lunedì 29 ottobre 2012

Mai dire mai - Waiting for Skyfall



Kevin McClory, uno sceneggiatore irlandese che ha lavorato molto ad Hollywood, scrisse insieme a Ian Fleming un soggetto per un film di 007 intitolato Longitude 78 West. Il progetto poi non si concretizzò e Fleming ne trasse il proprio romanzo Thunderball, da cui la EON trasse l'omonimo film. McClory, che aveva fatto causa per plagio a Fleming, si era impegnato a non realizzare film basati sul medesimo soggetto per dieci anni dall'uscita di Thunderball. Già durante gli anni 70, McClory aveva iniziato a lavorare al progetto per il quale aveva pensato a Richard Burton come protagonista, Orson Welles nel ruolo di Ernst Blofeld e Trewor Howard in quello di M.

Prunella Gee- Patricia Fearing

Alla fine, Sean Connery, che aveva aiutato McClory a nel lavoro sullo script, si ritrovò ancora una volta a intepretare 007, e fu proprio lui a suggerire Klaus Maria Brandauer, all'epoca ancora poco noto a livello internazionale, nel ruolo di Maximilian Largo e Max Von Sydow in quello di Blofeld.
Alla regia venne ingaggiato Irvin Kershner, sperimentato professionista da poco reduce del successo di Guerre Stellari - L'impero colpisce ancora.

Il titolo del film (Never say never agian) fa ironicamente riferimento alle (incaute) affermazioni di Connery, che dopo Una cascata di diamanti aveva assicurato alla stampa che non sarebbe mai più stato Bond: Never Again! A seconda delle versioni la leggenda attribuisce l'idea ala moglie di Connery, Micheline oppure a Kershner.

Valerie Leon - "Lady in Bahamas"

Inutile dire che la EON di Broccoli non vide affatto di buon occhio l'operazione, e come vi ho già raccontato a suo tempo si vide "costretta" a utilizzare ancora una volta il "cavallo sicuro", cioè Roger Moore che  invece di abbandonare il franchise dopo Solo per i tuoi occhi come era originariamente previsto, fu costretto a girare Octopussy per una sfida tra Bond ultracinquantenni francamente al limite del grottesco.
Le location di Mai dire mai sono all'altezza della fama 007: Bahamas, Costa Azzurra, Spagna (Almeria). Il Disco volante, lo yacht di Largo, era in realtà il Nabila del miliardario arabo Adnan Kashoggi.
Q, qui impersonato da Alec McCowen, mette a disposizione di Bond una stilografica decorata con lo Union Jack e armata con un dardo a razzo e una motocicletta (in realtà una Yamaha XJ 650 turbo) equipaggiata con paracolpi, lanciarazzi e propulsione a reazione per saltare quando necessario.
Purtroppo nessuna automobile viene utilizzata da 007, mentre la cattiva Fatima guida una vistosa R5 Turbo


Barbara Carrera - Fatima Blush

Moltissime le Bond girls, Prunella Gee, attrice inglese prevalentemente di TV, interpreta Patricia Fearing, una fisioterapista che "cura" 007 quando si trova nella beauty farm. Valerie Leon (inglese, a dispetto del nome), dopo avere fatto la comparsa in La spia che mi amava, conquista un ruolo di vera Bond girl ed è la turista senza nome che "pesca" 007 al largo delle Bahamas. La bellissima attrice originaria del Nicaragua Barbara Carrera interpreta la henchmen di Largo Fatima Blush, assassina psichicamente disturbata.
Infine Kim Basinger, all'epoca ancora semisconosciuta e "scovata" da Micheline Connery, ha la parte di Domino Petachi (Petrescu nell'edizione italiana), amante di Largo che passa dalla parte dei buoni quando scopre che questi le ha assassinato il fratello.

Kim Basinger  - Domino Petachi

Per dovere di cronaca aggiungo che Pamela Salem, attrice e produttrice britannica, interpreta Moneypenny e che si registra l'esordio di Rowan Atkinson, futuro protagonista delle parodie di 007 della serie Johnny English, nel ruolo dell'impacciato funzionario consolare Nigel Small-Fawcett.
Un aspetto rimarchevole dell'operazione sono i costumi: un compendio del più fantasioso stile eighties con larghissime spalline e tacchi vertiginosi. I nude look finto stracciato di Barbara Carrera sono letteralmente impensabili oggi. Le tutine di Kim Basinger ed il costume da bagno con la testa di tigre che sfoggia nel finale strappano applausi a scena aperta!

Rowan Atkinson - Nigel Small-Fawcett

Per quanto riguarda l'esito della battaglia dei Bond vi rimando al post su Octopussy. Il film, nonostante le frequenti autoironie su uno 007 "vecchio", fu comunque un successo.

Sono ormai giunto al termine di questa lunga (per l'esattezza 25 puntate!) serie di post dedicati a 007. Mercoledì prossimo l'attesa avrà termine e finalmente uscirà Skyfall, di cui ovviamente vi renderò conto non appena l'avrò visto.

Prima di iniziare questa rubrica non ero particolarmente appassionato di 007, ma devo ammettere che scoprirne la storia e l'evoluzione nel tempo mi ha davvero divertito e adesso...so già che mi mancherà! 
Niente lacrime però, la EON ha già deliberato la lavorazione di James Bond 24: il prossimo capitolo è già partito e noi come sempre lo aspetteremo con trepidazione. Au revoir, comandante Bond!


1983 - Never say never again (Mai dire mai)
Regia: Irvin Kershner
Scenografia: Stephen Grimes, 
Costumi: Charles Knode




domenica 28 ottobre 2012

Happy Birthday Mule!




Esattamente un anno fa (ieri), da una costola di Torino Style nasceva The Talking Mule. A quel tempo non ci avrei scommesso e invece sono ancora qui e se le statistiche non mentono, non sono neppure l'unico a leggere quello che scrivo!

Come è successo a tutti quanti si sono imbarcati in un'avventura simile, all'inizio avevo un po' sottovalutato l'impegno e l'energia necessari e - ovviamente - il blog è tutto diverso da come me l'ero immaginato. Però... mi sono divertito da matti!

Un grande grazie a lettori, commentatori e suggeritori di idee; come direbbe Jim Carrey "Questo è amore!"






Un giorno ho chiesto a mia moglie: "Cara, dove vuoi andare per il tuo compleanno?". E lei: "In un posto in cui non sono mai stata". "Ah, si? Allora prova in cucina!" (Henny Youngman - Goodfellas)


venerdì 26 ottobre 2012

James Bond 007 Casino Royale - Waiting for Skyfall


Nel 1967 il produttore Charles K. Feldman propose alla Columbia Pictures di realizzare un film su 007 basandosi sul soggetto originale di Casino Royale di Ian Fleming. Come abbiamo visto nei post precedenti, infatti, la Eon di Cubby Broccoli deteneva i diritti per lo schermo su tutte le opere di Fleming fatta eccezione per Casino Royale, i cui diritti erano stati venduti nel 1954 quando venne realizzato il Casino Royale televisivo della Climax!

