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giovedì 14 marzo 2013

Il grande e potente Oz: la recensione


Come vi avevo già anticipato a novembre, è regolarmente uscito Il grande e potente Oz, ultimo film di Sam Raimi con protagonista l'iperattivo James Franco.
Il film si pone come un prequel delle vicende raccontate nel film del 1939 con Judy Garland che tutti abbiamo visto da bambini, e narra di come il ciarlatano imbonitore Oscar Diggs sia arrivato nel paese di Oz.
Diversi i riferimenti all'illustre predecessore, come lo skyline della città di smeraldo quasi identico all'originale, anche la strega Teodora, verde, nasuta e dotata di scopa volante ha un profilo simile a quello sfoggiato nel passato. Come nell'originale, i personaggi che abitano il mondo "reale" del Kansas hanno un omologo nel mondo fantastico di Oz.

La fatina dell'acqua dai denti aguzzi, il mio personaggio preferito.

Lo schema di base della sceneggiatura è quello classico della fiaba, abbiamo quindi un eroe che viene catapultato in un mondo fantastico, dove dovrà compiere una importante missione. Nel suo viaggio dovrà dare fondo alle proprie risorse per superare diverse prove, troverà fedeli collaboratori e dovrà guardarsi da feroci nemici. La storia si conclude con una morale chiarissima ed educativa.
Sulla trama non c'è bisogno di dilungarsi, segnalo però che lo sforzo produttivo è stato piuttosto imponente ed ha dato ottimi risultati: nonostante il pesante utilizzo di CGI (cioè personaggi ed oggetti scenici creati al computer che si muovono nell'inquadratura) gli attori hanno recitato in un  vero mastodontico set, nel quale sono state realizzate moltissime vere scenografie (ad esempio il villaggio di porcellana), mentre gli sfondi sono stati aggiunti in postproduzione con il chroma key. Franco ha sostenuto nelle interviste che la scelta di integrare le immagini digitali con attori ed oggetti di scena reali abbia donato alla recitazione una verità che non è possibile raggiungere quando l'oggetto dell'interazione è immaginario.
Le scenografie sono spettacolari - senza però esondare dalla loro funzione - e caratterizzano bene i diversi ambienti in base a chi li abita: ad esempio Glinda vive in un posto luminoso e dai contorni morbidi, mentre la città di smeraldo è spigolosa e tutta ombre e luci.

Papaveri narcotici...mmmm...sembra interessante!

James Franco è un Oscar Diggs vanaglorioso e sbruffone, con un fantastico sorriso da baraccone. A mio giudizio per questo ruolo è meglio lui di Robert Downey Jr, ed anche di Johnny Depp, a cui la parte era stata offerta in precedenza (non sono un po' vecchi per il ruolo?): gigioneggia come loro, ma almeno ci siamo meno abituati!
Michelle Williams: è bella, è bionda e non sbaglia un film. Interviene provvidenzialmente a cavare le castagne dal fuoco quando Oscar si mette nei guai. Quante donne si identificheranno in questo ruolo di problem solver a cui tocca pure lasciare meriti ed onori allo sbruffone che si ritrova accanto??
Mila Kunis: sarà una mia impressione ma ai tempi de Il cigno nero era molto più sexy. Comunque con la sua faccia recita poco: Teodora diventa presto strega verde di bile e con tanto di cappellaccio da befana.
Rachel Weisz: probabilmente la sua è la parte più divertente: Evanora è algida, maligna, manipolatrice e comanda a bacchetta un esercito di babbuini volanti. Cosa chiedere di più?
Zach Braff: può provarci in tutti i modi, ma non si libererà mai del dottor Dorian (suo ruolo in Scrubs per dieci anni o giù di lì). La scimmietta volante che accompagna Oz è in realtà lui che ha recitato in tutte le scene per poi finire sostituito dall'immagine digitalizzata del simpatico primate.

Non puoi resistermi giovane Skywalker...volevo dire maledetto ciarlatano di un Oz!

Da Sam Raimi non mi sarei aspettato una fiaba per tutti, e invece questo suo mago di Oz è davvero un film per famiglie. All'uscita dalla sala i bambini presenti erano letteralmente entusiasti! Qua e là qualche inquadratura ci fa ricordare del Raimi re dell'horror, però la presenza del personaggio di Finley la scimmietta alata e della bambola di porcellana (interpretata sul set da Joey King, una bambina-carrarmato che a 13 anni ne ha già 7 di carriera alle spalle) regalano efficaci momenti di alleggerimento. La scena di Oscar che incolla le gambe alla bambolina è un gioiello di delicatezza recitativa.
Il film non sarà forse la stessa pietra miliare del suo predecessore, però è una scelta sicura per una serata al cinema dove si divertiranno - senza necessariamente spegnere il cervello - sia i grandi che i piccini. Un sano, gran bel film!

