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mercoledì 17 aprile 2013

Come ammazzare il capo e vivere felici - Horrible bosses


Chi non ci ha mai pensato alzi la mano! ...come pensavo, ci siamo passati tutti prima o poi.
Deve averlo realizzato anche Michael Markowitz, lo sceneggiatore che si è inventato questa divertente commedia: chi di noi non ha mai pensato di far fuori un capo insopportabile, invadente, incompetente o semplicemente ........ (l'aggettivo mettetecelo pure voi a piacere)?


Ed ecco quindi le disavventure di Nick, Dale e Kurt, tre amici per la pelle che per una serie di combinazioni si ritovano tutti ad avere a che fare con dei capi insopportabili: Nick è vessato da un dirigente narcisista e sfruttatore, Dale è infermiere nello studio di una dentista ninfomane che lo ricatta, Kurt alla morte del titolare dell'azienda in cui lavora si ritrova in balia del figlio tossicomane di questi. I tre prendono spunto da una battuta di Dale nel decidere di uccidere i rispettivi boss, ma  rendendosi conto di non essere tagliati come killer, i malcapitati decidono di rivolgersi a un presunto galeotto Dean "Madafucka" Jones che si offre come consulente in imprese criminose, consigliandogli di uccidere ciascuno il capo dell'altro. Da qui partono una serie di disavventure dei tre sicari pasticcioni, con il serio rischio di passare ingiustamente il resto della vita in carcere.


Il film negli Stati Uniti è stato un piccolo caso:costato meno di 40 milioni di $ ne ha raccolti più di 200, da noi forse ingiustamente è passato abbastanza inosservato.
Il cast è straordinario: se i tre protagonisti non sono interpreti primissimo piano (Jason Bateman è il pubblicitario Nick, Charlie Day l'igienista dentale Dale, Jason Sudeikis il commerciale Kurt), i comprimari sono star di livello assoluto: Kevin Spacey è diabolico come spietato dirigenti di Nick, Colin Farrell gonfio e calvo è il folle "figlio del padrone" dell'azienda dove lavora Kurt e Jennifer Aniston non è mai stata così sexy come nei pochi panni della "pornodentista". Jamie Foxx presta la faccia da duro con tanto di cranio tatuato all'esilarante personaggio di "fottimadre" Jones.


Come scoprono i tre eroi del film fra fantasticare di uccidere il proprio capo e mettere in opera il proposito senza finire all'ergastolo bisogna attraversare un oceano di difficoltà, ma la cosa non stupisce: infatti i loro capi sono effettivamente persone cattive, disturbate o folli, mentre loro sono tre "average guys" buoni e bravi; tuttavia, come scrisse il poeta inglese John Dryden Beware the Fury of a Patient Man. 
La commedia funziona e ve la consiglio per una serata in cui al lavoro avete maturato propositi omicidi: la risata - si sa - è catartica!
Se tutti ci abbiamo pensato, in pochi o (spero) nessuno l'abbiamo fatto per davvero: perchè in fin dei conti siamo brave persone e perchè non ne vale la pena...anche se troppo spesso stiamo male vedendo che - citando nientemeno che Kurosawa - "i cattivi dormono in pace".




2011 - Come ammazzare il capo e vivere felici (Horrible bosses)
Regia: Seth Gordon
Soggetto: Michael Markowitz
Fotografia: David Hennings


domenica 30 dicembre 2012

Margin Call - It's the end of the world as we know it


Margin Call di J.C.Chandor è un progetto "piccolo" (è costato tre milioni e mezzo di $), ma di indubbio valore artistico: si è guadagnato una nomination agli ultimi Oscar per la migliore sceneggiatura ed un'altra al festival di Berlino per il miglior film (riconoscimento poi andato a Cesare deve morire dei fratelli Taviani), inoltre ha incassato worldwide oltre sedici milioni, rivelandosi un investimento di gran lunga migliore di quelli di cui si parla nella pellicola.
Chandor, alla prima esperienza sul grande schermo dopo una carriera nel mondo della pubblicità, ripercorre attraverso una "piccola storia di uomini" il cruciale momento in cui si è scatenata la crisi finanziaria le cui conseguenze patiamo (e temo patiremo) ancora. Lo stile non è documentaristico ma proprio per questo la pellicola si permette di alludere a fatti, personaggi e aziende reali, ben sapendo di dare una rappresentazione veritiera proprio in quanto frutto dell'immaginazione invece che di una cronaca che sarebbe necessariamente imprecisa.

