venerdì 30 novembre 2012

Souljacker part I - Ceci n'est pas un film



Dopo aver inaugurato una serie di post dedicati alle pubblicità d'autore, introduco oggi una nuova rubrica, caratterizzata dal sottotitolo Ceci n'est pas un film,  dedicata ai video musicali realizzati da registi famosi.
Rispetto ai film realizzati per la pubblicità, i video musicali presentano sì delle analogie, perchè hanno una durata definita a priori ed un obiettivo che è quello di valorizzare la musica, ma godono di una assoluta libertà creativa in tutto il resto: possono essere folli, classici, deliranti, assurdi, raccontare una storia oppure semplicemente far vedere un tizio che suona.
Così come per i commercials, alcuni registi sono diventati famosi grazie a i video musicali e sono approdati in questo modo al grande schermo, altri si sono prima affermati come autori e solo successivamente hanno affrontato questa interessante forma espressiva.

Per la prima puntata, vi propongo il video girato da un vero maestro del grande schermo: Wim Wenders. La scelta non è casuale perchè Wenders è un regista da sempre interessato al mondo musicale: basta riguardare il concerto di Nick Cave ripreso all'interno di Il cielo sopra Berlino, senza dimenticare quanto gli deve in termini di popolarità raggiunta il Buena Vista Social Club, su cui girò un famoso documentario.
Giusto due anni dopo aver affrontato il tema della musica cubana Wenders girò il video per questa strana band americana di indie rock, gli Eels, che ruota intorno alla figura barbuta di Mister E (mark Everett per l'anagrafe).

IL video è girato all'interno di un carcere in cui la band suona nel corridoio, mentre le celle sono tutte occupate da donne, l'atmosfera è onirica ed il testo presumo rifletta in qualche modo l'esperienza personale di Mister E, orfano di padre e molto legato ad una sorella che ha avuto molti problemi psichici legati al consumo di stupefacenti.
Insomma tutto MOLTO inquietante!

A me video e canzone piacciono molto, ed a voi?




2001 - Souljacker part I - Wim Wenders


mercoledì 28 novembre 2012

Il grande e potente Oz - Read and be ready


Fate parte - come la mia amica Stefania - di coloro che vivono nel culto di James Franco, oppure (nel caso siate maschietti) state ancora sbavando al pensiero di Mila Kunis in Il cigno nero? Vi state chiedendo a quali raffinati progetti stia lavorando Michelle Williams dopo aver interpretato nientemeno che Marylin Monroe, o in un momento di sovrappensiero vi è venuto in mente che al posto di Rachel Weisz dopo aver fatto The Bourne legacy vi avrebbe fatto piacere prendere parte ad un progetto di intrattenimento meno cruento?


Ebbene se appartenete a una qualsiasi di queste categorie, oppure se semplicemente apprezzate il cinema fantasy, Il grande e potente Oz è il film che stavate aspettando.
Previsto in uscita per il prossimo marzo e girato in 3D, il progetto vede il ritorno di Sam Raimi ad un progetto ad alto budget, e la produzione di Joe Roth, già sperimentato nel genere con il peraltro discutibile Alice in wonderland di Tim Burton.
Per l'occasione Raimi torna a lavorare con Franco (dopo i tre film del franchise di Spider-man) e ritrova Danny Elfman, dopo i forti dissapori che li divisero durante la lavorazione di Spider-man 2.
La trama si basa sui personaggi del famosissimo romanzo di L. Frank Baum e si pone come ideale prequel del film che tutti abbiamo amato con Judy Garland protagonista. A  giudiucare dal trailer, ma in realtà al momento la trama non è nota, dubito che le allegorie politiche presenti nel romanzo trovino un riscontro nella pellicola. Peccato, il vederne una trasposizione nel globalizzato mondo moderno darebbe al film uno spessore di livello superiore.


