suzuki, minuta ma pericolosa. Agente molto efficiente, purtroppo farà la fine di tutte quelle che si avvicinano troppo a Bond: muore, avvelenata al posto di 007. La Hama parlava molto male l'inglese e la produzione decise di tagliare la sua parte, che risulta in effetti un po' sacrificata (e farla doppiare?!).
Karin Dior rappresenta l'europa del continente. E' il "numero 11" della Spectre, l'infida ed assassina Helga Brandt. Pensare che Hitchcock in seguito la farà recitare  nel ruolo di una cubana, ma lui è IL maestro! Alle cattive spetta sorte persino peggiore delle bond girls "buone": Helga finisce divorata dai piranha di Blofeld (di cui per la prima volta si vede il volto, quello sfigurato da una lunga cicatrice di Donald Pleasence).
Ultima in ordina di apparizione è Akiko Wakabayashi, in quegli anni all'apice della carriera. Il personaggio che interpreta è quello di Aki, agente segreto che sposa (per finta) uno 007 truccato da pescatore giapponese. Bellissima donna, è stata una delle attrici giapponesi più famose degli anni 60. Indovinate in quale genere di film era specializzata? Ebbene sì, proprio quelli di Godzilla!

Akiko Wakabayashi - Aki

La canzone che fa da tema al film è, in perfetto accordo con il pattern classico, You Only Live Twice, cantata da Nancy Sinatra. Una delle canzoni migliori dell'intera serie, a mio avviso.
I titoli di testa sono oormai stabilmente territorio riservato di Maurice Binder. Nessuna variazione degna di nota rispetto al suo consueto stile, il tema portante questa volta sono gli ombrellini giapponesi, il fuoco e la lava che richiama le scene finali.

Con questo film dovrebbe (condizionale d'obbligo, con il senno del poi) concludersi l'era del James Bond di Connery, che all'uscita del film annunciò la sua intenzione di non interpretare più 007, lasciando un difficile compito sia alla produzione, nell'individuazione di un degno successore, sia a quest'ultimo nel soppiantare l'immagine di Connery nel cuore del pubblico. L'esito di tutto questo complicato processo ve lo racconterò nella prossima puntata, dedicata a On Her Majesty' Secret Service, il film forse più controverso dell'intera serie.





1967 - You only live twice (Si vive solo due volte)
Regia: Lewis Gilbert
Scenografia: Ken Adam
Costumi:  Eileen Sullivan




giovedì 19 luglio 2012

Thunderball: operazione tuono - Waiting for Skyfall / 4



Con Thunderball  la serie di 007 si conferma una vera e propria corazzata del cinema di intrattenimento basato su un mix di avventura, locations esotiche, eleganza british e belle donne.
L'ambientazione torna esotica, alle isole Bahamas. Si tratta di una storia così tipicamente "James Bond" che avrebbe dovuto essere addiritttura utilizzata per il primo film della serie, tuttavia a causa di una diatriba sui diritti d'autore con Kevin McClory (co-autore del soggetto originale insieme a Fleming), si dovette aspettare qualche anno prima di girare il film. McClory riuscirà comunque a fare il "suo" film nel 1983 con Mai dire mai, uno dei rari Bond "apocrifi", cioè non prodotti dalla EON di Broccoli.

Molly Peters - Patricia Fearing
Il film è sia esteticamente che a livello narrativo l'archetipo di 007. James Bond in questo caso è impegnato a salvare il  mondo dalla minaccia atomica messa in atto dalla SPECTRE. Il cattivo principale è Adolfo Celi nel ruolo di Emilio Largo, uno dei vilain più iconici di tutta la serie (by the way lo si ritrova nella parodia OK Connery, di cui ho già parlato qui).
Alla sezione Q ormai sono scatenati: oltre alla Aston Martin DB5 già comparsa in Goldfinger, in Thunderball 007 ha in dotazione: un jet spalleggiabile riposto nel bagagliaio dell'auto, un respiratore subacqueo tascabile, una pastiglia leggermente radioattiva per essere sempre localizzabili, una macchina fotografica ad infrarossi con contatore geiger integrato e un motore subacqueo con respiratore (omologo del jet). La cosa davvero incredibile, però, è l'apparizione di Q  (Desmond Llewelyn) in versione tropicale con cappellino di paglia e camicia hawaiana!
Anche Largo dispone di notevoli gadgets, fra tutti una nave scomponibile in due pezzi con la prua che diventa un aliscafo ed un piccolo sottomarino per il trasporto delle...bombe atomiche!

