Robert Zemeckis dopo un recente passato fatto di animazione in stop motion (Polar express e A Christmas carol) torna al filmone moralista con il protagonista che riscopre gli autentici valori della vita, con uno script che poggia tutto sulle possenti spalle di Denzel Washington. Il film si compone di due parti ben distinte: una breve ma spettacolare ed esaltante introduzione con l'incidente aereo ed un secondo tempo un po' esasperante nella sua lunghezza, che si concentra sulla dipendenza da alcol del pilota.
Trama
Il comandante "Whip" Whitaker, un autentico viveur dedito a nottate di alcol e sesso con le hostess compiacenti, riesce a far atterrare in un prato un aereo di linea in gravissima avaria, contenendo al minimo le perdite umane. Subito salutato dai media come un eroe, si trova ben presto sotto processo per aver pilotato sotto l'effetto di sostanze psicotrope, con il rischio di finire in prigione per il resto dei suoi giorni. Durante il ricovero in ospedale conseguente all'incidente conosce una giovane tossicodipendente, Nicole, di cui forse si innamora. Di certo torna a cercarla e la ospita nella fattoria del nonno, nella quale si rifugia per sfuggire all'assalto dei giornalisti. Incapace di affrontare la propria dipendenza dall'alcol, Whip mette in pericolo sia la propria carriera che il sindacato dei piloti, che preme affinché l'incidente sia attribuito a cause di forza maggiore. Fra tentativi di "ripulirsi" e disastrose ricadute Whitaker dovrà affrontare i propri fantasmi durante l'inchiesta dell'agenzia federale per la sicurezza aerea.
Denzel Washington impersona con obiettività e senza pregiudizio un comandante Whitaker dalla doppia faccia: sbronzo ma lucido e freddo durante le sequenze dell'incidente. Incredibilmente più interessato a farsi due birrette che a non finire in galera per tutto il resto del film. Bravo, ma la candidatura all'Oscar sembra un po' esagerata.
Kelly Reilly è l'altra faccia della dipendenza, quella di chi vuole davvero uscirne. Brava e bella, l'unico problema in effetti è che è troppo bella e sana per essere credibile come una che si sparerebbe in vena qualsiasi cosa.
Don Cheadle bravissimo nel ruolo dell'avvocato più preoccupato di mantenere il proprio personale score di successi che a sostenere il proprio cliente. Geniale quando "fa pagare" lo spacciatore a Charlie (Bruce Greenwood, che rivedremo presto nel nuovo Star Trek).
John Goodman: una sicurezza (vi ricordate di averlo mai visto sbagliare una parte?) nel ruolo del pusher Harling, vero devil per cui però non si può provare una certa simpatia.
Colonna sonora
Grandissimi pezzi di Rolling Stones, Beatles, Bill Whiters, Marvin Gaye...una selezione spettacolare degli anni 60 e 70. Le canzoni vengono associate alle immagini in un modo talmente semplice che si sarebbe tentati di definirlo banale. Però funziona eccome!
Giudizio
I primi venti minuti "sull'aereo" sono da cineteca, ma in un mondo in cui il tempo è un bene limitato 140 minuti sono certamente troppi; mezz'ora in meno avrebbe dato al film un maggior ritmo senza perderci un granché nella potenza del messaggio. Con tutto questo tempo a disposizione sarebbe stato bello avere qualche digressione in più sul personaggio dell'avvocato, per esempio.
La provocazione iniziale è interessante: abbiamo un pilota drogato che compie un'azione di straordinaria abilità: è più importante aver portato a casa l'aereo o che non fosse sobrio? Zemeckis parteggia clamorosamente per la seconda ipotesi; i limiti del film sono senza dubbio il moralismo dilagante e una fase centrale che si prolunga più del necessario (sospetto al fine di indurre lo spettatore a stufarsi di Whip, verso il quale è naturale provare una iniziale simpatia). Qua e là compare anche un' accenno di religiosità semplicistica alla "è la volontà di Dio, ma tranquilli, nulla succede per caso", che risulta un po' infantile.
Chi ama l'abilità di Zemeckis nel creare immagini spettacolari resterà a bocca parzialmente asciutta, chi ne ha apprezzato la poesia in Forrest Gump o in A Christmas Carol resti pure a casa. Flight è un film a tema, un po' prolisso e troppo sicuro delle proprie convinzioni, che fa rimpiangere che lo sceneggiatore non abbia optato per un finale più plausibile, corrosivo e gustoso.
2012 - Flight
Regia: Robert Zemeckis
Sceneggiatura: John Gatins
Fotografia: Don Burgess
Scenografia: Nelson Coates
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