mercoledì 21 novembre 2012

Rock of ages - Censorshit


Chi come me è cresciuto durante la creativa decade degli anni 80 non sbaglierà impossessandosi del DVD (uscito da poco più di un mese) di Rock of ages, l'adattamento cinematografico di un musical di Broadway diretto da Adam Shankman (Prima o poi mi sposo, Missione tata, Hairspray). Si tratta di una favola rock, piena zeppa di belle canzoni (Def Leppard, Twisted Sister, Guns 'n' Roses, Bon Jovi, Joan Jett, Foreigner, Quarterflash, Poison, Extreme, Bon Jovi) e di bravi attori.


La storia non potrebbe essere più classica: la biondina Sherrie (Julianne Hough, regina del Ballando con le stelle USA) arriva a L.A. dall'Oklahoma con una valigia piena di dischi e di sogni di successo, incontra per caso Drew (Diego Boneta, giovanissimo cantante ed attore messicano recentemente sbarcato ad Hollywood), un aspirante rocker che sbarca il lunario come cameriere al Bourbon Room, il club più tosto della città, continuamente alle prese con problemi finanziari a cui il gestore Dennis (Alec Baldwin, straodinario) e  l'aiutante Lonny (Russell Brand, ex marito di Katy Perry) tentano di mettere una pezza.  A complicare le cose ci si mettono anche una giornalista irriverente (Malin Åkerman) e la moglie del sindaco, Patricia (Catherine Zeta-Jones in perfetta forma fisica ed artistica) che guida un gruppo di signore benpensanti in una crociata per bandire il rock dalla città. L'occasione per salvare il locale è un concerto della star Tracee Jaxx (Tom Cruise) e dei suoi Arsenal. Per una fortunata coincidenza Drew si trova ad aprire con grande successo il concerto degli Arsenal, il cui manager (Paul Giamatti, che non ho mai visto sbagliare un ruolo e anche qui è bravissimo) immediatamente lo scrittura. Drew e Sherrie litigano e si lasciano per una incomprensione, ma la lontananza non gli gioverà: Sherrie finisce a fare la spogliarellista nel locale di Justice (una bravissima Mary J. Blige), mentre Drew viene rifutato dalle majors e finisce per andare a cantare in una boy band. L'occasione del riscatto finale è un nuovo concerto al Bourbon Room dove tutti i nodi si scioglieranno e l'amore trionferà insieme alla musica.


Alcune scene memorabili: l'inizio del film con Sherrie sul bus, i duetti di Alec Baldwin e Russell Brand, la incredibile intervista a Tracee e le magnifiche coreografie al Venus Cafè.
L'atmosfera anni 80 è stata curata in modo maniacale sia nelle scenografie che nei costumi (un particolare che dà la misura dell'attenzione ai dettagli: il costume da bagno sgambatissimo di Sherrie) e nel montaggio, il cui ritmo è molto simile a quello dei video dell'epoca di gruppi come gli Skid Row o i Bon Jovi.
Molto azzeccato anche l'accenno al difficile periodo vissuto dal rock (in quegli anni nasceva il fenomeno boy band, che avrebbe ammorbato il decennio dei 90) con la sensazione che il rock avesse ceduto la leadership a generi più "moderni" come il rap o il pop.
Non cedo alla tentazione di addentrarmi nella storia nè nella sociologia dei generi musicali, segnalo soltanto di aver personalmente visto un parallelismo piuttosto evidente fra il personaggio della Zeta-Jones e le vicende che videro protagonista  Tipper Gore, moglie dell'ex-vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore e fondatrice del Parents Music Resource Center, associazione di mogli di politici a stelle e strisce a cui dobbiamo la fondamentale istituzione degli adesivi "Parental Advisory- Explicit Lyrics" incollati sui CD musicali con i testi che contengono le parolacce. Fra la fine degli anni 80 ed il principio dei 90 la PMRC fu avversata molto duramente da artisti come Frank Zappa, John Denver (sic!) o come i Ramones, che le dedicarono addirittura una canzone dal'esplicito titolo di Censorshit, a cui - nel mio piccolo - mi associo.


Il tema di fondo del film è infatti la minaccia rappresentata da ipocriti e benpensanti (come in Footloose, ad esempio) allo spirito rock, che di suo già deve guardarsi dall'avidità delle case produttrici, ma anche dalla propria spinta autodistruttiva. Lo Stacee Jaxx di Cruise è in questo senso perfetto, la vera rockstar vittima dei propri eccessi ed ormai (quasi) perduta, ma che in fondo ha un cuore romantico e riesce a ritrovare sè stesso ed i valori di lealtà, amore e libertà che sono l'ossatura di questo genere musicale. 

Meno male che il rock prima che un genere è un'attitudine alla libertà, alla ribellione ed all'amore e non può morire perchè il film al botteghino è andato malissimo: costato una cifra vicina ai 75 milioni di $ ne ha incassati un po' più di 65. Risultato ingrato: alla fine la pellicola contiene belle performance canore, grandi coreografie e vi farà passare due ore di dissacrante divertimento e musica trascinante. 
Evidentemente oggi vanno di più film come Step Up e la miriade dei suoi sequel, ma non vi preoccupate: Neil Young, uno che è sopravvissuto a quattro decadi di carriera, già nel 1979 affrontava il quesito fondamentale cantando "rock n roll will never die". Lui è ancora qui, nuove generazioni di rockers continuano a nascere, e anche noi ragazzi degli anni 80 facciamo ancora la nostra porca figura.
Rock 'n' Roll!




2012 - Rock of ages
Regia: Adam Shankman
Fotografia: Bojan Bazelli
Scenografia: Jon Hutman
Costumi: Rita Ryack



2 commenti:

  1. non ho visto il film ma le recensione mi è piaciuta
    good job

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    1. La rarità dei complimenti li fa apprezzare il doppio! Thanks!

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