Il cast con Raimi

2013 - Oz: The Great and Powerful (Il grande e potente Oz)
Regia: Sam Raimi
Fotografia:  Peter Deming
Scenografie: Robert Stromberg
Costumi: Gary Jones 
Musiche: Danny Elfman


mercoledì 28 novembre 2012

Il grande e potente Oz - Read and be ready


Fate parte - come la mia amica Stefania - di coloro che vivono nel culto di James Franco, oppure (nel caso siate maschietti) state ancora sbavando al pensiero di Mila Kunis in Il cigno nero? Vi state chiedendo a quali raffinati progetti stia lavorando Michelle Williams dopo aver interpretato nientemeno che Marylin Monroe, o in un momento di sovrappensiero vi è venuto in mente che al posto di Rachel Weisz dopo aver fatto The Bourne legacy vi avrebbe fatto piacere prendere parte ad un progetto di intrattenimento meno cruento?


Ebbene se appartenete a una qualsiasi di queste categorie, oppure se semplicemente apprezzate il cinema fantasy, Il grande e potente Oz è il film che stavate aspettando.
Previsto in uscita per il prossimo marzo e girato in 3D, il progetto vede il ritorno di Sam Raimi ad un progetto ad alto budget, e la produzione di Joe Roth, già sperimentato nel genere con il peraltro discutibile Alice in wonderland di Tim Burton.
Per l'occasione Raimi torna a lavorare con Franco (dopo i tre film del franchise di Spider-man) e ritrova Danny Elfman, dopo i forti dissapori che li divisero durante la lavorazione di Spider-man 2.
La trama si basa sui personaggi del famosissimo romanzo di L. Frank Baum e si pone come ideale prequel del film che tutti abbiamo amato con Judy Garland protagonista. A  giudiucare dal trailer, ma in realtà al momento la trama non è nota, dubito che le allegorie politiche presenti nel romanzo trovino un riscontro nella pellicola. Peccato, il vederne una trasposizione nel globalizzato mondo moderno darebbe al film uno spessore di livello superiore.


Al momento quello che si sa è che James Franco interpreta il (futuro) mago di Oz, un ambizioso artista da circo di nome Oscar Diggs, che per una serie di eventi fortuiti atterra nel paese di Oz, nel quale avrà l'opportunità di confrontarsi con la strega buona del Nord (Michelle Williams) e con le streghe cattive dell'Est e dell'Ovest (rispettivamente la Weisz e la Kunis). Oscar dovrà decidere da che parte stare e lottare per divenire il "grande uomo" che sogna di essere. Fra i personaggi minori si ritrovano diversi "feticci" di Raimi, come il fratello Ted, o lo squadratissimo Bruce Campbell.
Oltre al regista, le cui capacità sono fuori discussione, la crew tecnica è di primissimo ordine, soprattutto nel comparto scenografia e fotografia: Stromberg e Deming sono entrambi vecchie pellacce di Hollywood con alle spalle decine (diconsi decine) di successi planetari.
Non resta che sperare che la sceneggiatura sia all'altezza della situazione e che la resa del 3D sia adeguata alle aspettative per un titolo di questo tipo. A giudicare dal trailer dovrebbe valer la pena di investire in un pomeriggio in sala, s e vi piace, save the date per il 7 marzo!


2013 - Oz: The Great and Powerful (Il grande e potente Oz)
Regia: Sam Raimi
Fotografia:  Peter Deming
Scenografie: Robert Stromberg
Costumi: Gary Jones 



lunedì 1 ottobre 2012

My week with Marilyn - When love goes wrong, nothing goes right


My week with Marilyn è quello che nella mia famiglia si definirebbe "un film su Marilyn Monroe". La pellicola è basata sui diari di Colin Clark, un interessante personaggio della alta borghesia britannica (il padre era un noto storico, il fratello Alan fu ministro nel governo Tatcher) con il pallino del cinema.
Il film è una fiction a tutti gli effetti, ma gli eventi sono solidamente radicati nelle memorie di Clark, che si fa narratore del soggiorno inglese della Monroe nel periodo in cui girava Il principe e la ballerina con Laurence Olivier. Clark all'epoca era stato ingaggiato da Olivier come assistente di produzione ed ebbe l'occasione non solo di vedere Marilyn Monroe all'opera durante le riprese, ma anche di diventarne amico,e forse amante, scoprendo anche gli aspetti più privati della vita della star.


Dal punto di vista storiografico il film è piuttosto curato, ambienti e costumi sono ricostruiti con cura (gli abiti in gran parte non sono rifatti ex novo ma provengono dal mercato vintage) sulla base delle foto dell'epoca. Il casting stato un lavoro delicato ma il risultato è una squadra di attori eccezionali, tutti in forma smagliante.