Al momento quello che si sa è che James Franco interpreta il (futuro) mago di Oz, un ambizioso artista da circo di nome Oscar Diggs, che per una serie di eventi fortuiti atterra nel paese di Oz, nel quale avrà l'opportunità di confrontarsi con la strega buona del Nord (Michelle Williams) e con le streghe cattive dell'Est e dell'Ovest (rispettivamente la Weisz e la Kunis). Oscar dovrà decidere da che parte stare e lottare per divenire il "grande uomo" che sogna di essere. Fra i personaggi minori si ritrovano diversi "feticci" di Raimi, come il fratello Ted, o lo squadratissimo Bruce Campbell.
Oltre al regista, le cui capacità sono fuori discussione, la crew tecnica è di primissimo ordine, soprattutto nel comparto scenografia e fotografia: Stromberg e Deming sono entrambi vecchie pellacce di Hollywood con alle spalle decine (diconsi decine) di successi planetari.
Non resta che sperare che la sceneggiatura sia all'altezza della situazione e che la resa del 3D sia adeguata alle aspettative per un titolo di questo tipo. A giudicare dal trailer dovrebbe valer la pena di investire in un pomeriggio in sala, s e vi piace, save the date per il 7 marzo!


2013 - Oz: The Great and Powerful (Il grande e potente Oz)
Regia: Sam Raimi
Fotografia:  Peter Deming
Scenografie: Robert Stromberg
Costumi: Gary Jones 



lunedì 26 novembre 2012

Director's Ads - Barilla / Fellini 1

Pietro Barilla e Federico Fellini

E' da un po' di tempo che prometto novità sul blog, ed è giunto il momento di iniziare a svelarne qualcuna.

Director's ads è una nuova rubrica che entra a far parte stabilmente del blog ed è dedicata agli spot, o ai corti,  realizzati da registi famosi 
 Molti autori cinematografici hanno mosso i primi passi proprio realizzando spot pubblicitari, altri ci sono arrivati dopo essersi affermati. 
La linea di demarcazione fra cinema e pubblicità non è sempre così netta; ad esempio nella serie di post Waiting for Skyfall abbiamo visto quale peso ha il product placement all'interno delle pellicole di 007, ma un conto è realizzare un film che ha dei contenuti promozionali più o meno occulti ed un altro è confrontarsi con una forma espressiva espressamente finalizzata alla pubblicizzazione di un prodotto.
Spero che troverete interessante anche voi esplorare anche questo aspetto della creatività che deve confrontarsi con moltissimi vincoli.
Purtroppo ci sono pochissime risorse in rete per scoprire i dettagli di realizzazione degli spot, quindi ogni suggerimento o segnalazione verrà salutato dal sottoscritto con nitriti di gioia.

Soupe Colbert...gelée de bouillon..bouillon royal...

Parto in quarta con uno spot molto divertente e che ha fatto epoca negli anni 80, firmato nientemeno che DAL maestro: Federico Fellini. In un ristorante di alta classe il maitre arringa una giovane coppia di innamorati elencando una serie di raffinatissimi piatti per restare sopraffatto dalla risposta dell'elegante avventrice: "Rigatoni!", a cui non può che replicare con un "Barilla!"che riecheggia nelle case degli italiani!
Fellini, notoriamente sospettoso verso il mezzo TV, non solo si lasciò convincere a girare lo spot, ma ci prese gusto realizzandone alcuni altri in seguito.
Per realizzare questo spot della Barilla, Fellini si avvalse della collaborazione di Danilo Donati per la scenografia ed i costumi, di Ennio Guarnieri per la fotografia e di Nino Rota per la musica. Tutti insieme fanno ben otto premi Oscar! 
Mi scuso per la qualità del filmato, purtroppo su Youtube non se ne trovano di qualità decente. Temo succederà spesso con i filmati più vecchi.


Spot: Alta Società
Regia: Federico Fellini
Prodotto: pasta Barilla
Anno: 1985


mercoledì 21 novembre 2012

Rock of ages - Censorshit


Chi come me è cresciuto durante la creativa decade degli anni 80 non sbaglierà impossessandosi del DVD (uscito da poco più di un mese) di Rock of ages, l'adattamento cinematografico di un musical di Broadway diretto da Adam Shankman (Prima o poi mi sposo, Missione tata, Hairspray). Si tratta di una favola rock, piena zeppa di belle canzoni (Def Leppard, Twisted Sister, Guns 'n' Roses, Bon Jovi, Joan Jett, Foreigner, Quarterflash, Poison, Extreme, Bon Jovi) e di bravi attori.