Claudine Auger  - Domino Derval
Atomiche anche le Bond girls: nella rete di 007 cadono, in ordine cronologico, la bionda Patricia Fearing (Molly Peters) infermiera nella beauty farm dove Bond viene spedito a ricaricare le pile; l'agente segreto bahamense Paula Caplan, che sacrifica la propria vita pur di non tradire 007. Il personaggio è interpretato dalla bella attrice giamaicana Martine Beswick, già comparsa anche in Dr. No ma in un ruolo differente.
La Bond girl principale è la deliziosa Claudine Auger, Miss Francia 1958, nel ruolo di Domino (Dominique) Derval. Il personaggio da lei interpretato in origine si chiamava Dominetta Palazzi, ma quando la produzione vide la Auger prese subito la decisione di cambiarlo in una francese, pur di metterla a proprio agio. Il risultato è una Domino, sensuale ma coraggiosa e pronta all'azione quando serve.

Martine Beswick - Paula Caplan
Luciana Paluzzi, seconda Bond girl italiana in quattro film, interpreta Fiona Volpe, killer collaboratrice di Largo. Osservate con attenzione le sue splendide acconciature anni 60, molta lacca è stata sacrificata per loro! Fiona è una bond girl atipica perchè è e rimane cattivissima anche dopo essere andata a letto con Bond (ed ha persino la indelicatezza di farglielo esplicitamente notare, ragazzaccia!). La Paluzzi, che poteva vantare collaborazioni con grossi nomi come Lang e De Sica, fu provinata per il ruolo di Domino (che come sappiamo avrebbe dovuto essere italiana), anche se come abbiamo visto la Auger fece piazza pulita della concorrenza  riuscì comunque a conquistare un ruolo forse meno prestigioso, ma di certo più interessante. In fondo i cattivi sono quasi sempre più interessanti!

Luciana Paluzzi - Fiona Volpe
La canzone tema del film, Thunderball è cantata da Tom Jones (venticinquenne, ebbene sì, anche lui è stato giovane), e prosegue sullo standard fissato con Goldfinger: titolo e versi della canzone riprendono il titolo del film.
I titoli di testa tornano appannaggio di Maurice Binder, che non li mollerà più per i successivi trent'anni  fissando un vero e proprio modello: sagome nere di donne o di personaggi del film (in questo caso i sub) che si muovono su sfondi di colore saturo, con richiami ad elementi caratteristici della pellicola, in questo caso le scene subacquee.
La cifra spettacolare dal film è data dal numero e dalla lunghezza delle scene sotto al mare: il primo incontro di Bond e Domino, la vasca dei pescecani in cui Largo rinchiude 007 e la lunga e violentissima battaglia a colpi di fiocina e coltello fra gli uomini dei servizi segreti e gli agenti della SPECTRE.

La regia torna a Terence Young, meno portato alle scene d'azione rispetto a Guy Hamilton. Il ritmo del film è comunque molto più serrato rispetto a Dalla Russia con amore, mantenendo un ottimo equilibrio fra azione e dialogo.
Il capitolo successivo Si vive solo due volte dovrebbe segnare la conclusione della collaborazione fra la EON e Sean Connery, ormai davvero preoccupato di essere percepito dal pubblico soltanto come "l'attore che fa James Bond". Ma nella vita, come nei romanzi di 007, l'imprevisto è sempre dietro l'angolo: non si dovrebbe mai dire "mai più"!





