martedì 26 febbraio 2013

Iron Man 3 - Read and be ready




E' in arrivo il 24 di aprile prossimo il terzo capitolo del franchise di Iron Man, con protagonista ancora una volta Robert Downey Jr. nel ruolo del multimilionario Tony Stark, affiancato da Gwyneth Paltrow nelle vesti della sua segretaria/fidanzata Pepper Potts.
Se il primo Iron Man è forse uno dei migliori film tratti dai fumetti della Marvel, il secondo capitolo si era concentrato un po' troppo sulle scene di combattimento fra droni. Speriamo dunque che il terzo episodio segni il ritorno ad un plot più coinvolgente. Secondo le anticipazioni Stark si troverà a dover reagire alla distruzione del suo mondo personale, compresa la sua villa supertecnologica come si può vedere nel trailer, e risolvere il dilemma posto dalla sua doppia personalità: è l'uomo o l'armatura a fare il supereroe?

Il cast, oltre alla coppia protagonista, comprende anche Ben Kinglsey (che sarà il villain principale) e Guy Pearce, oltre al solito Don Cheadle nel ruolo di James Rhodes (e della sua armatura War machine, una sorta di clone di Iron Man).
Jon Favreau, regista dei primi due episodi, questa volta si ritaglia il solo ruolo di produttore esecutivo, oltre a comparire fra i personaggi come Happy Hogan, la guardia del corpo/autista di Tony Stark. Come sempre nei film firmati Marvel è imprescindibile il cameo del simpatico Stan Lee.

Sceneggiatura e regia sono affidate a Shane Black, che in effetti è fondamentalmente uno sceneggiatore molto versato in film d'azione (suoi i primi due Arma Letale, L'ultimo boyscout e Last action hero, ad esempio).

Sperando in un colpo d'ala dopo il (parziale) passo falso del secondo film, per chi come me trova irresistibile la sicumera e la lingua sciolta di Tony Stark, l'appuntamento è quindi per la fine di aprile. Stay tuned!



2013 - Iron Man 3
Regia: Shane Black
Sceneggiatura: Shane Black, Drew Pearce
Fotografia: John Toll

venerdì 22 febbraio 2013

Gambit - una truffa a regola d'arte


Finalmente un film di pura evasione, divertente e a suo modo raffinato; Gambit è riscritto molto bene dai fratelli Cohen partendo da un film del 1966 con Michael Caine e Shirley MacLaine, .
Il remake ha una storia produttiva piuttosto tormentata, se ne è parlato a più riprese fin dal 1997 ipotizzando i registi più diversi, da Altman a Liman a Welch. I Cohen hanno iniziato a interessarsi alla sceneggiatura nel 2003 e in un primo momento a fianco di Colin Firth avrebbero dovuto esserci Jennifer Aniston e Ben Kingsley. Finalmente nel 2010 si è iniziato a girare e le scelte di casting si sono rivelate piuttosto fortunate, come vedremo. Un lavoro da onesto professionista anche per Michael Hoffman, il regista (Game 6 e Last Station).


La trama
La storia vede tre truffatori tradizionalmente abbastanza improbabili, un pittore falsario, una texana campionessa di rodeo e un mite ed impacciato storico dell'arte; Harry,  che vuole vendicarsi dell'insopportabile tycoon dei media per il quale lavora, tentando di rifilargli un Monet falso. Harry ha elaborato meticolosamente il piano perfetto, sicuro che seguendolo a perfezione tutto finirà nel migliore dei modi. Ovviamente anche il piano più raffinato deve scontrarsi con l'imprevedibile, e in questo caso più che mai oltre agli imprevisti che creano situazioni comiche, i protagonisti dovranno lottare contro il sospetto e la sfiducia reciproci, per giungere ad un finale nel quale non si può mai essere sicuri che dietro l'angolo non sia pronto l'ennesimo colpo di scena.