La storia non potrebbe essere più classica: la biondina Sherrie (Julianne Hough, regina del Ballando con le stelle USA) arriva a L.A. dall'Oklahoma con una valigia piena di dischi e di sogni di successo, incontra per caso Drew (Diego Boneta, giovanissimo cantante ed attore messicano recentemente sbarcato ad Hollywood), un aspirante rocker che sbarca il lunario come cameriere al Bourbon Room, il club più tosto della città, continuamente alle prese con problemi finanziari a cui il gestore Dennis (Alec Baldwin, straodinario) e  l'aiutante Lonny (Russell Brand, ex marito di Katy Perry) tentano di mettere una pezza.  A complicare le cose ci si mettono anche una giornalista irriverente (Malin Åkerman) e la moglie del sindaco, Patricia (Catherine Zeta-Jones in perfetta forma fisica ed artistica) che guida un gruppo di signore benpensanti in una crociata per bandire il rock dalla città. L'occasione per salvare il locale è un concerto della star Tracee Jaxx (Tom Cruise) e dei suoi Arsenal. Per una fortunata coincidenza Drew si trova ad aprire con grande successo il concerto degli Arsenal, il cui manager (Paul Giamatti, che non ho mai visto sbagliare un ruolo e anche qui è bravissimo) immediatamente lo scrittura. Drew e Sherrie litigano e si lasciano per una incomprensione, ma la lontananza non gli gioverà: Sherrie finisce a fare la spogliarellista nel locale di Justice (una bravissima Mary J. Blige), mentre Drew viene rifutato dalle majors e finisce per andare a cantare in una boy band. L'occasione del riscatto finale è un nuovo concerto al Bourbon Room dove tutti i nodi si scioglieranno e l'amore trionferà insieme alla musica.


Alcune scene memorabili: l'inizio del film con Sherrie sul bus, i duetti di Alec Baldwin e Russell Brand, la incredibile intervista a Tracee e le magnifiche coreografie al Venus Cafè.
L'atmosfera anni 80 è stata curata in modo maniacale sia nelle scenografie che nei costumi (un particolare che dà la misura dell'attenzione ai dettagli: il costume da bagno sgambatissimo di Sherrie) e nel montaggio, il cui ritmo è molto simile a quello dei video dell'epoca di gruppi come gli Skid Row o i Bon Jovi.
Molto azzeccato anche l'accenno al difficile periodo vissuto dal rock (in quegli anni nasceva il fenomeno boy band, che avrebbe ammorbato il decennio dei 90) con la sensazione che il rock avesse ceduto la leadership a generi più "moderni" come il rap o il pop.
Non cedo alla tentazione di addentrarmi nella storia nè nella sociologia dei generi musicali, segnalo soltanto di aver personalmente visto un parallelismo piuttosto evidente fra il personaggio della Zeta-Jones e le vicende che videro protagonista  Tipper Gore, moglie dell'ex-vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore e fondatrice del Parents Music Resource Center, associazione di mogli di politici a stelle e strisce a cui dobbiamo la fondamentale istituzione degli adesivi "Parental Advisory- Explicit Lyrics" incollati sui CD musicali con i testi che contengono le parolacce. Fra la fine degli anni 80 ed il principio dei 90 la PMRC fu avversata molto duramente da artisti come Frank Zappa, John Denver (sic!) o come i Ramones, che le dedicarono addirittura una canzone dal'esplicito titolo di Censorshit, a cui - nel mio piccolo - mi associo.


Il tema di fondo del film è infatti la minaccia rappresentata da ipocriti e benpensanti (come in Footloose, ad esempio) allo spirito rock, che di suo già deve guardarsi dall'avidità delle case produttrici, ma anche dalla propria spinta autodistruttiva. Lo Stacee Jaxx di Cruise è in questo senso perfetto, la vera rockstar vittima dei propri eccessi ed ormai (quasi) perduta, ma che in fondo ha un cuore romantico e riesce a ritrovare sè stesso ed i valori di lealtà, amore e libertà che sono l'ossatura di questo genere musicale. 

