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martedì 30 luglio 2013

Wolverine l'immortale


Fino a qualche anno fa il periodo fra la chiusura e la riapertura delle scuole veniva considerato "cinematograficamente depresso", al contrario degli USA dove è sempre stato uno dei periodi di più grande afflusso. Sarà forse uno degli effetti della globalizzazione ma l'estate ci ha portato quest' anno l'uscita di diversi blockbuster (Man fo steelThe Lone Ranger, Pacific Rim ma anche il più impegnativo To the wonder di Malick), fra i quali l'ultimo in ordine di tempo è Wolverine - L'immortale


Dal 2000 in qua si tratta già del sesto film dedicato all'universo degli X-Men (il settimo film Days of future past è in uscita nel 2014) ed è già il secondo dedicato espressamente al personaggio di Wolverine, da sempre interpretato da Hugh Jackman che a 45 anni sfoggia un fisico ancora straordinario.
L'idea di un film su Wolverine ambientato in Giappone e basato sulle storie scritte da Chris Claremont (il "wolverinista ufficiale" della Marvel per molti anni) era nell'aria fin dalla realizzazione di X-Men le origini - Wolverine. La sceneggiatura è opera di Christopher McQuarrie (in realtà non registrato nei credits ufficiali), a cui saremo eternamente grati per aver scritto I soliti sospetti, ma anche Operazione Valchiria e più di recente Mission impossible protocollo fantasma e Jack Reacher.
In un primo momento il regista designato era Darren Aronofsky, che abbandonò il progetto in seguito ai ritardi della lavorazione causati dallo tsunami del 2011 e alla necessità di restare troppo tempo in Giappone, lontano dalla propria famiglia. Si tratta indubbiamente di una grande occasione persa: cosa avrebbe potuto essere l'uomo con gli artigli nelle mani del regista di The wrestler e de Il cigno nero potremo soltanto immaginarlo. Resta il fatto che la direzione del film è stata infine affidata al versatile e capace James Mangold (Ragazze interrotte, Walk the Line, già con Jackman in Kate & Leopold).


Gli eventi seguono quelli raccontati in X-Men Conflitto finale: Wolverine è ancora sotto shock per aver dovuto uccidere Jean Grey/Fenice e vaga nei boschi vivendo porta a porta con i grizzlies, finchè non viene scovato da Yukio, una giapponese tanto minuta quanto letale che lo invita in giappone per dare l'ultimo saluto al signor Yashida, un ex-ufficiale dell'esercito giapponese a cui Logan ha salvato al vita durante la seconda guerra mondiale, e divenuto nel frattempo un tycoon nel campo della tecnologia. Questi si offre di "regalargli" la possibilità di divenire mortale inibendogli il fattore di guarigione. Logan si trova così al centro di un complesso intrigo per la successione al comando della multinazionale Yashida, che dovrebbe passare nelle mani della nipote di Yashida, Mariko. Inutile dire che Logan si farà strada verso la verità a colpi di artiglio, anche se questa volta gli toccherà soffrire ancor più del solito.


Per recuperare il fisico di Wolverine Hugh Jackman si è allenato per sei mesi, facendosi aiutare da Dwayne "The Rock" Johnson ma i risultati si vedono tutti: una vera forza della natura!
Famke Janssen interpreta Jean Grey, che continua a creare trambusto nei sogni di Logan; la modella Tao Okamoto esordisce sullo schermo nel ruolo di Mariko, filiforme ma dura come l'acciaio, la modella Rila Fukushima interpreta la guerriera e sensitiva Yukio, autonominatasi "guardia del corpo" di Wolverine. Nella parte dell'ambiguissimo Yashida troviamo il giapponese naturalizzato italiano Haruhiko Yamanouchi (una carriera quasi tutta in italia con Celentano, Salvatores, Bozzetto, Genovese, Pieraccioni); infine la mutante Viper - capace di resistere a qualsiasi veleno conosciuto e di rinnovare la propria pelle sfilandosela quando necessario è interpretata dalla attraente Svetlana Khodchenkova, già vista in La talpa.