1965 - Thunderball (Thunderball: Missione Tuono)
Regia: Terence Young
Scenografia: Ken Adam
Costumi (wardrobe designer):  Anthony Mendleson





giovedì 12 luglio 2012

Missione Goldfinger - Waiting for skyfall / 3



Dopo l'esperienza fatta con i primi due capitoli, con Goldfinger il "format" 007 raggiunge finalmente la maturità. Non si tratta solo di uno dei titoli più amati della serie, in questo capitolo troviamo finalmente tutte le tessere che compongono il mosaico classico di un film di James Bond.
Il film "modello", dicevo, prevede quasi tutti i topos del genere: un vilain pazzo e pericolosissimo (Auric Goldfinger, interpretato da Gert Fröbe)con un tirapiedi pericolosissimo: Oddjob (interpretato dal vicecampione di sollevamento pesi alle olimpiadi del 1948, Harold Sakata), un enorme cinese che uccide le sue vittime usando a mo' di boomerang una bombetta che nasconde un'anima di metallo pesantissimo.
Per la prima volta viene mostrata l'officina della sezione Q, che sforna gli incredibili gadget di cui si serve Bond nelle sue imprese: il pezzo forte in questo film è la Aston Martin DB5 dotata di vari accessori sia per la  difesa che per l'attacco. 
Torna, dopo la prima apparizione il personaggio di Felix Leiter, l'agente della CIA già comparso in Dr. No che ritroveremo in numerosi altri titoli della serie.

Shirley Eaton - Jill Masterson

Una scena destinata a fare epoca è quella in cui Goldfinger vuole uccidere Bond tagliandolo in due con un...cannone laser, evidentemente i gadget tecnologici piacciono anche ai cattivi!
Le location sono un po' meno esotiche del solito: la vicenda si svolge fra il Messico (dove Bond emerge dalle acque indossando una muta da sub con sotto un impeccabile smoking estivo, scena rimasta nell'immaginario collettivo), Miami Beach, la le montagne svizzere ed infine il Kentucky (chissà perchè fino al 1970 circa i doppiatori lo pronunciavano tutti "Chentòchi").

Tania Mallet - Tilly Masterson

Da antologia le immancabili Bond girls: in ordine di apparizione Shirley Eaton interpreta Jill Masterson, collaboratrice di Goldfinger sedotta da Bond. Per punizione viene integralmente ricoperta di vernice d'oro, soffocando per mancanza di traspirazione. La ragazza d'oro morta sul letto è un'immagine entrata di forza nella storia del cinema.
Tania Mallett compare invece nel ruolo di Tilly Masterson, la sorella di Jill decisa a vendicarne la morte. E' la prima Bond girl a ingaggiare una gara automobilistica con 007, e come scrive esplicitamente Ian Fleming, se c'è una cosa che James Bond trova proprio irresistibile è una bella donna che guida molto forte. Meno sexy della sorella epperò dotata di più carattere.
Last ma più importante di tutte Pussy Galore (tipico nome da Bond girl, non lo traduco per pudore): pilota d'aerei e collaboratrice di Goldfinger. Nemmeno lei sfuggirà al fascino di 007 ma è una delle Bond girls con più carattere di tutte, oltre che una delle più "anziane". Interpretata da Honor Blackman all'età di 39 anni, sfoggia grande personalità, oltre a un personale più che invidiabile.

Honor Blackman - Pussy Galore
I titoli di testa sono ancora di Robert Brownjohn, che mantiene il proprio stile. Le scritte ed alcune sequenze di fotogrammi sono proiettati sul corpo di una ragazza tutta dipinta d'oro (in From Russia with love il concetto era lo stesso ma con la danzatrice del ventre).
Per la prima volta viene utilizzata nei titoli di testa non solo musica ma una vera e propria canzone con il medesimo titolo del film. Goldfinger è cantata dall'ineguagliabile Shirley Bassey, all'epoca ventisettenne dalla voce già straordinaria.

Dopo l'apprendistato dei primi due capitoli Broccoli e Saltzman hanno ormai identificato i fattori del successo e possono quindi avanzare con la piena standardizzazione di un prodotto vincente. La regia passa da Terence Young a Guy Hamilton, guadagnandone in ritmo.
Sean Connery nel 1964 recita anche con Hitchcock e in un film con la Lollobrigida: la notorietà raggiunta con James Bond inizia a pagare,  forse Connery inizia già a patire un po' l'identificazione da parte del pubblico con un personaggio così "pesante",  ma non abbastanza da rinunciare a una gita ai tropici per girare Thunderball!