Meno male che il rock prima che un genere è un'attitudine alla libertà, alla ribellione ed all'amore e non può morire perchè il film al botteghino è andato malissimo: costato una cifra vicina ai 75 milioni di $ ne ha incassati un po' più di 65. Risultato ingrato: alla fine la pellicola contiene belle performance canore, grandi coreografie e vi farà passare due ore di dissacrante divertimento e musica trascinante. 
Evidentemente oggi vanno di più film come Step Up e la miriade dei suoi sequel, ma non vi preoccupate: Neil Young, uno che è sopravvissuto a quattro decadi di carriera, già nel 1979 affrontava il quesito fondamentale cantando "rock n roll will never die". Lui è ancora qui, nuove generazioni di rockers continuano a nascere, e anche noi ragazzi degli anni 80 facciamo ancora la nostra porca figura.
Rock 'n' Roll!




2012 - Rock of ages
Regia: Adam Shankman
Fotografia: Bojan Bazelli
Scenografia: Jon Hutman
Costumi: Rita Ryack



giovedì 15 novembre 2012

Cloud Atlas - Read and be ready


Ricordate i fratelli Wachowski, i geniali creatori di Matrix (che alcuni sostengono sia una sorta di plagio di una puntata di Doctor Who) e dei suoi meno geniali sequels? Dopo il grande flop di Speed racer (non ve lo ricordate? Ecco, appunto!) torneranno a gennaio sugli schermi europei con Cloud Atlas, kolossal in cui ritornano sui temi che gli sono cari dell'identità e della predestinazione.


Il film nasce da un'idea di Tom Tykwer (Lola Corre, Profumo - Storia di un assassino), a cui solo successivamente s'è aggiunta la Wachowski starship (da quando Larry ha cambiato sesso ed è diventata Lana non vogliono più farsi chiamare "fratelli") in veste di co-registi. In realtà Tykwer ed i Wachowski hanno lavorato in modo autonomo l'uno dagli altri filmando ciascuno per conto proprio e con la propria crew tecnica.
La storia è basata sul romanzo L'atlante delle nuvole di David Mitchell, una complicata opera in cui ogni capitolo è nella finzione letto dal protagonista del capitolo successivo, ambientato in un periodo storico più avanti nel tempo, fino alla conclusione che ripercorre a ritroso i passaggi in modo che il lettore finisca di leggere quando la storia ha inizio.
Il film invece sarà diviso in sei episodi ambientati in periodi diversi a partire dalla metà dell'800, per ripercorrere vari periodi del secolo scorso, toccare il prossimo secolo e concludersi addirittura nel prossimo millennio.
Il cast vede la presenza di numerose star, fra cui: Tom HanksHalle BerryHugh GrantSusan Sarandon. Non solo gli attori ma anche i personaggi ricompaiono - con nomi diversi ovviamente - nei variepisodi del film, immagino quindi sarà piuttosto faticoso seguirne tutti gli sviluppi durante le due ore e quaranta di durata.


Considerando il tema, la durata e la modalità di lavorazione "raddoppiata" il rischio che il progetto si riveli una incoerente vaccata è molto alto, però sulla carta ha anche il fascino di essere una delle produzioni indipendenti più grandi mai realizzate nella storia del cinema, dal momento che il budget di ben cento milioni di dollari è stato raccolto prevalentemente in Germania da investitori privati e enti pubblici di sostegno alla cultura.
Di certo la riduzione di un'opera letteraria così complicata per il grande schermo è un'impresa titanica, che necessita di grande sensibilità e misura, doti che non so se siano il forte dei registi, a cui in compenso non manca il talento visuale per rendere in immagini la parola scritta.
Messo alla prova del pubblico alla proiezione al Toronto International Film Festival, Cloud Atlas  ha ricevuto una standing ovation di ben 10 minuti e molte critiche entusiaste.
Non ci resta altro che attendere, vedere e giudicare, in questo rigoroso ordine!