David Niven e Deborah Kerr abbattono "cedRRRoni" esplosivi 

Alla Columbia non parve vero di poter sfruttare il traino di un nome già  consolidato (sebbene arrivato all'epoca "solo" al quarto capitolo: Thunderball) e ingaggiò per l'occasione un cast stratosferico, stanziando sì un budget più basso di quelli con cui lavorava la EON, ma comunque ragguardevole. Feldman in un primo momento ingaggiò il pluripremiato sceneggiatore Ben Hecht (Notorious), in seguito pare che il plot sia stato riscritto quasi completamente da Billy Wilder, per finire nelle mani dei più anonimi Mankowitz, Law e Sayers. In tutta sincerità non so se fin dall'inizio l'idea fosse quella di realizzare una parodia e non un film "serio".
Sta di fatto che la produzione della pellicola, forse anche a causa di un cast di attori-primedonne, presto sfuggì ad ogni controllo, come testimoniato dal rapido succedersi di numerosi registi alla direzione dell'opera: Ken Hughes (Schiavo d'amore), Robert Parrish (Lo sperone insanguinato), John Huston e Val Guest, che si trovò a tentare di dare un senso a quanto girato fino a quel momento (con il titolo di coordinating director...che neanche al ministero!).
All'uscita del film il costo finale era lievitato a ben dodici milioni di dollari, il doppio rispetto a quanto preventivato e molto di più rispetto a You only live twice, uscito nello stesso anno e costato "solo" nove milioni e mezzo!


Come in ogni film di 007 che si rispetti non possono mancare i gadgets della sezione Q, come un Rolex Oyster Perpetual dotato di videocomunicazione e una penna stilografica che spruzza gas velenoso negli occhi di chi la usa. Anche la SMERSH (la sezione omicidi del KGB che nella versione della EON prese il nome di SPECTRE, perdendo al contempo la connotazione sovietica) ha a disposizione giochini divertenti come ricetrasmittenti celate in canne da pesca e in cornamuse, galli cedroni meccanici (ed esplosivi) e un furgone-bomba telecomandato.

Daliah Lavi - The detainer

Il cast è straordinario: James Bond è interpretato da David Niven (che Fleming avrebbe voluto al posto di Sean Connery nella serie ufficiale), Le Chiffre ha volto e corpo di Orson Welles, mentre Peter Sellers interpreta il "teorico del baccarat" Evelyn Tremble, prontamente ribattezzato James Bond (per confondere la SMERSH).  Woody Allen, infine, è il misterioso Dr. Noah (parodia del Dr. No dell'omonimo primo film con Connery), l'uomo che tira i fili della macchinazione.

Jacqueline Bisset - Miss Goodthighs

Difficile tenere il conto delle Bond girls:
Deborah Kerr è l'agente Mimi, incaricata di distruggere l'immagine di Bond/Niven dimostrandone l'amoralità; finirà col fallire la propria missione e innamorersene perdutamente!
Ursula Andress dopo essere entrata - in bikini - nella storia come prima Bond girl "protagonista" in Dr. No, si toglie la soddisfazione di eesere anche la prima a impersonare Vesper Lynd.
Jacqueline Bisset è Miss Goodthighs (Bellagamba in italiano), una seducente agente dello SMERSH, Daliah Lavi (Lord Jim con Peter O' Toole) è l'agente incaricata di verificare il buon esito dell'addestramento degli agenti dell'MI6 a resistere alla seduzione femminile; Barbara Bouchet è Miss Moneypenny, o meglio sua figlia, visto che a quanto dice il suo personaggio la madre si è fatta suora dopo anni di attesa della fatidica dichiarazione da parte di 007. Joanna Pettet (qualche apparizione in Fantasilandia e Love Boat) è invece Mata Bond, la figlia di James Bond e Mata Hari!

Ursula Andress - Vesper Lynd

Numerosissime le apparizioni ed i cameo: John Huston, Jean Paul Belmondo, William Holden, Charles Boyer, Peter O'Toole, Geraldine ChaplinAngela Scoular qui è Buttercup, la ragazza nella vasca da bagno: sarà anche Bond girl "ufficiale" nel 1969. Caroline Munro invece dovrà aspettare fino al 1977 e La spia che mi amava.

Barbara Bouchet - Miss Moneypenny

Come avrete ormai capito, nella produzione di questa pellicola il casino ha regnato sovrano (perdonate il gioco di parole, ma un'occasione così non mi capiterà più): durante la lavorazione Orson Welles e Peter Sellers neanche si parlavano (la partita a baccarat è stata girata in due momenti separati), Sellers era stressato dalla crisi del suo matrimonio con Britt Ekland (sara Bond girl in L'uomo dalla pistola d'oro), roso dalla gelosia verso Welles e Woody Allen e per di più avrebbe voluto recitare la sua parte "in serio" e non come parodia, arrivando ad ingaggiare uno sceneggiatore perchè scrivesse le battute del suo personaggio.
Gelosie, invidie e la mancanza di una gestione unitaria del progetto fanno sì che questo si salvi solo per la qualità del cast, per la bellezza delle scenografie psichedeliche e per la vena di incontenibile follia che lo pervade. Il liberatorio finale è emblematico: butta definitivamente in vacca tutto quanto con tanto di pellerossa paracadutisti, foche ballerine, cariche di cowboy, scimmie astronaute e chi più ne ha più ne metta!

Joanna Pettet - Mata Bond

Un punto di forza del film è la colonna sonora basata sulla musica di Burt Bacharach (The look of love fu candidata all'Oscar, senza vincerlo peraltro). Non perdetevi la incredibile versione italiana Lo sguardo d'amore nella scena in cui Tremble si reca a casa di Vesper.
Il tema del film è Casino Royale di Herb Alpert & The Tijuana Brass ormai è un classico al pari delle più famose canzoni della serie "originale" di 007.

Nonostante il film sia stato impietosamente (e correttamente, almeno da un punto di vista "accademico") stroncato dalla critica, si risolse comunque in un successo commerciale, incassando quasi tre volte più di quanto speso. Orson Welles attribuì il successo di pubblico alla attrattività della locandina con la donna tatuata (vedi foto all'inizio del post), ed io non saprei dargli torto!

Ci stiamo avvicinando alla fine di questa lunghissima carrellata dedicata ai film di 007. Resta però ancora un capitolo importante, cioè il ritorno di Sean Connery in una produzione "apocrifa" del 1983: Mai dire mai. Ve ne darò conto nel prossimo e conclusivo post!