La storia segue dunque quella della lavorazione di The prince and the showgirl, una commedia diretta da Laurence Olivier, interpretata e prodotta da quest'ultimo in associazione con la Monroe (che per l'occasione fondò la propria casa di produzione in società con il fotografo Milton Greene), la pellicola è dunque un rispettabilissimo esempio di metacinema nel quale vengono ricostruite diverse scene della commedia, oltre a mostrarci i personaggi originali dietro le quinte. Il regista Simon Curtis, al primo lungometraggio dopo più di venti anni di lavoro in TV, ci mostra una Marilyn dapprima intimorita e poi via via più disinvolta ed un Olivier molto sicuro di sè al principio che si fa sempre più rassegnato e disilluso. Nella realtà storica la Monroe era già al culmine della carriera, vera e propria star di livello mondiale, mentre Olivier era sì un gigante del teatro ma non aveva ancora raccolto al cinema il frutto del proprio immenso talento. 
Il giovane Clark si pone come un tramite tra questi due mondi così diversi, guadagnandosi la fiducia della fragile attrice americana ed aiutandola ad uscire trionfante da un'esperienza partita tutta in salita.

   


Il cast artistico è stratosferico Kenneth Branagh si prende la responsabilità di interpretare il mito Laurence Olivier, all'epoca già cinquantenne e (ancora) sposato con una Vivien Leigh (Julia Ormond, bentornata!) che dava già segni della depressione che l'avrebbe segnata per tutti gli anni della maturità. Michelle Williams guadagna per il secondo anno consecutivo la nomination agli Oscar la somiglianza fisica non è curata in modo maniacale: in alcune scene è praticamente priva di trucco. Riesce però a dare corpo a una Marilyn sempre in bilico fra la propria personalità "privata" ed  il personaggio pubblico. Dai tempi di Dawson's Creek  ne ha fatta di strada! Judi Dench è straordinaria nelle poche scene in cui compare nel ruolo di Sybil Thorndike, una delle più grandi attrici teatrali della sua epoca. Eddie Redmayne (visto in The good sheperd di De Niro) sembra più giovane di quello che è, e risulta abile nel tratteggiare il giovanotto di buona famiglia che si affaccia ad un ambiente nuovo e folle come quello del cinema.
Da segnalare anche Emma Watson che come primo ruolo dopo i vari Harry Potter sceglie di non strafare ripartendo da quello della giovane e emancipata sarta Lucy. Acconciata e vestita come meglio non si potrebbe, dimostra di avere i numeri per fare una bella carriera uscendo a testa alta dal confronto con i giganti della recitazione di cui sopra.
Una citazione anche per Derek Jacobi nel ruolo del padrino di Colin che li fa entrare a palazzo reale e per Dominic Cooper (ve lo ricordate fidanzato di Amanda Seyfried in Mamma Mia?), che interpreta un ingelosito Milton Greene.


Il cast tecnico è prevalentemente inglese e più o meno curiosamente sono quasi tutti passati da Downtown Abbey. La costumista è Jill Taylor (Full Monty, Sliding Doors, Johnny English, Match point, Scoop) ha fatto un lavoro a dir poco meraviglioso, fra capi originali e le riproduzioni dei costumi di scena di Il principe e la ballerina dimostra grande sapienza e versatilità, oltre che una maniacale cura del dettaglio. Marilyn (nel film siamo nel 1958) nelle scene "fuori dal set" è vestita con uno stile elegante ma casual di assoluta avanguardia per il suo tempo. Non sono molti i film che meriterebbero di essere visti solo per i costumi, ma se vi piace il vintage questo ne vale assolutamente la pena!
Bella la colonna sonora di Conrad Pope (Salt, i due ultimi Harry Potter and the deathly hollows) e Alexandre Desplat (una grande carriera spaziando da Twilight a Harry Potter, ma anche Il Discorso del re, Carnage, The tree of life) con al piano Lang Lang e diverse canzoni interpretate dalla stessa Williams.

         

Il "film su Marilyn Monroe", sceglie di focalizzarsi su un periodo preciso della vita della star non già per raccontarci chissà quali segreti di cui non fossimo già a conoscenza, ma per mostrarcene senza ipocrisie l'insicurezza di fondo, l'entourage che in parte la protegge ed in parte la sfrutta senza scrupolo alcuno, l'insopprimibile dicotomia fra la persona che è e quella che gli altri si aspettano che sia.
Traslando ciò che si vede sullo schermo ai giorni nostri, la vicenda assume un significato moderno: non credo che per le star del pop dei nostri giorni sia cambiato molto, penso per esempio alle vicende di una Britney Spears, lanciata dalla propria famiglia, giovanissima ed evidentemente senza rete, in un mondo che non può conoscere regole diverse da quelle dettate dall'avidità. 
Il film ha il pregio di non prendere moralmente una posizione verso nessuno dei personaggi che vi compare.
Ormai è difficile trovarlo in sala; senza essere imperdibile, chi ne acquistasse il DVD non ne resterà deluso.