2012 - Cloud Atlas
Regia: Andy & Lana Wachowski, Tom Twiker
Fotografia:  John Toll, Frank Griebe  
Scenografie: Hugh Bateup, Uli Hanisch  
Costumi: Kym Barrett, Pierre-Yves Gayraud  



lunedì 12 novembre 2012

Argo

La locandina originale

Argo di e con Ben Affleck è una interessante operazione di fiction basata su di un episodio realmente accaduto nel periodo terminale della presidenza Carter quando a seguito dell'assalto all'ambasciata statunitense a Teheran, il personale venne catturato dai "Guardiani della rivoluzione" (fra quelli pare ci fosse anche l'attuale presidente Ahmadinejad)  e tenuto in ostaggio dal novembre del 1979 fino al dicembre dell'anno successivo. Solo sei diplomatici sfuggirono alla cattura, trovando rifugio a casa dell'ambasciatore canadese, con il rischio di essere tutti scoperti  e passati per le armi.
L'episodio narrato dal film racconta di come Tony Mendez, un agente della CIA esperto in esfiltrazioni (anche oggi ho imparato un nuovo vocabolo!), riuscì a farli rientrare negli USA spacciandoli per cineasti canadesi in cerca di location "lunari" in Afganistan, inventandosi all'uopo un vero e proprio B movie di fantascienza, Argo appunto, con tanto di sceneggiatura, storyboard e conferenze stampa (a me è subito venuto in mente che si sarebbe prestato benissimo anche il film "vero" Flash Gordon, con Timothy Dalton, Ornella Muti e Mariangela Melato, uscito proprio nel 1980).

Una ricostruzione delle "false esecuzioni" a cui vennero sottoposti gli ostaggi

I modelli a cui il regista ha dichiarato di ispirarsi sono in genere il cinema del Clint Eastwood regista e il Sidney Pollack de I tre giorni del condor; ognuno è libero di scegliere i propri modelli tuttavia mi pare che del primo non abbia ancora l'impatto emotivo, del secondo  l'impegno civile. Il film di Affleck  non è una ricostruzione storica, ma un film basato su fatti realmente accaduti, il distinguo però sembra la classica foglia di fico, infatti il film all'uscita ha scatenato un putiferio diplomatico: britannici e neozelandesi si sono (comprensibilmente) irritati per il comportamento che il film gli attribuisce; i canadesi si sono offesi perchè il loro fondamentale ruolo nella soluzione della crisi viene sminuito. La preoccupazione è che su una vicenda tanto delicata e poco nota (l'operazione ovviamente era segreta ed è rimasta classificata per trent'anni), il film dia delle diplomazie internazionali di questi paesi un'immagine fuorviante, che nessuna scusa o precisazione fatta a mezzo stampa potrà mai restituire a verità.


Ken Taylor e Ben Affleck

Gli interpreti sono stati scelti tutti molto somiglianti ai reali protagonisti della vicenda:
Ben Affleck: interpreta l'agente Tony Mendez. Con la barba e i capelli lunghi e spettinati acquista molto anche in espressività, concede volentieri la scena ai coprotagonisti.
John Goodman, sempre bravissimo, è il truccatore di Hollywood John Chambers, che fa da mentore a Mendez nel mondo del cinema. Alan Arkin (attore e regista hollywodiano di lunghissimo corso) interpreta il produttore ormai sul viale del tramonto che si presta ad aiutare Mendez nel montare la produzione fasulla di Argo. Ken Taylor è il coraggioso ambasciatore canadese. Tate Donovan, Clea DuVall, ScootMcNairy, Rory Cochrane, Christopher Denham e Kerry Bishé interpretano i diplomatici alla macchia che paiono quasi non rendersi conto della delicatezza della situazione e passano il tempo a razionalizzare la situazione fra di loro. Molto convincenti, e anche se non c'è nessun nome di primo piano questa potrebbe proprio essere un'irripetibile occasione per qualcuno di fare il grande salto.