Woody Allen - Dr. Noah


1967 - James Bond 007 - Casino Royale
Regia: John HustonVal GuestKen HughesJoseph McGrath,Robert Parrish
Scenografia: Michael Stringer
Costumi: Julie Harris







mercoledì 24 ottobre 2012

Climax! Casino Royale (1954) - Waiting for Skyfall


Chi di voi non ha mai letto la Settimana Enigmistica? Mio nonno la comprava sempre; a me piaceva rubargliela e leggere le stranezze e curiosità che immancabilmente animano la rubrica intitolata Forse non tutti sanno che...
Cosa c'entra questo con un blog di cinema? E' per spiegarvi che non posso resistere a scrivere Forse non tutti sanno che...il primo James Bond dello schermo non ha la faccia di Sean Connery bensì quella di Barry Nelson, mascelluto attore americano che molti di voi avranno visto in Shining di Kubrick dove interpreta il direttore dell'albergo che fa il colloquio per assumere Jack Nicholson.


Ma andiamo con ordine: Climax! è una serie di telefilm andata in onda negli USA fra il 1954 ed il 1958, caratterizzata dalla tematica mistery e dal fatto che ogni puntata è una storia a sè.
La terza puntata è un adattamento dal primo libro edito da Fleming sull'agente segreto britannico James Bond. Il formato telefilm e la necessità di lavorare con un cast ragionevolmente ridotto per le esigenze televisive ha imposto una decisa sforbiciata alla trama originale.
007 non nasce cinematograficamente James bensì "Jimmy" Bond ed è un agente della CIA (e non dell'MI6), con un curioso scambio di ruoli Leiter da Felix diventa Clarence ed è un agente britannico (e non della CIA). Le figure di René Mathis e di Vesper Lynd vengono condensate in quella di Valerie Mathis, interpretata da Linda Christian, famosa in Italia soprattutto per essere la madre di Romina Power.
La conclusione della vicenda è altresì semplificata, con Bond che uccide Le Chiffre dopo che questi lo ha torturato rompendogli le dita dei piedi con una pinza (mentre nell'originale la tortura è esattamente quella mostrata nella recente versione cinematografica con Daniel Craig).


007 fa la sua prima apparizione in smoking bianco, ma la nazionalità americana non gli dona. Nelson non è raffinato e seducente come oggi pretenderemmo dal personaggio, tuttavia convince nel ruolo di spregiudicato giocatore di baccarat e ci mette poco più di un quarto d'ora a baciare Linda Christian, velocità giustificata dalla bellezza dell'attrice (in ottima forma anche se reduce l'anno prima dalla sua seconda gravidanza) che è fra l'altro vestita in modo superlativo.
Peter Lorre, all'epoca appena cinquantenne, è piuttosto imbolsito ma è perfido e pericoloso nel ruolo di un Le Chiffre disposto a tutto pur di entrare in possesso del denaro vinto da 007 in barba ad ogni calcolo probabilistico.


Per chi si fosse incuriosito Climax! Casino Royale è facilmente reperibile in versione originale su youtube (per esempio qui). A mio avviso sia il documento "storico" che - soprattutto - l'ambientazione anni 50 che costituisce l'humus in cui 007 è stato creato, meritano un'occhiata.

Nella prossimo post vi racconterò qualcosa dei moltissimi aneddoti che circondano la parodia di Casino Royale uscita nel 1967. Il progetto vide la partecipazione di alcuni fra i più grandi registi ed attori dell'epoca...ma sto già anticipando i tempi, arrivederci alla prossima puntata!



1954 - Climax! Casino Royale
Regia: William H. Brown
Scenografia: James Del Val





lunedì 22 ottobre 2012

Il comandante e la cicogna - The wrong side of the road


Il comandante e la cicogna mette in scena l'Italia della crisi, o la crisi dell'Italia? La questione sembra puramente filosofica, ma darle una risposta conduce a conclusioni opposte. Silvio Soldini rappresenta senza ombra di dubbio la crisi dell'Italia, collocandola in un contesto di depressione economica che non aiuta i personaggi a fare scelte moralmente edificanti. Eppure c'è stato un tempo - guardacaso il Risorgimento - in cui uomini come Garibaldi, Verdi, Leopardi (non risorgimentale, ma poeta, il che è più importante) inseguivano degli ideali come libertà, giustizia, bellezza. L'ultima eredità rimasta di quei tempi paiono essere le statue che ornano le nostre piazze.


Proprio da qui si dipana la trama sceneggiata da Soldini insieme a Doriana Leondeff e Marco Pettenello: cosa penserebbero gli eroi della nostra mitologia nazionale se potessero vedere cosa ne è stato dell'Italia tanto fortemente voluta unita e libera da invasori stranieri? La statua di Garibaldi sbuffa amare riflessioni, nè è più tanto sicura che sia valsa la pena di combattere gli austriaci, che - forse - avrebbero saputo gestire il Paese con maggior rispetto di quanto non si faccia noi. La trama principale segue la storia della famiglia di Leo Buonvento, idraulico rimasto vedovo con due figli adolescenti che tutte le notti conversa con il fantasma della moglie. La sua vicenda si intreccia con le disavventure di Diana, giovane artista bohemienne. I due si incontrano nello studio di un losco avvocato dall'evocativo nome di Malaffano, dedito ad assistere trafficoni e truffatori in spregiudicate operazioni immobiliari. Elia, il figlio di Leo, stringe invece amicizia con il padrone di casa di Diana, Amanzio: sfaccendato e saccente con la passione per le citazioni letterarie. Elia presenta ad Amanzio Agostina, una cicogna che tutti i giorni va a trovare in un campo di periferia. La sparizione del volatile sarà catalizzatore per lo scioglimento dei nodi fra i personaggi, senza che la vicenda giunga ad una vera e propria conclusione.


Fra gli attori Valerio Mastandrea spicca nel tratteggiare il personaggio di Leo, un uomo che fa quello che può: lavora, cerca di essere un buon padre per i propri figli senza cedere troppo alle proprie debolezze.
Alba Rohrwacher interpreta Diana, pittrice e scultrice con grandi difficoltà a sbarcare il lunario, un'anima gentile del tutto persa in un mondo che va troppo di fretta per fermarsi a guardare la meraviglia di un paio di scarpe misteriosamente appese ai fili del tram.
Claudia Gerini, è Teresa, la moglie fantasma di Leo, dotata di un grande senso pratico. Magnifico il contrasto fra l'inconsistenza fisica del personaggio ed il corpo leggermente appesantito da splendida quarantenne, che peraltro viene esibito dalla Gerini con giustissimo orgoglio (pensate a cosa diventano le attrici americane dopo i 40, viva le donne sane ed italiane!).
Giuseppe Battiston è sempre bravissimo. Il suo Amanzio ricorda per certi versi (l'amore per la cultura, la buffa proprietà di linguaggio con cui si esprime) il personaggio di Bruno Ganz in Pane e tulipani.
Luca Zingaretti è l'avvocato Malaffano, vero simbolo dei nostri tempi.
Luca Dirodi e Serena Pinto, esordienti scovati grazie ad una serie di provini condotti nelle scuole, sembrano avere stoffa e sono perfetti nel loro rappresentare con sincerità due ragazzi alle prese con i problemi della propria età.