Gli attori
Colin Firth: perfetto nella parte dell'inglese amante dell'arte, impacciato e perbenista. Fin dall'inizio viene chiaramente separata l'immagine che il suo personaggio ha di sé con la visione che ne hanno gli altri, con effetti esilaranti.
Cameron Diaz: come sempre bella e simpatica, efficacissima nel rappresentare la texana ignorante ma di grande senso pratico, PJ Puznowski. Dal punto di vista fisico temo stia involvendo in una sorta di sindrome di Madonna/Iggy Pop: l'età non si può cancellare ricorrendo al culturismo, fatevene una ragione!
Alan Rickman: i ruoli di viscido e cattivo gli vengono proprio benissimo, tuttavia il suo Lionel Shahbandar ha anche dei tratti simpatici. Non perdetevi l'ultima inquadratura, è tutta per lui!
Stanley Tucci: se continua così ancora per un film o due mi vedrò costretto a inviargli un vasetto di peperoncini ripieni di acciuga come gesto di ammirazione. La prosopopea del critico d'arte che sproloquia di colori, impasto e tratto in-con-fon-di-bi-le è semplicemente irresistibile!
Tom Courtenay: in questi giorni è ancora sugli schermi con il bel Quartet di Dustin Hoffman. Raffinato come sempre, grandissimo quando tira di boxe nel saloon in Texas.
Cloris Leachman: un ruolo del tutto minore come nonna di PJ, ma è fantastica nella rappresentazione della provinciale teledipendente. Non resisto a farvi notare che fu lei a interpretare la mitica Frau Blucher di Frankenstein JR.


In conclusione
Non arrivate in sala in ritardo: i titoli di testa sono a cartone animato e non se ne fanno più molti di così belli.
A parte questo, Gambit non è un solo film, ce ne sono almeno tre: un classico film dei fratelli Cohen con personaggi ed ambientazioni dell'America profonda, una commedia in stile Pantera Rosa ed infine una classica truffa, imprevedibile e geniale. I Cohen - come sempre- si divertono a disseminare citazioni qua e là, ma il film funziona anche se non le si coglie (e di sicuro io non le ho trovate tutte). Alcuni espedienti, come i businessmen giapponesi non sono particolarmente originali, ma  sono divertenti lo stesso. La lunga serata ambientata al Savoy ha proprio il sapore delle commedie di una volta.
Ecco, il punto del film è proprio qui: Gambit è un film degli anni 60 trasportato ai giorni nostri, come un moderno Come rubare un milione di dollari e vivere felici. Lo consiglio fortemente per una serata scacciapensieri di puro relax, il classico pizza-birra-cinema (cambiando l'ordine dei fattori il prodotto non varia), uno di quei film che riconciliano con l'intrattenimento leggero senza essere sciocco.


2012 - Gambit (Una truffa a regola d'arte)
Regia: Michael Hoffman
Sceneggiatura: Joel e Ethan Cohen
Scenografia: Stuart Craig
Costumi: Jenny Beavan

lunedì 18 febbraio 2013

R.E.M. - Blue - Ceci n'est pas un film


Se l'ultima parola è quella che conta Blue è una canzone importante nella discografia dei R.E.M. perché è quella che chiude il loro album di addio, Collapse Into Now. E' un bellissimo brano, musicalmente quasi sperimentale con moltissimi filtri sulla voce di Michael Stipe ed il sound delle chitarre ricco di riverbero e feddbacks. Il testo suona come il bilancio finale di una carriera con momenti amari, qualche rimpianto ed un insopprimibile amore per la vita. L'ultima strofa è cantata da Patti Smith, co-autrice del testo. Ancora una volta, nonostante l'addio, rock n roll is here to stay, senza dubbio.

A distanza di poco più di un anno dall'uscita dell'album uscì il video, opera del multiforme talento di James Franco. Il clip riprende l'atmosfera blue (di nome e di fatto), declinandola sulle immagini di una California che Franco conosce come le sue tasche.
Inconfondibile lo stile, che alterna riprese in esterni, spesso girate in super8, con immagini riprese da uno shooting fotografico di Lindsay Lohan ripresa da Terry Richardson nel celeberrimo hotel Chateau Marmont (di cui su questo blog già si è parlato qui).