John Goodman, Alan Arkin e Affleck

Le scelte tecniche sono tutte improntate a rendere l'atmosfera del tempo, in questo senso la cura per i dettagli mi ha ricordato il recente e memorabile  Tinker taylor soldier spy. Spiccano in particolare i curatissimi costumi opera di Jacqueline West (Benjamin Button, The Social Network, To the wonder) in perfetto stile anni 70 (pare che su questo punto Affleck sia stato estremamente pignolo) e la colonna sonora composta da Alexandre Desplat, che sta aggiungendo una quantità impressionante di titoli di qualità al book delle collaborazioni. Le canzoni non originali sono pezzi dei Rolling Stones, Van Halen, Dire Straits, Booker T, Led Zeppelin, uno più trascinante dell'altro.

Gli "esfiltrandi" al check in

Il film prodotto in collaborazione con George Clooney è stato accusato di pregiudiziale partigianeria per i democratici perchè ci mostra un episodio tutto sommato minore ma di successo che andrebbe però collocato all'interno di una debacle diplomatica clamorosa, che contribuì certamente alla mancata rielezione del presidente Carter. Affleck insomma dice ciò che gli conviene e tace sulla parte più scomoda della storia, tipo il fallito blitz militare per liberare gli ostaggi.
Tutto vero, però si fa perdonare confezionando una pellicola realizzata benissimo, con una storia affascinante, attori capaci, ed una regia che senza tenere un ritmo troppo sincopato intrattiene per due intere ore senza mai permettere allo spettatore  di distogliere l'attenzione dallo schermo.

E forse non è del tutto secondario che Argo sia anche un film sul cinema, su una magnifico illusione ad occhi aperti, vero linguaggio universale che riesce ad intenerire il cuore anche al pasdaran più feroce.

Un bel film da vedere e consigliare, per tutti dalle medie in su.
Cosa potremmo chiedere di più?


2012 - Argo
Regia: Ben Affleck
Fotografia: Rodrigo Prieto
Scenografia: Sharon Seymour
Costumi: Jacqueline West




martedì 6 novembre 2012

Django unchained - Read and be ready



Read and be ready è il titolo che da oggi contrassegna i post dedicati ai film che usciranno in un futuro più o meno prossimo. Ovviamente non si tratterà di recensioni ma di qualche notizia sulla produzione di film che mi sembrano interessanti. La recensione verrà, a tempo debito
Parto in quarta con il primo post, il film è di quelli da non mancare, io mi sono già segnato in agenda la data della prima!

Sebbene l'uscita non sia ancora imminente nei cinema già se ne proietta il trailer; d'altra parte la notizia non è di tutti i giorni: Quentin Tarantino sta per tornare sugli schermi con un western! Dopo aver rivisitato il genere war movie con Inglorious Basterds questa volta tocca allo spaghetti western, e sarà Django unchained. Per chi ama la lucida e cinefila follia del regista di Knoxville posso anticipare che come sempre Tarantino è anche sceneggiatore e il cast è davvero stellare.
Per mantenere lo stile vintage dello spaghetti western Tarantino ha girato in formato anamorfico su pellicola 35mm (in parole povere una specie di evoluzione del Cinemascope) e si è affidato per lettering e grafica ad un designer italiano, Federico Mancosu, il cui lavoro, che potete ammirare qui e qui, ha fatto da solidissima base per le integrazioni dei grafici americani.


Nel ruolo del protagonista, lo schiavo nero Django, appare Jamie Foxx, anche se il ruolo era stato offerto in origine a Will Smith e Idris Elba (protagonista della serie inglese Luther, il che potrebbe aver avuto un peso nella mente di Tarantino). Il coprotagonista è Christoph Waltz, ormai affermato ad Hollywood, mentre il ruolo del cattivo se lo è accaparrato Leonardo Di Caprio, a cui la mefistofelica barbetta sembra donare molto. Ruoli secondari sono accreditati a Samuel L. Jackson, Don Johnson e Bruce Dern.
Hanno rischiato di partecipare, ed è un vero peccato che non possano far parte del progetto, anche Kurt Russel, Kevin Costner, Sacha Baron Cohen e il lanciatissimo Joseph Gordon-Levitt.