La pellicola è ambientata a Torino ed il contrasto fra l'anima rigorosa ed elegante del centro con la desolazione delle periferie è estremamente efficace. In un primo momento, addirittura,  Soldini aveva pensato di girare un musical, abbandonando poi il proposito non si può dire che abbia fatto una commedia: ha sì mantenuto la levità di sguardo che lo contraddistingue, ma la cosa rende ancora più insopportabile la realtà che raffigura, la quale per quanto sia assurda a pensarci bene non è affatto favolistica. Di tristi truffatori, faccendieri, rubagalline e poveracci si legge sui giornali ogni giorno.
Come certi personaggi dei vecchi blues di Tom Waits si tratta di figure sempre on The wrong side of the road, qualcuno come Leo cerca di mantenere una rotta, ma non è detto che ce la possa fare.
Fra i protagonisti infatti nessuno, ad eccezione di Elia, è innocente. Sono tutti pronti a tirare acqua al proprio mulino, a scendere a patti "solo un pochino" con la propria coscienza, a volte per furbizia a volte per stupidità o per disperazione: in questo c'è la rappresentazione dell'Italia della crisi.
Chi ha bisogno di soldi, chi ha bisogno di un prestanome, chi ha bisogno di cancellare un video imbarazzante da Internet, chi si atteggia a moralizzatore per poi spende i soldi con le puttane: questa è la rappresentazione della crisi dell'Italia, un Paese che insieme alla cultura ha perso l'amore ed il rispetto per se stesso.

Soldini ci regala, quasi come contentino, ancora una speranza nella persona di un ragazzino che va tutti i giorni in un campo di periferia a trovare la sua amica cicogna che sa librarsi in alto sopra tutte le nostre miserie, i nostri compromessi, le nostre sconfitte quotidiane.
Il mondo, suggerisce l'ultima inquadratura, continuerà a girare come ha sempre fatto nonostante noi.
Ma si può ancora sperare nell'amore.


Un interessante video girato dietro le quinte del film


venerdì 19 ottobre 2012

Quantum of solace - Waiting for Skyfall /22


La serie dei film con protagonista James Bond ebbe inizio nel 1962. Per il mondo del cinema si tratta di alcune ere geologiche: tanto per fare qualche esempio in quell'anno morì Marilyn Monroe, l'Algeria ottenne l'indipendenza dalla Francia, si formarono i Beatles, si aprì il concilio ecumenico II, il mondo rischiò la guerra nucleare per la crisi dei missili a Cuba, le sorelle Giussani pubblicarono il primo numero di Diabolik, Frank Morris fuggì da Alcatraz ed ispirò il film (del 1979) con Clint Eastwood. Insomma, si trattava di tempi interessanti quanto lontani agli occhi dello spettatore di oggi.
Fin dall'inizio Albert "Cubby" Broccoli, il boss della EON, la casa di produzione "ufficiale" dei film di 007 aveva in mente di realizzare una serie di film, ma nel mondo dello spettacolo le buone intenzioni fanno presto a morire, e come abbiamo visto negli ultimi mesi si dovette imparare a industrializzare il prodotto, sempre diverso ma con elementi che ne garantiscono la riconoscibilità immediata.

L'agente Fields coperta di oro nero

Considerando i primi capitoli della serie in rapporto all'ultimo Quantum of solace la differenza nell'approccio è davvero impressionante. I binari su cui viaggia il prodotto seriale sono evidenti, nessun dettaglio è trascurato. Questo lo rende un eccellente prodotto, lo spettatore senza dubbio si diverte; tuttavia si è un po' perso il "cuore", il gusto di divertirsi e ogni tanto di ridere un po' di se stessi:

Detto questo, per la prima volta dal 1962 il film costituisce a tutti gli effetti un sequel del precedente Casino Royale; l'idea di sfruttare questa nuova formula fu di Michael G. Wilson, figliastro di Broccoli che dalla morte di questi a assunto la direzione della EON, insieme alla sorellastra Barbara Broccoli.
A mio avviso l'avvento e lo straordinario successo della saga di Jason Bourne hanno avuto un impatto piuttosto pesante su 007, la cui produzione ha cercato di fare proprie alcune caratteristiche del nuovo franchise, scegliendo di entrare in concorrenza quasi diretta piuttosto che di puntare sugli elementi "storici" che ne hanno fatto la forza. Ad esempio venne ingaggiato Dan Bradley, espertissimo coordinatore di stunt e regista di seconda unità, che guardacaso ha girato le scene di azione in The Bourne Supremacy e The Bourne Ultimatum.
La regia, dopo essere stata offerta allo sceneggiatore Paul Haggis (Million dollar baby, Crash-Contatto fisico, Flags of our fathers, Casino Royale, The next three days) venne assegnata a sorpresa a Marc Forster (Monster's ball, Neverland-Un sogno per la vita, Il cacciatore di aquiloni), un regista di sentimenti più che  di azione, che doveva indagare il lato emotivo di Bond, dopo la perdita dell'amata Vesper Lynd.
Le location vedono ancora molta Italia: Siena (durante il palio), il lago di Garda, Austria, Panama e Cile.
Anche in questo capitolo non compaiono ne Q nè miss Moneypenny e, in omaggio al nuovo corso "relaistico" non compaiono gadget particolarmente tecnologici, in compenso si ricorre in abbondanza al "product placement" per Heineken, Sony, Ford. La Coca Cola ne approfittò per una serie speciale della Coca Zero, ribrandizzata Coca Zero Zero 7!

Gemma Arterton - Strawberry Fields

Nella serie con Daniel Craig le Bond girls sono sempre due: in questo caso Gemma Arterton (attrice che sa scegliersi bei film da fare, ad esempio: Rocknrolla, I love radio rock) interpreta la affascinante Strawberry Fields, funzionaria del consolato britannico in Bolivia che per avere aiutato 007 verrà uccisa   annegata e ricoperta di petrolio, in una scena che è una esplicita citazione di Goldfinger.
La Bond girl principale è invece l'attrice di origine ucraina Olga Kurylenko, che si guadagna la parte dopo aver dimostrato le proprie capacità come spalla femminile in due film tratti da videogiochi: Hitman e Max Payne. L'ex agente dei servizi boliviani Camille Montes è un contraltare molto efficace a 007, una vera dura che infatti riesce a sopravvivere anche all'incontro con Bond! 
Giancarlo Giannini dopo Casino Royale è ancora René Mathis (la cui fidanzata è interpretata da Lucrezia Lante Della Rovere), vecchia volpe dei servizi segreti, che troverà la morte per mano dell'organizzazione Quantum, un inquietante accolita internazionale di politici e industriali al cui confronto la Spectre sembra pericolosa quanto una bocciofila. Mathieu Amalric, che aveva già lavorato con craig in Munich,  interpreta Dominic Greene, il villain principale per il quale pare si sia ispirato a Tony Blair e Nichoals Sarkozy!

