giovedì 26 luglio 2012

Si vive solo due volte - Waiting for Skyfall / 5



"You only live twice
Once when you're born
And once when you look death in the face"
(Ian Fleming)

Se con Goldfinger i produttori Saltzman e Broccoli avevano blandito (con successo) il pubblico americano e con Thunderball quello europeo, Si vive solo due volte rappresenta la captatio benevolentiae del peraltro già entusiasta pubblico giapponese. Ambientazione e personaggi sono quasi tutti giapponesi, incluse le bond girls, su cui tornerò fra poco. La sceneggiatura si segnala per essere firmata nientemeno che da Roald Dahl, celeberrimo autore de La fabbrica di cioccolato. Il dettaglio riveste una certa importanza perchè da questo film in poi i libri di Fleming costituiranno più che altro una traccia che gli sceneggiatori hanno licenza di rimaneggiare in modo anche piuttosto pesante.
Un problema collaterale è il rispetto della cronologia fra i vari episodi, in realtà sempre stato trascurato dalla EON (che forse temeva un "effetto telefilm"). Nella saga letteraria, addirittura, Si vive solo due volte segue e completa Al servizio segreto di sua maestà la regina, che nella filmografia invece segue questo. Insomma, un gran pasticcio!
L'arma dell'(auto)ironia inizia a venire parecchio appuntita, basti citare il make-up "giapponese" a cui viene sottoposto Connery, assolutamente ridicolo.


Mie Hama - Kissy Suzuki

Nonostante l'innesto di un nuovo regista, Lewis Gilbert (Affondate la Bismarck!, Alfie), la produzione ed il cast possono andare ormai ad occhi chiusi. Ritroviamo quindi i soliti M, Q, Moneypenny (sexyssima in divisa da ufficiale di marina). Sean Connery ormai "è" Bond e può permettersi di recitare come se scendesse a comprare il giornale: in pieno relax.
Gli immancabili gadgets sono per una volta solo parzialmente opera di Q, in omaggio alla raffinatezza tecnologica giapponese. L'impero britannico si difende con un rilevatore tascabile di combinazioni per casseforti e soprattutto con la "Piccola Nelly", un elicottero ultraleggero e dotato di mitragliatrici, missili, lanciafiamme e altre armi. 007 se lo fa recapitare riposto in due voluminose valige direttamente a Tokyo. Il servizio segreto giapponese non sfigura sfoggiando una Toyota 2000GT spider pluriaccessoriata e le sigarette lanciarazzo, che sparano un dardo esplosivo poco dopo essere state accese.

Karin Dior - Helga Brandt

Le ragazze del Sol Levante non fanno affatto rimpiangere le supermiss dei film precedenti;
Mie Hama interpreta l'agente Kissy Suzuki, minuta ma pericolosa. Agente molto efficiente, purtroppo farà la fine di tutte quelle che si avvicinano troppo a Bond: muore, avvelenata al posto di 007. La Hama parlava molto male l'inglese e la produzione decise di tagliare la sua parte, che risulta in effetti un po' sacrificata (e farla doppiare?!).
Karin Dior rappresenta l'europa del continente. E' il "numero 11" della Spectre, l'infida ed assassina Helga Brandt. Pensare che Hitchcock in seguito la farà recitare  nel ruolo di una cubana, ma lui è IL maestro! Alle cattive spetta sorte persino peggiore delle bond girls "buone": Helga finisce divorata dai piranha di Blofeld (di cui per la prima volta si vede il volto, quello sfigurato da una lunga cicatrice di Donald Pleasence).
Ultima in ordina di apparizione è Akiko Wakabayashi, in quegli anni all'apice della carriera. Il personaggio che interpreta è quello di Aki, agente segreto che sposa (per finta) uno 007 truccato da pescatore giapponese. Bellissima donna, è stata una delle attrici giapponesi più famose degli anni 60. Indovinate in quale genere di film era specializzata? Ebbene sì, proprio quelli di Godzilla!

Akiko Wakabayashi - Aki

La canzone che fa da tema al film è, in perfetto accordo con il pattern classico, You Only Live Twice, cantata da Nancy Sinatra. Una delle canzoni migliori dell'intera serie, a mio avviso.
I titoli di testa sono oormai stabilmente territorio riservato di Maurice Binder. Nessuna variazione degna di nota rispetto al suo consueto stile, il tema portante questa volta sono gli ombrellini giapponesi, il fuoco e la lava che richiama le scene finali.

Con questo film dovrebbe (condizionale d'obbligo, con il senno del poi) concludersi l'era del James Bond di Connery, che all'uscita del film annunciò la sua intenzione di non interpretare più 007, lasciando un difficile compito sia alla produzione, nell'individuazione di un degno successore, sia a quest'ultimo nel soppiantare l'immagine di Connery nel cuore del pubblico. L'esito di tutto questo complicato processo ve lo racconterò nella prossima puntata, dedicata a On Her Majesty' Secret Service, il film forse più controverso dell'intera serie.





1967 - You only live twice (Si vive solo due volte)
Regia: Lewis Gilbert
Scenografia: Ken Adam
Costumi:  Eileen Sullivan




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