Anche se non al livello di X-Men 2, che a mio avviso rimane il film più riuscito di tutto il franchise, l'opera di Mangold è fatta piuttosto bene: l'ambientazione orientale regala un tocco di esotismo che non guasta e la pellicola mantiene un buon equilibrio fra le scene d'azione (esaltante quella sul tetto del treno ad alta velocità in corsa) e le parti in cui Wolverine è più in difficoltà a causa della perdita del fattore rigenerante. Gli attori interpretano le proprie parti caricandole al punto giusto per mantenere il necessario registro fumettistico. Stupenda la scena in cui Wolverine "interroga" il corrotto ministro della giustizia giapponese: quello che tutti almeno una volta nella vita abbiamo sognato di fare, ma (ovviamente) in realtà non faremmo mai. Meno male che c'è Wolverine che ci pensa anche per noi!


Il film sta avendo risultati controversi al botteghino: in proporzione va meglio all'estero che in patria, ma nonostante nel primo week end di programmazione abbia raccolto meno di X-Men le origini, ha pur sempre incassato 140 milioni (worldwide) in meno di una settimana! Al di là del successo di pubblico, il film, nell'universo del cinema d'evasione, ha un livello qualitativo piuttosto elevato (come tutti i film sugli X-men fatti finora, peraltro) e rappresenta una scelta perfetta per una serata di svago estivo. Restate seduti durante i titoli di coda, la scena "extra" vale davvero la pena di aspettare due minuti invece di affrettarsi verso casa!

2013 - Wolverine - L'immortale (The Wolverine)
Regia: James Mangold
Sceneggiatura: Christopher McQuarrie, Mark Bomback, Scott Frank
Fotografia: Ross Emery
Musiche: Marco Beltrami
Costumi: Isis Mussenden


martedì 2 ottobre 2012

Goldeneye - Waiting for Skyfall /17


Dopo i risultati insoddisfacenti di Licence to kill la EON si trovò ad affrontare un periodo in cui le difficoltà sembravano sommarsi: da un lato si riaprì una battaglia legale sul copyright della serie 007, dall'altro Albert Broccoli aveva ormai passato la soglia degli 80 anni, il materiale originale scritto da Fleming da cui trarre spunto per le sceneggiature era stato sfruttato fino all'osso. Il diciassettesimo film di Bond, inizialmente previsto per il 1990 con Timothy Dalton protagonista subì continui slittamenti, finchè nel 1994 l'attore ormai demotivato rescisse il contratto. Non ultimo problema, nell'opinione di molti critici il personaggio di 007 era troppo legato alle atmosfere della guerra fredda e non avrebbe potuto trovare spazio nel rinnovato assetto geopolitico seguente la caduta del muro di Berlino.

Serena Gordon - Caroline

Ancora una volta la EON seppe dimostrare a tutti i detrattori che si sbagliavano. La produzione del film venne affidata alla figlia di Albert, Barbara Broccoli, che aveva collaborato col padre fin dai tempi di Octopussy, ed al figliastro Michael G. Wilson (figlio della prima moglie di Broccoli  e dell'attore Lewis Wilson) già co-sceneggiatore di diversi film di 007. Come nuovo protagonista venne ingaggiato Pierce Brosnan, già preso in seria considerazione come successore di Roger Moore, famoso per l'innata eleganza ed ironia. Quanto al plot, lo sceneggiatore Michel France seppe sfruttare benissimo il periodo caotico ed euforico seguente alla disgregazione dell'Unione Sovietica, dimostrando che un rinnovato 007 avrebbe potuto benissimo trovare posto anche nel mondo moderno. Il titolo, Goldeneye, è il nome della villa jamaicana in cui Fleming passava alcuni mesi tutti gli anni e dove scrisse tutti i libri di James Bond. Oggi la villa, a quanto mi risulta, appartiene a Chris Blackwell, proprietario della Island Records (label discografica di  Roxy Music, Brian Eno, Grace Jones, Marianne Faithfull, Tom Waits e U2), che l'ha trasformata in un hotel. Chi programmasse un viaggio ai caraibi dia pure un' occhiata qui.