Olga Kurylenko - Camille Montes
I titoli di testa passano da Daniel Kleinman alla crew americana MK12, che si riallaccia parzialmente allo stile di Binder utilizzando le figure scure su fondo a colore saturo, torna anche la pallottola come elemento di raccordo, un po' come in Goldeneye. La simbiosi fra le dune di sabbia ed il corpo delle ballerine è davvero d'effetto. La title song, come già in CasinoRoyale rientra nelle "eccezioni", dal momento che non cita il titolo del film. Another way to die è interpretata da Jack  White e Alicia Keys: nonostante l'indiscusso talento e la professionalità il risultato non convince.

A 46 anni di distanza dal primo film, James Bond è ormai entrato nella storia non solo del cinema, ma del costume assurgendo quasi a parametro di eleganza. Gli esami, però, non finiscono mai e per tenere testa ai nuovi concorrenti occorre alzare l'asticella dello spettacolo e della violenza, finendo forse per snaturare un po' il personaggio cinematografico originale. Il Bond degli anni 2000 non è più il giocatore vincente e donnaiolo degli esordi, è tormentato, moralista e serioso come gli anni che viviamo. Personalmente avrei preferito uno sviluppo diverso del personaggio, ma resto un fedelissimo che non si perde una "prima". Lo ammetto: 007 mi ha conquistato negli anni della giovinezza e ancor oggi attendo con ansia l'uscita di ogni nuovo film.
Il 31 ottobre appuntamento quindi al cinema per verificare di persona quali sorprese ci riserverà, nel cinquantenario da Dr. No,  Skyfall, il 23° capitolo che dai trailer si preannuncia esaltante.
Per ingannare il tempo, nell'attesa vi racconterò qualcosa dei film "apocrifi", ossia dei rari film su 007 non realizzati dalla EON. Alla prossima puntata!





2008 - Quantum of solace
Regia: Marc Forster
Scenografia: Dennis Gassner
Costumi: Louise Frogley





martedì 16 ottobre 2012

Casino Royale - Waiting for Skyfall /21


Con l'arrivo del nuovo millennio si pose per la EON di Barbara Broccoli e Michael G. Wilson un importante dilemma: come rinfrescare l'immagine di 007?
Una delle caratteristiche del franchise dell'agente segreto più famoso al mondo è infatti proprio quella di essersi saputo adattare ai tempi, cambiando attori e stile.
Nel 2002, lo stesso anno di Die another day, era uscito The Bourne Identity, che resettava completamente il clichè del film di intelligence, portando la spettacolarità dell'azione ad un livello superiore. Il successo del sequel The Bourne supremacy confermò la necessità di tenere testa ad un concorrente di altissima caratura.
Nel 2005, invece, Christopher Nolan con Batman Begins dimostrava quanti gradi di libertà  sono consentiti sfruttando con intelligenza l'opzione del reboot, cioè del ricominciare la saga di un personaggio da zero, senza prendere in considerazione in alcun modo i film precedenti.



Nel frattempo la MGM aveva acquisito dalla Sony i diritti cinematografici di Casino Royale, il primo libro di Fleming e l'unico non ancora sfruttato dalla EON come sceneggiatura.
Non è fatto molto noto che persino Quentin Tarantino dichiarò il proprio interesse a fare uno 007 basato  su Casino Royale, con Pierce Brosnan protagonista, ma ambientato negli anni 50 e  girato in rigoroso bianco e nero! Se sia realtà o leggenda probabilmente non lo sapremo mai, quello che è sicuro è che per terrorizzare i produttori sarebbe bastato molto meno!

Tarantino o no, l'occasione si presentava ghiotta per rilanciare alla grande la serie con un reboot di 007 a partire da "the very beginning" con un Bond giovane ed ancora relativamente inesperto? Una volta scelta questa strada, apparve evidente la necessità di utilizzare un attore diverso da Brosnan, ormai troppo in là con gli anni. Al solito furono vagliatio moltissimi candidati, fra gli altri: Goran Višnjić (escluso per l'accento poco british), Eric Bana, Hugh Jackman,il giovanissimo Henry Cavill (che piaceva molto, lo troveremo nel 2013 nel reboot di Superman: Man Of Steel), Colin Salmon (già agente dell'MI6 in due Bond con Brosnan, rischiò di essere il primo 007 di colore).


Alla fine la tenzone si ridusse a Clive Owen ed al più giovane Daniel Craig, che alla fine la spuntò.
Lo 007 degli anni 2000 sarà quindi: biondo, giovane (38 anni), molto muscoloso e anche un po' tamarro (ahimè, i canoni dell'eleganza oggi non sono più quelli del bel tempo che fu).
Grande spazio viene lasciato all'azione "Bourne style", con ampio uso del Krav Maga e una lunga sequenza di inseguimento in stile parkour (i puristi direbbero che in realtà e free running).

Le location sono classicamente bondiane: Londra ovviamente, poi le Bahamas, Venezia, Praga e Karlovy Vary (che finge di essere il Montenegro) in Repubblica Ceca, conclusione in bellezza sul lago di Como.
La Aston Martin continua ad essere l'auto ufficiale di Bond (qui è una DBS V12 con cassetto porta-pistola e defibrillatore portatile). Contrariamente alla tradizione non compaiono nè il personaggio di Q nè quello di Moneypenny, Mentre Judi Dench viene confermata nel ruolo di M (ruolo da lei portato a rilevanza prima insuale).


Caterina Murino - Solange

Il ricorso al product placement come fonte di introiti per la produzione è di fatto ormai inevitabile: dopo "l'era BMW" dei primi tre film con Brosnan inizia una collaborazione con la Ford, le cui auto non fanno parte della dotazione ufficiale, ma Bond le prende sempre a noleggio. Grande pubbicità anche per la birra Heineken, la Virgin Atlantic (con una fugace apparizione di Richard Branson nel metal detector, fateci caso), i vestiti Brioni, gli occhiali Persol. Telefoni cellulari e computer sono invariabilmente della Sony.
Poche ma straordinarie le Bond girls: Caterina Murino intepreta Solange, la moglie di un faccendiere. Con l'ingresso al casinò fasciata di un vestito da sera rosso e con la cavalcata sulla spiaggia in costume da bagno vince di gran lunga la gara di bellezza con Eva Green che però interpreta un ruolo importante: Vesper Lynd, una delle sole due donne al mondo che 007 abbia mai amato. La Green ha il piglio giusto per il ruolo, per il quale aveva dovuto vincere la concorrenza di  Angelina Jolie, Charlize Theron, Cecile de France e Audrey Tatou.