1964 - Goldfinger (Missione Goldfinger)
Regia: Guy  Hamilton
Scenografia: Ken Adam
Costumi: Elsa Fennell



giovedì 5 luglio 2012

Dalla Russia con amore - Waiting for Skyfall / 2


Dalla Russia con amore è il secondo capitolo della saga cinematografica di James Bond. Sull'onda del successo di Dr. No, l'anno successivo il budget di produzione venne raddoppiato. 
Il problema affrontato con questo sequel non fu più quello di impostare un format di successo, ma di industrializzarlo, a tutti i livelli. Gran parte del cast tecnico e delle maestranze venne confermato, lo stesso dicasi per il cast artistico: Sean Connery nel ruolo di Bond, Bernard Lee in quello di M, il direttore del servizio segreto, e Lois Maxwell in quello di Miss Moneypenny, la fedelissima segretaria di M sempre impegnata in schermaglie amorose con Bond.

Perdro Armendariz (il "Clark Gable messicano"): un elegantissimo Kerim Bey

L'ambientazione rimane esotica, questa volta non più i mari tropicali della Jamaica, ma Istanbul, l'Orient Express e Venezia.
Fanno la loro prima comparsa i gadget di Q (a proposito, in questo ruolo appare qui per la prima volta Desmond Llewelyn, che sarà Q per i successivi 36 anni, fino a The world is not enough): una valigetta accessoriata di gas lacrimogeno, coltello e monete d'oro per ogni evenienza. Nel tempo la sezione Q avrà modo di esprimere la propria creatività con accessori sempre più stupefacenti.

Eunice Gayson - Sylvia Trench non disdegna un bis

Le Bond girls non lasciano affatto a desiderare: Eunice Gayson (sempre un bel vedere) torna a impersonare la disinvolta Sylvia Trench. Inizialmente il personaggio di Sylvia doveva ricorrere in tutti i film come ragazza che Bond, richiamato ai propri doveri professionali, abbandona "sul più bello"; tuttavia dopo questa seconda apparizione l'idea venne abbandonata.
La star femminile della pellicola è invece la nostra connazionale Daniela Bianchi nel ruolo della spia russa Tatiana Romanova. La Bianchi, classificatasi seconda al concorso di Miss Universo 1960, ebbe peraltro una carriera cinematografica piuttosto breve. Una curiosità: ha fatto parte del cast di O.K. Connery una delle tante parodie di Bond, caratterizzata dal fatto che quasi tutti gli attori avessero recitato in pellicole ufficiali di 007 (oltre alla Bianchi, compaiono Neil Connery - il fratello sfigato di Sean - Adolfo Celi, Bernard Lee, Anthony Dawson e Lois Maxwell: una vera e propria rimpatriata fra colleghi).
La scena in cui Bond scopre Tatiana nel letto della propria stanza d'albergo verrà in seguito utilizzata come provino standard per le future Bond girls. Se ci fate caso Bond in quell'occasione, distratto da un rumore lascia distrattamente aperta l'acqua della doccia, si suppone per tutta la notte!

Daniela Bianchi - Tatiana Romanova

I titoli di testa sono concepiti da Robert Brownjohn, e sono proiettati sul corpo di una danzatrice del ventre. La discontinuità con lo stile di Maurice Binder ("Il" titolista dei film di 007) è evidente, ma il contrasto nero/colore saturo rimane, a salvare il family feeling.
In questo capitolo inizia la tradizione di un tema musicale portante basato su una canzone che si intitola come il film, o almeno che ne riprende il titolo in un verso. From Russia with love è cantata da Matt Monro, ma nei titoli di testa la si ascolta in versione strumentale. La canzone vera e propria è inserita nei titoli di coda.