Quinto e Badgley annichiliti dalla velocità del licenziamento di Tucci

La trama è semplice, viviamo una giornata importante in una grande banca d'affari: un team di tagliatori di teste licenzia in modo repentino il capo dell'ufficio rischi (Stanley Tucci, di film in film mi sembra sempre più bravo). Questi prima di essere accompagnato alla porta riesce a passare ad uno dei giovani analisti che lavorano con lui (Zachary Quinto, il Dr. Spock di di Star Trek - Il futuro ha inizio) una chiavetta USB con alcuni importanti files a cui stava lavorando. Il giovane analista ci impiega poco a rendersi conto che i dati riguardano la eccessiva esposizione su prodotti derivati (MBS, sta per Mortgage-backed securities, in sostanza dei titoli ad alto leverage garantiti da mutui immobiliari. Se mi scrivete in privato posso tentare di spiegarvi cosa vuol dire!). Ovviamente lo racconta al capo, che ne parla al direttore, che ne parla al capo-divisione che consulta l'amministratore delegato; insomma nell'azienda si scatena il panico. Nel corso di una riunione notturna viene deciso che la banca venderà i titoli "tossici" nel corso della mattinata successiva, anche sottocosto se necessario, poichè una tale mole di vendite renderà comunque i titoli carta straccia in poche ore. Come conseguenza si renderà necessaria una ristrutturazione aziendale che porterà al licenziamento di moltissimi impiegati.

""Ragazzi, me raccomando: nun me fate fà figure de...."

Il film è corale, i personaggi principali sono Peter Sullivan (Quinto), il suo dirigente Sam Rogers (Kevin Spacey, in palla come sempre). Alcune digressioni ci raccontano qualcosa anche di Will Emerson (Paul Bettany, il Silas di Il codice Da Vinci, molto bravo), di Jared Cohen (Simon Baker da The Mentalist, convincente), Jeremy Irons è un John Tuld, l'amministratore delegato, al tempo stesso spietato e distaccato. 
Il punto di vista varia da quello stranito dei giovani Sullivan e Bregman a quello disincantato e rassegnato di Rogers e Dale (Tucci) a quello gelido di Cohen e Tuld. Demi Moore è invece Sarah Robertson, head del risk department, prima fredda e professionale per ritrovarsi in seguito affratellata a Dale, da lei licenziato il giorno precedente.
La pellicola ha il pregio di restituire un'ottima immagine di quelle che sono le dinamiche e la tipologia di rapporti che si creano all'interno di una grande azienda; detto per inciso pur guardandosi bene dal dichiararlo esplicitamente la vicenda che vediamo rappresentata è ispirata al comportamento tenuto dalla Goldman Sachs, famosa (e in molti ambienti famigerata) banca d'affari newyorchese.
Va comunque detto che non è la banca del film a "creare" la crisi in modo artificioso: la fine del mondo non arriva perchè lo decide una banca, ma state pur certi che se arriva loro proveranno a guadagnarci su qualcosa!

Spacey: "Svendete tutto e poi  buona fortuna"

Il film non si lascia andare a facili moralismi: la banca licenzia i propri collaboratori più fedeli senza il minimo scrupolo,eppure molti di essi vi si affezionano. I traders fanno un lavoro "sporchetto", ma in fondo i loro clienti non sono meglio di loro. Come Chandor fa dire ad Emerson, se c'è qualcuno che chiede il guadagno facile, è probabile che ci siano altri che si ingegnano di procurargli gli strumenti adatti. 
Il film non ci spiega il perchè della crisi, ci mostra dal punto di vista umano, com'è che siamo arrivati fino a qui. E' l'uomo ad essere fatto così? Probabilmente sì, anche se non tutti quanti. Chiudiamo dunque un 2012 difficile (ad esempio per me lo è stato, non solo sotto il profilo economico-lavorativo) e ripartiamo da zero con la consapevolezza che solo il lavoro serio paga nel lungo periodo: il mio augurio per l'anno entrante e per i successivi è di lavorare bene e con soddisfazione. Il resto verrà.
Buon 2013 a tutti!

Più belli  e sorridenti da attori che da finanzieri


2012 - Margin Call
Regia e sceneggiatura: J.C. Chandor
Scenografia: John Paino
Fotografia: Frank DeMarco
Costumi: Caroline Duncan