Eva Green - Vesper Lynd

Daniel Kleinman supera sè stesso con forse i migliori titoli di testa di sempre: sfrutta il tema del gioco d'azzardo utilizzando effetti caleidoscopici e frattali. Le pistole sparano proiettili a forma di semi delle carte da gioco, mirini di fucili di precisione diventano ruote di roulette. Il tripudio è completo quando viene composta la scritta 007  con una pistola i cui proiettili bucano una  carta da gioco n°7.
La theme song, il cui titolo - You know my name - è diverso da quello del film è straordinariamente trascinante ed efficace, scritta e cantata dall'ex-Soundgarden Chris Cornell. 

Alla regia ritroviamo Martin Campbell, un esperto in "prime volte di 007", dal momento che aveva già diretto Goldeneye , il resto del cast tecnico viene sostanzialmente e giustamente confermato.

Negli anni 2000 lo sviluppo di tecnologia e telecomunicazioni rende più difficile creare dei gadget tecnologici credibilmente straordinari, ed infatti la produzione sceglie di non puntare su quelli; d'altro canto la spettacolarizzazione della violenza rende "necessario" che Bond semini sulla sua strada una scia di cadaveri ammazzati nei modi più strani. Addirittura lo vedremo imbracciare una mitraglietta (Sean Connery sarà rabbrividito). Il nuovo Bond è più giovane e atletico ma meno "vincente", insomma un po' meno Bond del solito.
Daniel Craig, dopo le perplessità iniziali di grandissima parte della critica, convince il pubblico (che poi è ciò che conta... o no?) e si guadagna un contratto per altri quattro film.
La pellicola è in assoluto la più remunerativa nella storia del franchise dando ancora una volta ragione alla EON, che al termine delle riprese ha già in cantiere il sequel. Ebbene sì, per la prima volta dal 1962 due film di Bond avranno una trama collegata uno all'altro: Quantum Of Solace (secondo una tradizione abbastanza consolidata riprende il titolo di un racconto di Fleming, ma il contenuto e del tutto originale) sarà la storia della vendetta di 007 contro l'organizzazione che ha causato la morte di Vesper. Lo 007 "moderno" saprà confermarsi o finirà col perdere la propria specificità? Lo scopriremo nel  prossimo post!





2006 - Casino Royale
Regia: Martin Campbell
Scenografia: Peter Lamont
Costumi: Lindy Hemming



lunedì 15 ottobre 2012

Iron Sky - la recensione


Dopo l'accorato appello rivolto ai miei lettori solo pochi giorni fa, non potevo certo non cogliere al volo l'occasione  di vedere Iron Sky. Per motivi commercialmente insondabili, nella mia zona lo danno solo in due enormi mutlisala. Niente cinemini d'essai, niente Museo del Cinema, etc... Di conseguenza ho dovuto vincere lo snobismo del cinefilo verso gli ipermercati del cinema e farmi un viaggetto in scooter di mezz'ora abbondante verso la cittadina della cintura torinese dove si degnano di proiettare questa inconsueta pellicola. Con mia grande sorpresa la sala (non grandissima) era praticamente piena. Non si finisce mai di imparare, ed il mio stupore ben mi sta!

Gotz Otto e Julia Dietze in versione nazi-fashion

La regia  è di Timo Vuorensuola, giovane finlandese che si è già segnalato per una parodia di Star Trek. Sarebbe interessante vederlo alle prese con una produzione di serie A, perchè la sapienza con cui mischia le carte per dare ritmo ad una trama tutto sommato esile lascia aperto il sospetto che sia uno in gamba davvero.

Gli appassionati di fantascienza e di parodie non rimarranno delusi  dalle città spaziali a  forma di svastica, dalle astronavi dai nomi del tutto non casuali (Götterdämmerung, George W. Bush, Tannhauser) che si muovono nello spazio facendo un rumore simile a quelle di Star Wars, dalla plancia della navicella spaziale USA in stile Star Trek, dall'attacco spaziale su New York condotto rimorchiando asteroidi da sganciare una volta giunti nell'atmosfera. Le astronavi naziste hanno la forma di Zeppelin e viene addirittura citato Il grande dittatore di Chaplin!
In più c'è un modello di colore mandato sulla luna come astronauta per promuovere la rielezione di una presidentessa degli USA con la passione dei trofei di caccia impagliati, nazisti spietati, direttrici di società di comunicazione spietatissime e politici bugiardi (ma che strano...) che passano il tempo a litigare fra loro.Se questo è il mix, potete ben immaginare cosa può farne una mente creativa!

Il cast femminile con Chris Kirby

Gli attori sono molto bravi, ma per ovvie ragioni di budget sono quasi tutti poco conosciuti: , il nome più famoso in cartellone è quello di Udo Kier; pupillo di Fassbinder negli anni 60, in seguito ha lavorato nei filmacci di Warhol e Morrisey, per poi ultimamente collaborare più volte con Von Trier. Con la faccia da cattivo che si ritrova non poteva che impersonare il "Führer lunare" dal nome impronunciabile: con sua grande rabbia nessuno riesce mai a gridare "Heil Kortzfleisch!".
Götz Otto (Il domani non muore mai) è Klaus Adler, comandante delle truppe naziste impaziente di di diventare il prossimo Führer. Christopher Kirby è il modello Washington, che viene "albinizzato" da un buffo scienziato nazista. Grandi ruoli femminili: la biondissima Julia Dietze nel ruolo di Renate, la promessa sposa di Adler che si ritrova a organizzare la campagna elettorale della presidentessa degli USA (una grandissima Stephanie Paul, attrice neozelandese che si produce in un'esilarante parodia di Sarah Palin) basandola sui "valori nazisti". Il problema è che ci viene il sospetto che potrebbe funzionare: "il mondo è malato e noi abbiamo la cura", quante volte ancora dovremo sentire questa frase prima di imparare a pensare che ci sia dietro una fregatura? Da ultimo la supersexy Peta Sergeant, attrice australiana che impersona la direttrice della società di comunicazione incaricata della campagna per la rielezione della presidentessa che si trasforma in comandante della flotta stellare terrestre in tutina di pelle aderente con le piume sulla schiena.