Il continuo alternarsi dell'ambiente del jet set hollywoodiano con riprese di una Los Angeles frenetica, spersonalizzante è molto adatto al testo della canzone, e - a ben vedere - anche alla carriera di una band come i R.E.M., così lacerata fra la propria indipendenza artistica e la fama planetaria raggiunta. Un degno addio per la trentennale carriera di una delle band più rispettate della storia del rock.


2012 - Blue
Artista: R.E.M.
Regia: James Franco
Album: Collapse into now (2011)


venerdì 15 febbraio 2013

7 For All Mankind by James Franco - Director's Ads


Non c' due senza tre! Il marchio di jeans 7 For All Mankind rinnova la collaborazione con James Franco, il famoso attore, scrittore e regista californiano.
Nel 2012 Franco aveva già collaborato con il marchio 7FAM realizzando ben 14 corti promozionali destinati al web. Per la stagione spring/summer 2012 era stata girata la serie denominata Episodes of an untitled film, con la partecipazione della top model Lily Donaldson e di numerosi giovani attori ed attrici, fra cui anche Henry Hopper, figlio del mai abbastanza compianto Dennis Hopper. Nell'autunno 2012 l'operazione era stata ripetuta, questa volta il tema era Hollywood Resurrection dove una setta di vampiri glam tentava di riportare in vita nientemeno che Rodolfo Valentino. Anche in questo caso il cast era composto da attrici e modelle fra cui, oltre alla solita Donaldson, spiccava una Lou Doillon che faceva il verso alla madre (Jane Birkin).


Non si tratta di veri e propri commercials nel senso classico, sono più dei corti realizzati con grande libertà artistica, come lo stesso Franco ha dichiarato: "La collaborazione con 7 For All Mankind è stata straordinaria. Ho potuto lavorare come si lavora al cinema, ma in questo caso con un'estrema libertà e autonomia creativa. Siamo stati liberati dalle convenzioni del sistema cinematografico e abbiamo creato qualcosa che è classico e nuovo al tempo stesso".
L'atmosfera generale è molto glamour con un tocco gotico, il tutto illuminato però da qualche ironico "dietro le quinte" qua e là.

Per la primavera/estate del 2013, come dicevo, la collaborazione si rinnova sotto al titolo di A Beautiful Odissey. Questa volta l'ispirazione viene nientemeno che dall'opera del poeta e pittore William Blake e si racconta di un matrimonio su una spiaggia californiana.
Per aggiungere un po' di suspence all'operazione, dopo gli episodi iniziali trama e finale verranno decisi dal pubblico, scegliendo fra tre diverse opzioni proposte dall'autore.
Se quindi volete a buon diritto poter dire agli amici che state girando un film insieme a James Franco, non dovrete fare altro che iscrivervi alla pagina facebook di 7FAM e attendere l'uscita del primo episodio, il 7 marzo prossimo.
Qui sotto trovate il primo teaser, per i prossimi sviluppi continuate a seguire il blog!






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martedì 12 febbraio 2013

Bianca come il latte rossa come il sangue - Read and be Ready


Bianca come il latte rossa come il sangue di Alessandro D'Avenia (qui la recensione che pubblicò a suo tempo Torino Style) è uno di quei libri che riconciliano col mondo: nonostante sia ben scritto e non insegua i soliti stilemi delle storie di "gggiovani" ha avuto un grande e strameritato successo, non solo in Italia.  Evidentemente il mondo non è popolato da gente così brutta come sembra: non solo si legge ancora, ma capita che i lavori di qualità vengano apprezzati e valorizzati, per esempio traendone un film.

Sulla trama vi intratterrò al momento della recensione, per il momento vi basti sapere che si parla di adolescenti che scoprono il "lavoro" di crescere e dei maestri - buoni maestri, una volta tanto - che li aiutano a imboccare la propria strada.