La trama ovviamente non ha nulla a che vedere con il Django originale di Sergio Corbucci con Franco Nero, che apparirà però in un cameo (o speriamo anche qualcosa di più). Lo schiavo Django viene acquisito da un eccentrico cacciatore di taglie, il dr. Schultz, per farsi aiutare a uccidere i banditi fratelli Brittle in cambio della libertà. Django ormai "scatenato" decide però di ritrovare la moglie, venduta tempo prima come schiava al cattivo Candle.  Si prevede una lunga catena di morti violente.

Tarantino, con mossa geniale, ha fissato l'uscita del film negli USA per il giorno di Natale. Qui da noi arriverà  più o meno per l'epifania, che pur portandosi via le feste ci lascerà quello che si preannuncia come un nuovo capolavoro.
Il trailer USA (è sottotitolato) è molto più figo di quelli che stanno circolando in questo periodo in Italia, spero vi piacerà quanto è piaciuto a me.



2013 - Django Unchained
Regia: Quentin Tarantino
Fotografia: Robert Richardson
Scenografia: J. Michael Riva
Costumi: Sharen Davis


giovedì 1 novembre 2012

Skyfall...done!


L'uscita di Skyfall nelle sale era originariamente prevista per la fine del 2011, ma le difficoltà finanziarie (per usare un eufemismo) della MGM costrinsero la EON a sospenderne sine die la produzione nel corso del 2010. L'uscita dalla crisi della MGM alla fine dell'anno permise fortunatamente alla Sony Pictures di annunciare la ripresa dei lavori nel 2011 in tempo per l'uscita a fine 2012, cogliendo fra l'altro l'occasione del cinquantesimo anniversario dal primo film, Dr. No (Licenza di Uccidere). 
Il regista designato per l'operazione è Sam Mendes (American Beauty, Era mio padre, Revolutionary Road). Fatto del tutto inedito nella serie di James Bond, la pellicola è stata affidata ad un regista affermato (fra l'altro premio Oscar all'esordio per America Beauty), che difatti lascia un'impronta piuttosto evidente sul prdotto.

Tonia Sotiropoulou - Bond's lover

Come abbiamo già visto il James Bond degli anni 2000 è molto diverso dai predecessori: più muscolare ma al tempo stesso vulnerabile, c'è molta meno attenzione per i gadget tecnologici (non sarebbe forse un compito troppo arduo trovarne di più immaginifici di quelli che la moderna tecnologia ci mette a disposizione?); torna il personaggio di Q (impersonato dal non poi così giovane Ben Whishaw, che ritroveremo presto in Cloud Atlas dei fratelli Wachowsky), giovane e un po' nerd anche se già pronto ad impegnarsi in schermaglie verbali con 007. Nessuna auto ipertecnologica, o meglio nessuna nuova auto, dal momento che viene rispolverata la progenitrice Aston Martin DB5, con tanto di sedile eiettabile e mitragliatrici nel paraurti. La dotazione di personale di Bond consiste in una "banale" pistola impostata per riconoscere la sua impronta digitale per sbloccare la sicura (in Vendetta privata era un fucile) e un segnalatore radio per inviare la propria posizione alla sezione Q.

Naomie Harris - Eve Moneypenny

Le location sono all'altezza del nome della ditta: Turchia - principalmente Istanbul - con una bellissimo inseguimento nella scena prima dei titoli di testa, Goa, Shangai, l'isola abbandonata di Hashima in Giappone, il villaggio di Glencoe in Scozia, e naturalmente Londra ed i Pinewood Studios.
Il ricorso al product placement è come sempre pesantissimo. Più o meno le marche sono sempre quelle: non sono riuscito a vedere se lo champagne è ancora Bollinger, la Coca Zero non so se si vede in qualche inquadratura ma sostiene ufficialmente la pellicola. Compaiono esplicitamente Virgin Atlantic, Heineken, Sony (laptop e smartphones), gli orologi sono sempre Omega,  i vestiti di Daniel Craig sono di Tom Ford, infine...la pistola è sempre una Walther!