Udo  Kier gioca ad invadere la Terra

Iron Sky è, direi orgogliosamente, un B-movie dall'ottima fattura tecnica, soprattutto negli effetti speciali (potenza della computer graphics che rende possibile qualsiasi cosa a un prezzo ragionevole). 
E' ovvio che chiunque scelga di spendere i soldi del biglietto in una storia di nazisti spaziali votati all'invasione della Terra non può poi lamentarsi che il film non è "serio"; quello che vale il prezzo del biglietto è lo sguardo, dissacrante e assolutamente disincantato, sull'immoralità dei potenti: in questo siamo tutti uguali: nazisti, americani, tutti i rappresentanti presso le Nazioni Unite, in cui sono ovviamente rappresentate tutte le etnie e tutte le culture. Niente da fare: sono (siamo) tutti avidi, prepotenti e bugiardi, pronti a scatenare una nuova guerra mondiale per il predominio energetico.
In tutto questo immenso casino che riflette il mondo in cui viviamo, un tratto secondo me significativo è il ruolo fondamentale delle donne, le vere detentrici del potere che sanno farsi rispettare, se necessario anche a colpi di tacco 12, un arma infallibile e - a volte - addirittura letale!

giovedì 11 ottobre 2012

La morte può attendere - Waiting for Skyfall /20


Con l'inizio del nuovo millennio il mondo, ancora una volta è cambiato. L'11 settembre è stata la tragica dimostrazione che il terrorismo può davvero essere folle come e più quello immaginato nei film.
La morte può attendere è il film che chiude un ciclo, quello di Pierce Brosnan (ormai quarantanovenne e memore dei mugugni dei fans di fronte ad un Bond invecchiato), ma anche quello del "vecchio Bond": forse violento, ma mai privo di sicurezza in sè stesso e di quel certo tocco di humour britannico.
Più esplosioni, più morti, più sangue. L'assuefazione del pubblico alla violenza fa sì che per spettacolizzarla si debba arrivare agli estremi, così vediamo un Bond prigioniero e torturato, così lontano da "the winner who takes it all" che la domanda sorge spontanea: questo 007 ha ancora qualcosa a che vedere con l'originale?

Madonna - Verity

Per la regia viene ingaggiato Lee Tamahori, uno che era partito bene (Once were warriors, L'urlo dell'odio, Scomodi omicidi), che da qui in poi inizia a perdersi (xXx2, Next), e gli viene messo a disposizione il solito budgettone (140 milioni di $ circa). Le location, almeno quelle, sono all'altezza: Islanda, Hawaii, Cadice, i soliti studi Pinewood a Londra.
Desmond Llewelyn, deceduto per un incidente d'auto alla venerabile età di 85 anni, lascia la sezione Q in mano al suo "giovane di bottega" interpretato dall'ex Monty Python John Cleese, che mette a disposizione di 007 alcuni gadget notevoli, come l'anello ad ultrasuoni in grado di frantumare qualsiasi tipo di cristallo e una Aston Martin (bentornata, era ora!) Vanquish equipaggiata con mitragliatrici a ricerca automatica del bersaglio, gli immancabili missili, pneumatici a chiodatura estraibile per arrampicarsi su superfici ghiacciate e un fantasmagorico sistema di telecamere e proiettori che rendono la superficie dell'auto praticamente invisibile.

Rosamund Pike - Miranda Frost

Le bond girls non abbondano: poco più di un cameo per Madonna nei panni di Verity, la istruttrice di scherma del villain Gustav Graves, la esordiente Rosamund Pike, che dimostra comunque di avere i numeri (The libertine, Orgoglio e pregiudizio,  mattatrice nel bel An education e più di recente in La versione di Barney) nel ruolo della doppiogiochista Miranda Frost. Halle Berry nel ruolo di Giacinta Johnson detta Jinx, la bond girl buona, si permette la prima scena di sesso con 007 e un remake della scena della uscita dal mare in bikini con cintura e coltello che rese famosa Ursula Andress in Dr. No.

Halle Berry - Jinx

In effetti il film segna il 40° anniversario dell'inizio del franchise, e viene infarcito di chicche: nella sezione Q vediamo lo zaino a reazione usato in Thunderball, il jet Acrostar ed il coccodrillo finto utilizzati in Octopussy, la scarpa con lama avvelenata usata da Rosa Klebb, l'assistente di Ernst Blofeld. Inoltre quando il nuovo Q consegna il tradizionale orologio a Bond, gli dice ironicamente "questo è il ventesimo" riferendosi sì alla tendenza tipica di 007 alla distruzione dell'equipaggiamento speciale, ma contemporaneamente al numero di film di 007 (questo è infatti il ventesimo della serie).

Moneypenny (interpretata da Goldeneye fino a qui da Samantha Bond, un nome un destino) riesce a baciare 007, ma solo manipolando il programma di realtà virtuale di Q.
Infine in un cameo appare Deborah Moore, la figlia di Roger (è una hostess che serve da bere a 007).

Samantha Bond - Moneypenny


I titoli di testa sono di Daniel Kleinman, forse meno ispirato che in Il mondo non basta, ma l'inizio con gli scorpioni che richiamano le torture di 007 e il continuo contrasto ice&fire con la modella di ghiaccio che si scioglie ed i personaggi del film visti riflessi in lastre gelate ne fanno comunque una bellissima introduzione al film.
Pierce Brosnan sull'onda del sostegno popolare, avrebbe voluto continuare ancora per  un film, ma la EON invece matura un piano diverso. Ancora una volta affinchè nulla cambi tutto deve cambiare. A causa della concentrazione per acquisizione delle case di produzione, la MGM è ormai in possesso anche dei diritti per fare il film tratto da Casino Royale, l'unico libro originale di Ian Fleming ancora non sfruttato. Nulla di meglio per ricominciare che poter sfruttare una base così solida.
Si apre così ancora una volta la corsa alla successione, che vedrà il vaglio di diversi candidati alla nascita di un nuovo Bond: giovane, inesperto e moderno.
Di questo e di molto altro parleremo nella prossima puntata!




2002 - Die another day (La morte può attendere)
Regia: Lee Tamahori
Scenografia: Peter Lamont
Costumi: Lindy Hemming

martedì 9 ottobre 2012

Iron Sky - Nazisti dalla Luna



Su questo blog è inusuale scrivere di film non ancora usciti e comunque prima di averli visti personalmente, questa volta però lancio un appello: rischio di non riuscire a vedere un film che mi incuriosisce! Non vi preoccupate, sopravviverò comunque vada, ma penso valga la pena chiedere un contributo.
Iron Sky - Saranno nazi vostri (ahi ahi cambiare i titoli originali...) è un film prodotto da buontemponi finlandesi (detto tutto!) in cui si ipotizza che alla fine della II Guerra Mondiale un gruppo di nazisti sia riuscito a fuggire sulla Luna dove ha fondato una colonia e da dove pianifica di invadere la terra nel 2018. Per i meno acuti specifico che si tratta di una satira!
Il film è prodotto attraverso un progetto di crowdfunding, cioè con prestiti privati i quali associati a canali di finanziamento più tradizionali hanno permesso di raggiungere il rispettabile budget di sette milioni e mezzo di euro.