Gli standard sono ormai fissati e l'industrializzazione del prodotto è quasi completata. Il raggiungimento dell'equilibrio di tradizione, vezzi, abitudini rigidamente codificate si avrà però solo nel capitolo successivo: Missione Goldfinger





1963 - From Russia with love (Dalla Russia con amore)
Regia: Terence Young
Scenografia: Syd Cain
Costumi: Jocelyn Rickards 



mercoledì 27 giugno 2012

Licenza di Uccidere (Dr. No) - Waiting for Skyfall /1



James Bond compie cinquanta anni e l'unica cosa che sembra temere è che il cielo gli cada sulla testa, cosa che probabilmente accadrà il prossimo autunno con l'uscita del ventitreesimo film della serie: Skyfall.

In realtà il personaggio di James Bond nasce nel 1953 con la pubblicazione del primo dei 14 romanzi di Ian Fleming, il celeberrimo Casino Royale.
L'inimitabile stile british e glamour di James Bond viene giustamente celebrato a Londra in una mostra al Barbican: "Designing 007: Fifty years of style".Chi avesse occasione di transitare da quelle parti fra il 6 di luglio ed il 5 di settembre non se la perda. Se arrivate dopo le 17 potrete anche accedere al Martini Bar dove assaporerete alcuni dei cocktails bevuti nei vari films della serie, scegliendo se li preferite agitati o mescolati!

Miss Taro - Zena Marshall
L'onore del battesimo cinematografico di Bond spetta nel 1962 a Dr. No (in Italia noto come Licenza di uccidere). I produttori Harry Saltzman e Albert Broccoli intendevano fin dall'inizio impostare una serie di film con il personaggio di Bond, ragione per la quale la scelta dell'attore protagonista fu particolarmente delicata. Scartate le prime ipotesi, cioè Cary Grant, James Mason e David Niven, fu fin da subito preso in considerazione Roger Moore, all'epoca star del telefilm Il Santo, dove il personaggio di Simon Templar presenta effettivamente molte analogie con Bond.
Tuttavia alla fine la scelta ricadde su Sean Connery, dopo che la moglie di Saltzman lo ebbe notato in un film della Disney (che suppongo pertanto essere Darby O'Gill ed il re dei folletti, a riprova che nessun ruolo è inutile se la fortuna ti assiste).

Eunice Gayson - Sylvia Trench

Il film fissa praticamente tutti i topos ricorrenti della serie: ad esempio la sequenza animata iniziale "gunbarrel" ideata da Maurice Binder in cui attraverso la canna di una pistola si vede Bond camminare, voltarsi improvvisamente e sparare; ma anche l'azzeccato tema musicale di Monty Norman.
La serie inizia con una nutrita schiera di Bond Girls, tanto per far subito capire di che pasta è fatto il nostro agente "doppiozero". La prima in assoluto in ordine di comparizione è Eunice Gayson, che interpreta Sylvia Trench, ricca ragazza che flirta con Bond al casinò e sui "campi di golf". Alla signorina Trench si deve anche l'instaurazione del tormentone di "Bond, James Bond". Al tavolo da gioco infatti James risponde così alla precedente presentazione della signorina "Trench, Sylvia Trench".
Le altre Bond girls sono Zena Marshall che interpreta la doppiogiochista Miss Taro, immancabilmente sedotta e turlupinata. Last but not least la mitica Ursula Andress nel ruolo di Honey Rider, a dispetto dei dubbi iniziali della critica è già la Bond girl "definitiva", la cui immagine in bikini con cinturone e coltello da sub resterà come inevitabile metro di paragone per tutte le successive orde di bonazze dal nome ridicolmente allusivo a cui il nostro eroe si dedicherà.

Ursula Andress - Honey Rider
Un elemento importante della serie è costituito senza dubbio dai titoli di testa. Qui sono opera di Maurice Binder, il designer storico dei film di Bond (suoi i titoli di 14 films della serie, se ricordo bene). Lo stilema prevede le sagome di bellissime donne su sfondi geometrici in contrasto nero Vs colori saturi.
Qui non c'è ancora la "canzone del film" che costituirà una delle caratteristiche più evidenti della serie, a partire dal secondo capitolo, di cui vi parlerò a breve!



1962 - Dr. No (Licenza di uccidere)
Regia: Terence Young
Scenografia: Ken Adam
Costumi: Tessa Prendergast (con il nome d'arte di Tessa Welborn)