Il film è diretto da Giacomo Campiotti (allievo di Monicelli; molta TV e pochi ma notevoli lungometraggi: Come due coccodrilli e non troppo indietro nel tempo Mai + come prima), è stato girato a Torino nelle aule del rinomato Liceo Cavour e vede la partecipazione del torinese Luca Argentero nel ruolo del "sognatore", il professore di Storia e Filosofia alter ego dell'autore. Il protagonista è interpretato dal giovane Filippo Scicchitano (già apprezzato in Scialla di Francesco Bruni), gli importanti ruoli femminili sono andati a Gaia Weiss e ad Aurora Ruffino.
Grazie ad un'idea dell'autore del libro, piuttosto avvezzo ad utilizzare internet per comunicare con il suo pubblico (qui il suo blog, ad esempio), il casting è stato svolto in modalità social, consentendo a chiunque di candidarsi inviando un video ad una apposita pagina Facebook.

Il Festival di Sanremo ormai imminente ci darà l'occasione di ascoltare in anteprima il tema del film: Se si potesse non morire dei Modà.

foto:  www.profduepuntozero.it

Tradurre in immagini un libro è un'operazione sempre rischiosa, occorre fare scelte difficili e ci si scontra inevitabilmente con la immagine mentale che si è fatto il lettore; per verificare se il progetto può dirsi riuscito non resta che aspettare qualche settimana e andarsi a vedere il film, che è previsto in uscita il 4 di aprile

Dopo anni di fatiche e di crisi non solo economica, non mi sembra male che si ricomincino a girare storie che parlano di responsabilità, speranza e voglia di fare grandi cose. Che ci sia di buon auspicio per un 2013 che si sta già dimostrando anno di grandi cambiamenti.


2013 - Bianca come il latte rossa come il sangue
Regia: Giacomo Campiotti
Fotografia: Fabrizio Lucci
Sceneggiatura: Fabio Bonifacci

venerdì 8 febbraio 2013

Zero Dark Thirty - Seek and destroy


Il team Kathryn Bigelow  - Mark Boal, dopo aver stupito il mondo con The Hurt Locker, rigioca la carta del thriller militaresco raccontando, con uno stile al limite del documentaristico, la storia della individuazione di Osama Bin Laden da parte della CIA e della azione di seek and destroy condotta nella cittadina di Abbottabad in Pakistan. L'operazione, se dal punto di vista storiografico può definirsi rigorosa - al punto da aver generato grandi polemiche durante la recente campagna elettorale presidenziale degli USA e aver dato origine ad una indagine da parte del Congresso - dal punto di vista emotivo non convince quanto il lavoro precedente.

James Clarke - Dan: raccoglie le informazioni

La trama
Siamo nel 2003: Maya, giovane agente assunta dalla CIA al termine del percorso di studi, viene inviata in Pakistan in un campo di prigionia supersegreto dove membri di Al Quaida vengono internati ed interrogati ricorrendo a tecniche di tortura. Lo scopo è quello di smantellare la rete terroristica e prevenire l'attuazione di nuovi attentati terroristici. Il lavoro di Maya consiste nella raccolta di informazioni e nella loro analisi al fine di ricostruire la struttura dell'organizzazione e l'identità dei membri di spicco, spesso coperta attraverso il ricorso a nomi di battaglia. La cattura di Bin Laden diviene per Maya una ossessione che si porta appresso per più di dieci anni, fino a quando - in modo un po' fortuito - non riesce ad individuare il portaordini di fiducia dello sceicco e - seguendolo - a scoprirne il nascondiglio.

Jessica Chastain - Maya: analizza le informazioni

Gli attori
Jessica Chastain (The tree of life, The help, Lawless) dà dell'agente Maya una interpretazione molto intensa. Un vero fiore d'acciaio, sensibile ma proiettata verso l'obiettivo come gli uomini raramente fanno. Alla fine persino la cattura di Bin Laden diventa una questione personale più che un obiettivo strategico della guerra al terrore. Donne così è meglio che stiano dalla parte dei buoni, credetemi.
Jason Clarke e Joel Edgerton sono rispettivamente un agente della CIA specializzato in interrogatori diciamo "estremi" ed il comandante del plotone di specialisti che assaltano il "compound" dove si nasconde il terrorista. Curioso che in un film su una grande ossessione degli Stati Uniti, entrambi i ruoli maschili più importanti siano affidati ad australiani.
Altri attori che qua e là compaiono a illuminare di bravura lo schermo, sia pure in ruoli minori, sono Mark Strong, James Gandolfini, Kyle Chandler e Scott Adkins.

