giovedì 2 agosto 2012

Al Servizio Segreto di Sua Maestà - Waiting for Skyfall /6


E' il 1969, Sean Connery ha appena rinunciato al ruolo di 007e la EON di Salzman e Broccoli deve inventarsi qualcosa per non veder crollare il castello faticosamente costruito sull'immagine di Connery stesso.  Il primo dilemma da affrontare fu la scelta tra minimizzare l'accaduto e cercare di far sì che il pubblico più distratto "non si accorgesse" della sostituzione del protagonista, o puntare su una nuova personalità forte, che facesse suo il ruolo.
La scelta cadde sulla prima opzione. Si potrebbe discutere all'infinito se fu o meno una buona idea, ma ci sono scelte che non possono essere "giuste", si cerca di fare per il meglio e si spera che basti. Comunque il risultato è che per i primi cinque minuti Lazenby, il nuovo Bond,  viene ripreso solo di spalle, come per dare al pubblico il tempo di entrare nella nuova atmosfera.

  

Ma torniamo al problema della scelta dell'attore: dopo aver vagliato numerose opzioni come il solito Roger Moore, Jeremy Brett (all'epoca famoso protagonista di una serie TV di Sherlock Holmes) e il venticinquenne Timothy Dalton, la scelta cadde quasi per caso su George Lazenby, a quel tempo il modello più pagato del mondo. Per la precisione gli venne incautamente proposto un contratto per ben sette film, Lazenby però preferì firmare per un film solo, temendo di associarsi a una serie in inesorabile declino.
La scelta era rischiosa ma calcolata: Lazenby somaticamente assomiglia abbastanza a Connery (soprattutto all'epoca), ha un buon portamento, indossa con disinvoltura qualsiasi abito (caratteristica fondamentale per un buon 007), per contro è australiano e - soprattutto - non è un attore. 
A onor del vero, anche se le critiche all'uscita del film furono piuttosto negative, soprattutto per Lazenby, nel corso del tempo è in atto un processo di rivalutazione, al quale sento di associarmi. 
Al servizio segreto di sua maestà è un buon film di Bond: spettacolare, ironico e - non bastasse - zeppo di aneddoti interessanti.

Angela Scoular - Ruby

Per molti versi in Al Servizio Segreto Di Sua Maestà si inizia a delineare una certa evoluzione anche nel carattere di Bond, che solo in seguito verrà sviluppata: ad esempio la evidente insofferenza di Bond per il rispetto degli ordini ricevuti, che si manifesta con le prime dimissioni e in seguito con la esplicita disobbedienza ad un ordine diretto, quando assalta il rifugio insieme a Marc-Ange Draco (Gabriele Ferzetti, bravissimo).

Non si punta su gadget eclatanti: stavolta abbiamo solo una videocamera Minox (dopo le apparecchiature Sony viste a bordo della Toyota di Si vive solo due volte, inizia l'era della sponsorship) e una valigia contenente un decodificatore digitale di combinazioni di casseforti con minifotocopiatrice integrata. Bond guida come sempre una Aston Martin, ma la "vecchia" DB5 viene qui sostituita da una più moderna DBS.

Bond in kilt, a must see!

Per quanto concerne le Bond girls, 007 si trova ad aver a che fare con ben dieci "pazienti" di Blofeld, fra cui Johanna Lumley e Angela Scoular, prelevate dallo starordinario "vivaio" di The Avengers (Agente Speciale), ripetendo la felice operazione fatta con Honor Blackman ai tempi di Goldfinger. La Scoular in particolare è una delle poche Bond girls che appaiono in più di un film, aveva infatti già preso parte due anni prima al Casino Royale "apocrifo" nel ruolo di Buttercup.

Tracy and James just married

The Avengers fornisce anche la'ttrice per il ruolo femminile principale: Diana  Rigg, famosa per gli outfit sexy e la personalità indipendente e simpatica dimostrate nel ruolo della mitica Emma Peel (ruolo di recente rinverdito, con riverenza, nientemeno che da Uma Thurman). La Rigg entra di prepotenza nella storia di 007 con il ruolo di Tracy Di Vincenzo, l'unica donna capace di portare Bond all'altare, dopo averlo sedotto grazie alla indiscutibile abilità al volante - caratteristica che rende le donne irresistibili agli occhi di 007 - e, by the way, avergli salvato la vita dopo la fuga dal Piz Gloria. Bond è letteralmente innamorato pazzo di lei; per rivederlo in simili condizioni occorrerà aspettare trentasette anni e Vesper Lynd nel Casino Royale "ufficiale".

Diana Rigg - Teresa Draco in Bond

Telly Savalas interpreta Ernst Stavro Blofeld, ceh oltre a conquistare il mondo, vorrebbe veder certificata la discendenza da nobile schiatta. Un aspetto buffo della pellicola è che in teoria Blofeld e Bond si sono già conosciuti di persona nel capitolo precedente (mentre nella vicenda letteraria si incontrano per la prima volta in questo episodio). Comme d'habitude la produzione risolve il paradosso nel modo più semplice: fregandosene!

I titoli di testa di Maurice Binder riprendono i consueti stilemi, ma in più vengono aggiunte nei titoli citazioni dei capitoli precedenti, probabilmente per rimarcare la continuità della serie nonostante l'assenza di Connery.
La musica è "atipica", nel senso che il tema del film, bellissimo, è solo strumentale ed è presente una seconda canzone We have all the time in the world di Louis Armstrong che fa da secondo tema.