Izabella Scorupco - Natalya Simonova
Il mondo rispetto agli anni 80 era cambiato: più politicamente corretto ma non per questo meno violento. Colpo da maestro: il nuovo M (il capo del misogino Bond) è donna e madre, alterna a grande freddezza e durezza un certo senso di materna protezione. Lo scambio di battute con Bond in questo senso pone le basi per un rinnovato rapporto fra 007 e l'MI6. Judi Dench si guadagna in poche battute un ruolo che la renderà popolarissima.
A parte questo, gli stilemi di Bond restano tutti: come auto personale di 007 viene recuperata l'Aston Martin DB5, una vera icona. La sezione Q, interpretato come sempre da Desmond Llewelyn, continua a sfornare gadget letali ed ultratecnologici (un binocolo con trasmissione immagini integrata, una cintura con cavo d'acciaio, un orologio - Omega - che nasconde un laser per tagliare i metalli ed un trasmettitore radio collegato con un detonatore di mine, una biro che cela una potente carica esplosiva).

Famke Janssen - Xenia Onatopp
Le Bond girls non possono mancare: Serena Gordon, attrice televisiva inglese, interpreta Caroline, psicologa incaricata di valutare 007 presto sedotta grazie ad una corsa in auto ed a una bottiglia di Bollinger (lo champagne preferito dal nostro). Minnie Driver non si può considerare una vera e propria Bond girl perchè compare nel ruolo di Irina, donna di un mafioso russo. L'interpretazione è magistralmente esilarante e non le si può negare la citazione!
Famke Janssen attrice olandese con una passato da modella per Victoria's Secret interpreta una henchmen memorabile: Xenia Onatopp, assassina sadica che ama stritolare le proprie vittime con le gambe. In realtà sarebbe molto più temibile essere presi a calci, perchè la giunonica Famke dall'alto del proprio metro e ottantatre manovra lunghe leve che terminano con piedi taglia 46!
Il ruolo di Bond girl principale spetta invece a Izabella Scorupco, ex cantante di origina polacca ma cresciuta in Svezia. Bellissima e di eleganza innata interpreta la coraggiosa programmatrice russa Natalya Simonova.

Minnie Driver - Irina
 I titoli di testa cambiano finalmente autore: Daniel Kleinman reinterpreta in chiave moderna lo stile che da sempre contraddistingue questa parte dei film di Bond. Il tema principale è la caduta del comunismo,  rappresentata da statue di Lenin e Stalin che vengono demolite da figure femminili. Bellissima l'apertura con la camera che "vede" la pallottola arrivarle addosso e poi ne segue la traiettoria e la chiusura dei titoli  attraverso la canna di una pistola.
Il tema del film, molto riuscito, è affidato alla bravura compositiva di Bono e The Edge degli U2 ed alle capacità interpretative di Tina Turner, quando si dice voler andare sul sicuro! 

Nonostante qualche gufata della vigilia (Brosnan, di origine irlandese, era stato apostrofato da certa stampa britannica come "James O'Bond") il nuovo 007 è un mix irresistibile di eleganza (vestiti made in Italy firmati Brioni) e capacità atletica. Quello di Brosnan sarà "action Bond" con incredibili evoluzioni, ad esempio lo stunt che apre la pellicola con il bungee jumping giù dalla diga è stato fatto realmente e fu record del mondo.
Ancora una volta il passaggio di attore protagonista è avvenuto positivamente: restando fedele a sè stesso più che mai, il rinnovato 007 è perfetto per i suoi tempi e pronto per nuove avventure, perchè come scopriremo nella prossima puntata, Il domani non muore mai!




1996 - Goldeneye 
Regia: Martin Campbell
Scenografia: Peter Lamont
Costumi: Lindy Hemming