Joel Edgerton - Patrick: trova e distrugge

Il giudizio
Se in The Hurt Locker veniva mostrata la guerra con i suoi effetti psicologici da un punto di vista insolito (quello degli artificieri)  e si usciva dal cinema con la sensazione di avere assistito a qualcosa di estremamente violento ma "autentico", Zero Dark Thirty  pur nella sua fedeltà ai fatti manca di quella tensione morale che coinvolgendo lo spettatore gli fa "vivere" la situazione. A questo punto tanto valeva fare direttamente un documentario. 
Il film non è così violento come credevo leggendo le prime recensioni, diciamo che dal liceo in su si può vedere senza problemi; la ricostruzione di diversi attentati (Afganistan, Londra, l'hotel Marriot di Islamabad) è chirurgica, ma i personaggi non riescono neppure ad indignarsi: vengono semplicemente mostrati arrabbiati o abbattuti per non essere riusciti ad evitarli, come fosse un semplice insuccesso sul lavoro. La CIA da una parte e Al Quaida dall'altra, ognuno fa il proprio (sporchissimo) lavoro, ma la differenza qual'è?
 La grande interpretazione della Chastain viene vanificata dalla mancanza di pathos (se non nella parte della individuazione del terrorista attraverso il cellulare), da motivazioni dei personaggi piuttosto superficiali e da un messaggio che...ecco appunto: con quale riflessione in testa siete usciti dalla sala dopo averlo visto?


2013 - Zero Dark Thirty
Regia: Kathryn Bigelow
Fotografia: Greig Fraser
Scenografie: Jeremy Hindle
Sceneggiatura: Mark Boal


mercoledì 6 febbraio 2013

Director's Ads - H&M Beckham bodywear / Guy Ritchie


Fresco di giornata! Esce oggi su youtube lo spot della collezione estiva di underwear H&M firmata da David Beckham.
Come le signore e signorine lettrici sicuramente ricorderanno, il calciatore inglese è già passato alla storia della moda intimo come modello per la linea di Giorgio Armani; la catena svedese gli ha però offerto di fare un salto di livello firmando una collezione tutta sua.
Dopo aver firmato una "Christmas collection", il bel David ci riprova con la linea estiva.

Guy Ritchie, regista britannico autore di alcuni film stupendi e dei recenti Sherlock Holmes con Robert Downey Jr. e Jude Law, ha come regola professionale quella di girare un solo commercial all'anno, nel quale evidentemente trova un qualche stimolo artistico.

L'unione di questi due uomini spiritosi ed ironici che hanno il pregio di non prendersi troppo sul serio, ha dato vita ad uno spot di ben 90 secondi nel quale Beckham rincorre in mutande (ovvio) l'auto con a bordo i suoi figli, nella quale è rimasta impigliata la sua vestaglia. Durante la rincorsa si succedono diverse divertenti scenette.

Lo stile è quello tipico di Ritchie, roboante ed autoironico. La location è Beverly Hills, perché in fondo sempre di miliardari stiamo parlando.

Secondo quanto dichiarato da Beckham stesso i figli non erano affatto entusiasti all'idea che il padre si facesse vedere da tutto il mondo in mutande e canottiera. Che dire...va bene che così guadagnerà tanti soldi e che a trentasette anni esibisce un fisico più che asciutto, ma li posso pure capire!



Spot: David Beckham Bodywear for H&M collection
Anno: 2013
Prodotto: H&M Underwear
Regia: Guy Ritchie

lunedì 4 febbraio 2013

Flight - Sympathy for the devil


Robert Zemeckis dopo un recente passato fatto di animazione in stop motion (Polar express e A Christmas carol) torna al filmone moralista con il protagonista che riscopre gli autentici valori della vita, con uno script che poggia tutto sulle possenti spalle di Denzel Washington. Il film si compone di due parti ben distinte: una breve ma spettacolare ed esaltante introduzione con l'incidente aereo ed un secondo tempo un po' esasperante nella sua lunghezza, che si concentra sulla dipendenza da alcol del pilota. 