Il film, che nella vulgata viene sempre descritto al pari di un' immondizia, è invece divertente e senza dubbio Lazenby è un Bond più che accettabile (fra l'altro per contratto doveva assomigliare il più possibile a Connery, anche nei movimenti, quindi no sapremo mai quale sarebbe stato l'autentico Bond- Lazenby). Gli incassi della pellicola furono comunque buoni, di certo superiori ad alcuni dei successivi capitoli con protagonista Moore.
Le critiche negative sotto cui fu seppellito il nuovo Bond indussero comunque la EON a una repentina marcia indietro, ricorrendo ad un cast collaudato, lasciando per strada sia Lazenby che il regista Peter Hunt (cresciuto peraltro all'interno della "famiglia EON", come montatore e secondo regista di alcuni dei precedenti capitoli).

Con il senno del poi posso consigliare la visione del film per la sua importanza ed atipicità all'interno della saga generale e per l'interpretazione della Rigg, che a tutti gli effetti è una straordinaria Bond girl, rimasta ingiustamente travolta dalla cattiva fama del film.
Si tratta, col senno del poi, di un capitolo fondamentale nella vicenda Bond, un film interessante e divertente che meriterebbe una rivalutazione.
Invece il capitolo successivo Una cascata di diamanti segnerà una piena restaurazione, ma ne scopriremo di più la settimana prossima!






1969 - On Her Majesty' Secret Service (Al servizio segreto di sua maestà)
Regia: Peter R. Hunt
Scenografia: Syd Cain
Costumi: Marjory Cornelius

7 commenti:

  1. devo dire che vien voglia di vederlo davvero, nonostante il caro vecchio sean (supportato da un doppiatore italiano che sicuramente ne ha aumentato il fascino)sia sempre il primo in classifica.
    george dal canto suo è divertente da matti e tira fuori un sacco di 'ricordini' legati al bond precedente prendendosi un sacco in giro!

    certo, se facciamo il confronto con il bond attuale...il gorilla dagli occhi di ghiaccio!

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    1. Sì, è divertente la scena quando dopo aver dato le dimissioni va a svuotare la scrivania dentro cui ci sono i "souvenir" delle avventure precedenti (fra cui il cinturone di Ursula Andress). In questo film più che mai scopriamo un Bond romanticone! Sarà per quello che non è piaciuto?

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    2. A me Craig non sembra un gorilla dagli occhi di ghiaccio. Si avvicina al Bond dei romanzi per quel poco che ho potuto leggere (giusto due per ora): parla poco e agisce molto.

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  2. Mi stupisce tutta questa rivalutazione che ha avuto negli ultimi anni. Mereghetti nel suo dizionario addirittura lo passa da un asterisco e mezzo a... tre e mezzo! Cosa ci ha visto che non vedeva fino agli anni 90? Lo trovo un più che discreto film con una prima parte insolita ed interessante per 007 ed una seconda più schematica che alla fine si "riduce" un po a continui inseguimenti soprattutto senza altre trovate. Lazemby se la cava e ironizza ad inizio film così come Savalas si ben comporta nei panni di Blofeld, anche se Pleasence era più magnetico, e Diana Rigg è perfetta nei panni di Tracy. Il finale comunque è la vera forza di questo film. Senza di esso sarebbe così rivalutato e considerato?
    Imperdonabile comunque il fatto che Blofeld non riconosca Bond!

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    1. Stupisce anche me, del resto aspettando una ventina d'anni si rivaluta qualsiasi cosa, basta che Tarantino dica che lo adora! Scherzi a parte più che rivalutarlo per me si tratta di dargli ciò che si merita; per anni ci hanno fatto il tiro al bersaglio, ma in tutta onestà non capisco in cosa sarebbe peggio di tanti altri. Per me il peggior Bond resta Timothy Dalton, che pure molti esperti sostengono essere quello in assoluto più somigliante a quello letterario.

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    2. Anch' io effettivamente non capisco perché fosse considerato peggio di altri. Per me sono meno riusciti "L' uomo dalla pistola d' oro" e "Vendetta privata" per dire. Secondo me però si è passato da un eccesso ad un altro. Prima eccessivamente criticato ed ora ben lodato oltre i suoi meriti secondo me. E Mereghetti e co. secondo me si sono più che altro accodati. Poi mi sbaglierò.
      Riguardo le rivalutazioni, ricordiamo quello che è successo qualche anno fa con la commedia sexy nostrana, dove per la maggior parte erano e restano filmacci.

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    3. Francesco, sarà che è quello più vicino nel tempo ma l'unico bond a cui do un valore cinematografico intrinseco è Skyfall, in generale i film hanno lo stesso valore dei libri: ottimo intrattenimento senza pretese di autorialità. Sul giudizio di questo film in particolare penso abbia pesato una scelta rischiosa sull'attore protagonista. La trama è pienamente bondiana, con in più un'incursione nella storia privata del personaggio che io trovo molto "moderna". Questo per dire in modo prolisso che sono d'accordo con te. I capolavori sono altri, questo resta un buon film nel suo genere, con buona pace di Mereghetti & co. E poi solo gli stolti non cambiano mai idea! ;-)

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