Bérénice Marlohe - Sèvèrine

Le Bond girls non credo passeranno alla storia: Tonia Sotiropoulou, attrice e modella greca, è l'amante di Bond nel villaggio sul mare; la modella e attrice francese Bérénice Marlohe è Sévérine, la Bond girl "cattiva" e sfortunata, il cui bellissimo volto avrebbe probabilmente meritato un minutaggio più elevato. L'agente dell'MI6 Eve, collega di Bond sospesa dal servizio dopo che lo ha colpito per errore durante una operazione, è interpretata da una Naomie Harris (Pirati dei caraibi III e IV) fisicamente piuttosto in forma e sempre pronta al battibecco con 007. La ritroveremo nelle prossime puntate?
Judi Dench, dopo essere riuscita a portare il ruolo di M da carattere a personaggio, ruba la scena ed i minuti sullo schermo alle colleghe con oltre quarant'anni meno di lei. Quando si dice la classe non è acqua, e da questa M non ci aspettavamo nulla di meno!
Javier Bardem interpreta il vilain principale del film, Silva. Sono pochi i grandi attori che hanno avuto l'occasione di interpretare il ruolo del cattivo in un film di 007, e secondo me lui è quello che fa meglio di tutti. Da quando compare sullo schermo fino alla scena nel tunnel giganteggia, poi purtroppo il personaggio si perde ma senza sua colpa.
Ralph Fiennes è probabilmente una new entry che ritroveremo stabilmente nel cast, qui interpreta Gareth Mallory, il supervisore dei servizi segreti.

Judi Dench - M

Dal momento che il film è uscito in sala ieri purtroppo non posso mostrarvi i titoli di testa, ma vi anticipo che il ritorno di Daniel Kleinman si fa sentire: sono bellissimi a livello visivo e molto evocativi con le sagome-bersaglio a forma di Bond, lo 007 che spara alle proprie ombre, le macchie di sangue che diventano mappe del sottosuolo di Londra e le macchie di Rorschach che diventano lapidi tombali. Entusiasmante!
La theme song torna nel solco della tradizione (il titolo è lo stesso del film), ed è affidata alla potente voce di Adele, che ne è anche autrice, insieme a Paul Epworth. Una vera Bond song classicheggiante e perfettamente in linea con l'operazione nel suo insieme di recupero del passato in ottica moderna.

James Bond 007 and Aston Martin DB5 - modern classic

Nel 50° anniversario Mendes compie un'operazione davvero autoriale su 007. Si tratta di una ri-fondazione del mito. Ultimamente va di moda citare Nolan per il lavoro che ha fatto su Batman, quasi fosse un metro di paragone, ma in questo caso non sono d'accordo: Bruce Wayne riparte da zero, Bond no, mai.
E' vero quello di Craig è lo 007 meno simile all'originale, a volte un po' tamarro (quelle giacche un po' troppo corte...): cammina come un bodyguard e quanto all'abbigliamento casual è un disastro, epperò è il Bond declinato sui nostri tempi. Inutile negarlo, gli anni 60 sono lontani, i paradigmi di eleganza sono cambiati e l'esclusività del jet set è andata a farsi benedire grazie ai petrolieri arabi, ai mafiosi russi, ai neomiliardari cinesi ed anche per i volgari banchieri occidentali senza cultura, alla Patrick Bateman.
Non resta altro da fare che ricominciare, come Bond ha sempre fatto, e vivere i propri tempi senza dimenticare dove affondano le radici (forti di 50 anni di storia cinematografica e 23 pellicole di successo). Nel film le citazioni del passato e le strizzatine d'occhio al pubblico si rincorrono, ma il senso è chiarissimo e molto british: tutto è diverso ma tutto è ancora come deve essere: Q è tornato, Moneypenny siederà al suo posto, M è sempre lì dietro la sua scrivania e anche quando a causa dei nazisti, della SPECTRE, del terrorismo o persino di noi stessi tutto dovesse crollare, noi ci rialzeremo sempre per combattere uniti, come canta Adele.

Cosa si può dire di un uomo così? L'Inghilterra, la Regina, tutti noi abbiamo ancora bisogno di lui.
Bentornato in servizio 007.



2012 - Skyfall
Regia: Sam Mendes
Scenografia: Dennis Gassner
Costumi: Jany Temime