A circa 40 anni dall'ultimo film, Tintin torna sul grande schermo. Il progetto è firmato da Steven Spielberg nelle vesti di regista e Peter Jackson (di cui aspettiamo con trepidazione il prossimo Lo Hobbit) come produttore. Se aggiungiamo che il film si presenta con contenuti tecnici di grande impatto come la realizzazione in 3D e, soprattutto, le riprese effettuate con la tecnica del motion capture, ce n'è più che abbastanza per attirarmi in sala.
Prima però una riflessione sul 3D. Questio tipo di tecnologia dovrebbe essere ormai consolidato, tuttavia mi pare che venga utilizzato più come "ariete mediatico", che come reale plus espressivo. Inoltre il fatto di dover indossare gli occhialini mi infastidisce: ne ho comprati diversi ed ogni volta continuo a ricomprarli perchè non mi ricordo dove li ho messi, o se li ho buttati. Per soprammercato in tutti i titoli che ho visto in 3D, nei primi minuti l'effetto è piuttosto eclatante, per poi affievolirsi dopo poco. Solo un effetto dato dall'abituarsi degli occhi? Fate la prova: togliete gli occhiali in qualche scena e se ci vedete bene vuol dire che sostanzialmente l'effetto 3D non c'è. Fine dell'invettiva.
Tornamo dunque ad argomenti più divertenti: l'idea è quella di rispolverare un classico del fumetto anni 30 utilizzando attori "veri" per fare da base al disegno animato. In breve, gli interpreti recitano con una serie di sensori addosso per registrarne i movimenti attraverso uno speciale sistema di telecamere. In seguito il movimento viene "vestito" con il disegno, rendendo possibile una aderenza al fumetto favolosa conservando d'altro canto una autentica "interpretazione" dei personaggi da parte degli attori.
La sceneggiatura è ispirata alle storie originali pubblicate nella prima metà degli anni 40: il famoso reporter Tintin passeggiando in un mercatino delle pulci si imbatte in un modellino di una nave del 700. Il modelllino contiene però un indizio indispensabile per trovare un tesoro nascosto da secoli, sulle cui tracce si trovano l'infido Sakharine i servizi segreti ed anche l'interpol, con gli impagabili agenti in bombetta Dupont & Dupond.
In una sarabanda di peripezie che lo porteranno a bordo di un cargo, il Karaboudjan, con un comandante alcolista tenuto pigioniero dalla propria ciurma ormai passata la servizio di Sakharine. Proprio il comandante, il capitano Haddock, si rivela essere una delle chiavi per la soluzione del mistero.
Tintin ed Haddock decidono di unire le forze ed in un susseguirsi mozzafiato di fughe su scialuppe di salvataggio, furti di idrovolanti, e avvicenti duelli fatti utilizzando delle gru portuali al posto delle spade, rincorreanno gli indizi seminati da un coraggioso antenato di Haddock, ma soprattutto si scopriranno inseparabili amici, pronti a partire per la prossima avventura.
I "costumi", o meglio l'abbigliamento dei personaggi, così come le scenografie, hanno uno spettacolare livello qualitativo, restando insieme fumettistici e realistici. Ogni immagine è curata nei minimi dettagli.
La sceneggiatura consente a Spielberg di svariare fra diverse scene d'azione piuttosto coinvolgenti: la battaglia dei velieri in fiamme, il volo in idrovolante ma anche la fuga dal Karaboudjan sono all'altezza del miglior Spielberg. Fra le molte finezze stilistiche sparse qua e là quella che preferisco l'inquadratura di Tintin che si specchia in quatrro o cinque diversi oggetti contemporaneamente nella sequenza al mercato delle pulci.
Gli attori non possono essere giudicati, ma vi propongo un parallelo fra le versione originale e il personaggio "cartoanimizzato"
Jamie Bell (Billy Elliot, King Kong, Flags of our fathers, Jane Eyre) è Tintin
Andy Serkis (Tutta la trilogia del Signore degli anelli nel ruolo del Gollum, King Kong, The Prestige), qui insolitamente simile a sè stesso nel ruolo del Capitano Haddock
Daniel Craig (già con Spileberg inMunich, famoso per 007 - Casino Royale, 007 - Quantum of solace, il recente Cowboys Vs Aliens) è il perfido Sakharine
Simon Pegg (L'alba dei morti dementi, Mission Impossible III, Le cronache di Narnia) e Nick Frost (L'alba dei morti dementi, I love radio rock ) dimostrano l'affiatamento dei veri amici interpretando i meravigliosi Dupont e Dupond
In conclusione: arrivato un po' prevenuto, ho ritrovato in sala l'atmosfera avventurosa e ironica degli albi a fumetti per quasi due ore di azione ininterrotta. Dai 7 ai 99 anni, buon divertimento!
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