Il film non viene distribuito in modo tradizionale, ma è possibile attraverso il sito web richiederne la proiezione nella propria città. Si suppone che al raggiungimento di una certa massa critica sia più semplice convincere il gestore di qualche sala a inserirlo in programmazione.
Si tratta del primo film totalmente 2.0: finanziato, distribuito e promosso direttamente dal pubblico. Probabilmente alla fine sarà una vaccata incredibile, ma io sono curioso di vederlo perchè i respiratori dei soldati nazisti fanno lo stesso rumore di quello di Darth Vader, la base lunare è fatta a forma di svastica, ci sono veri tedeschi vestiti da nazisti e tutto il progetto promette di essere la cosa più politicamente scorretta del decennio (date un'occhiata ai manifesti elettorali della presidentessa USA).

Chiedo ufficialmente alla miriade dei miei lettori di unirsi a me nella richiesta di una proiezione nella zona di Torino, nel frattempo gustatevi un paio di foto di scena ed il trailer in italiano!



lunedì 8 ottobre 2012

Il mondo non basta - Waiting for Skyfall /19


Il mondo non basta è il film più genuinamente "007" della serie di Pierce Brosnan e per molti versi rappresenta un ritorno al passato. La storia avrebbe potuto benissimo essere scritta da Fleming ed interpretata da Sean Connery (ai suoi tempi). Il titolo stesso è una dichiarazione programmatica di "bondismo". The world is not enough è infatti la traduzione inglese del motto Orbis non sufficit, che altro non è se non il motto cavalleresco della famiglia Bond (come già si era scoperto in On her majesty's secret service). Divertente notare come la finzione filmica si intrecci con la storia reale: il motto della famiglia Bond, quella che diede i natali al Sir Thomas Bond, baronetto e dignitario di corte della regina madre Henrietta Maria (madre di Carlo II) è davvero Orbis non sufficit. A Sir Thomas è dedicata la celebre Bond street a Londra, ed il motto e lo stemma di famiglia erano riportati su una vetrata della chiesa  di St. Giles Camberwell, distrutta nel XIX secolo. Per la cronaca il motto riprende parte dell'epitaffio tombale di Alessandro Magno: "Un sepolcro ora è sufficiente a colui per il quale il mondo non fu abbastanza".

Maria Grazia Cucinotta - Cigar Girl

Il plot, anche se un po' cupo, è classicamente bondiano e narra di un doppio inganno per ragioni di vendetta personale e di predominio sulle risorse energetiche mondiali attraverso un attacco nucleare, tanto per non farsi mancare nulla.
La regia fu affidata a Michael Apted (Chiamami aquila, Gorky Park, Gorilla nella nebbia, ultimamente Le cronache di Narnia: il viaggio del veliero), ma solo dopo aver vagliato Joe Dante (Gremlins I e II, Matinée, La seconda guerra civile americana) e Peter Jackson, che all'epoca era ancora lontano dalla fama del Signore degli anelli ma è notoriamente un fan sfegatato di 007.
Le location sono inusuali ed interessanti, da Bilbao a Londra, Baku in Azerbaijan e Istanbul (in cui Bond non tornava dai tempi di Dalla Russia con amore).


Serena Scott Thomas - Dr. Molly Warmflash


In questo film si conclude il contratto di product placement con la BMW, che dopo la Z3 in Goldeneye e la 750i in Tomorrow never dies, qui presenta la spider "grossa" Z8, equipaggiata con lanciamissili e telecomandabile attraverso il portachiavi. Altri gadget interessanti sono un bastone con impugnatura-pistola, un grimaldello celato in una carta di credito (non è la prima volta che 007 si serve di un oggetto di questo tipo, evidentemente un equipaggiamento standard dell'MI6), un orologio dotato di sparacavo riavvolgibile, occhiali da sole dotati di lenti a raggi x e che in più nascondono un telecomando per detonatore.
Nella scena di inseguimento sul Tamigi 007 utilizza la cosiddetta "Q boat", un piccolo motoscafo corazzato, equipaggiato con ogni genere di arma e capace di immergersi per percorrere brevi tratti sott'acqua.


Denise Richards - Dr. Christmas Jones

Le Bond girls tornano numerose: Maria Grazia Cucinotta nel ruolo della Cigar girl, letale assassina in tuta di pelle al soldo del cattivissimo Renard (un ottimo Robert Carlyle). Serena Scott Thomas, sorella minore della più celebre Kristin, interpreta la dottoressa Molly Warmflash, impegnata nella valutazione sanitaria di 007; una questione che ovviamente Bond "metterà a nudo".
Denise Richards, ex modella, attrice e futura moglie di Charlie Sheen interpreta l'improbabile fisico nucleare in canottiera ed hot pants Christmas Jones, la bond girl "buona". Il ruolo le varrà ben due Razzie Awards (premio dato alle peggiori performance dell'anno, tradizionalmente il giorno prima della cerimonia degli Oscar).
L'ambigua Elektra King interpretata da Sophie Marceau è definitivamente di un altro livello. Anche se il personaggio della King è di origine azera, la Marceau non rinuncia a mostrare al mondo perchè le donne francesi sono famose come seduttrici: un letale mix di sex appeal, felinità, manipolazione e purissima cattiveria che non può non conquistare. Una delle migliori Bond girls di tutti i tempi, che si rigira gli uomini come le pare e piace.

Sophie Marceau - Elektra King

I titoli di testa sono ancora di Daniel Kleinman, che sfrutta il tema "petrolio" ricoprendone i corpi delle ballerine, con riflessi di volta in volta oro, verde, rosa sempre a ricordare i colori dell'olio minerale. Le pompe di estrazione del greggio ricordano in qualche modo i martelli che camminano del video di The Wall dei Pink Floyd, insomma un capolavoro! Il tema musicale è affidato ai Garbage, che regalano una delle più belle canzoni di sempre, da cui trarranno un memorabile videoclip che già da solo sarebbe un film.
Il pregio più grande di The World is not enough è senza dubbio l'equilibrio: tutti gli ingredienti che hanno fatto grande 007, glamour, azione, intreccio, bellissime donne, sono dosati con sapienza.
Le critiche negative si concentrarono sulla inverosimiglianza dell'intreccio, che poteva confondere qualche spettatore disattento, evidentemente la EON non ritenne di prenderle in considerazione, visto che il capitolo successivo, La morte può attendere, ha una trama esageratamente inverosimile. Il XX secolo si chiude dunque con un grande acuto nel franchise di 007. Il nuovo millennio porterà alcuni cambiamenti, di cui parleremo nelle prossime puntate, non perdetevele!





1999 - The world is not enough (Il mondo non basta)
Regia: Michael Apted
Scenografia: Peter Lamont
Costumi: Lindy Hemming