Trama
Il comandante "Whip" Whitaker, un autentico viveur dedito a nottate di alcol e sesso con le hostess compiacenti, riesce a far atterrare in un prato un aereo di linea in gravissima avaria, contenendo al minimo le perdite umane. Subito salutato dai media come un eroe, si trova ben presto sotto processo per aver pilotato sotto l'effetto di sostanze psicotrope, con il rischio di finire in prigione per il resto dei suoi giorni. Durante il ricovero in ospedale conseguente all'incidente conosce una giovane tossicodipendente, Nicole, di cui forse si innamora. Di certo torna a cercarla e la ospita nella fattoria del nonno, nella quale si rifugia per sfuggire all'assalto dei giornalisti. Incapace di affrontare la propria dipendenza dall'alcol, Whip mette in pericolo sia la propria carriera che il sindacato dei piloti, che preme affinché  l'incidente sia attribuito a cause di forza maggiore. Fra tentativi di "ripulirsi" e disastrose ricadute Whitaker dovrà affrontare i propri fantasmi durante l'inchiesta dell'agenzia federale per la sicurezza aerea.


Attori
Denzel Washington impersona con obiettività e senza pregiudizio un comandante Whitaker dalla doppia faccia: sbronzo ma lucido e freddo durante le sequenze dell'incidente. Incredibilmente più interessato a farsi due birrette che a non finire in galera per tutto il resto del film. Bravo, ma la candidatura all'Oscar sembra un po' esagerata.
Kelly Reilly è l'altra faccia della dipendenza, quella di chi vuole davvero uscirne. Brava e bella, l'unico problema in effetti è che è troppo bella e sana per essere credibile come una che si sparerebbe in vena qualsiasi cosa.
Don Cheadle bravissimo nel ruolo dell'avvocato più preoccupato di mantenere il proprio personale score di successi che a sostenere il proprio cliente. Geniale quando "fa pagare" lo spacciatore a Charlie (Bruce Greenwood, che rivedremo presto  nel nuovo Star Trek).
John Goodman: una sicurezza (vi ricordate di averlo mai visto sbagliare una parte?) nel ruolo del pusher Harling, vero devil per cui però non si può provare una certa simpatia.

Colonna sonora
Grandissimi pezzi di Rolling Stones, Beatles, Bill Whiters, Marvin Gaye...una selezione spettacolare degli anni 60 e 70. Le canzoni vengono associate alle immagini in un modo talmente semplice che si sarebbe tentati di definirlo banale. Però funziona eccome!


Giudizio
I primi venti minuti "sull'aereo" sono da cineteca, ma in un mondo in cui il tempo è un bene limitato 140 minuti sono certamente troppi; mezz'ora in meno avrebbe dato al film un maggior ritmo senza perderci un granché nella potenza del messaggio. Con tutto questo tempo a disposizione sarebbe stato bello avere qualche digressione in più sul personaggio dell'avvocato, per esempio.
La provocazione iniziale è interessante: abbiamo un pilota drogato che compie un'azione di straordinaria abilità: è più importante aver portato a casa l'aereo o che non fosse sobrio? Zemeckis parteggia clamorosamente per la seconda ipotesi; i limiti del film sono senza dubbio il moralismo dilagante e una fase centrale che si prolunga più del necessario (sospetto al fine di indurre lo spettatore a stufarsi di Whip, verso il quale è naturale provare una iniziale simpatia). Qua e là compare anche un' accenno di religiosità semplicistica alla "è la volontà di Dio, ma tranquilli, nulla succede per caso", che risulta un po' infantile.
Chi ama l'abilità di Zemeckis  nel creare immagini spettacolari resterà a bocca parzialmente asciutta, chi ne ha apprezzato la poesia in Forrest Gump o in A Christmas Carol resti pure a casa. Flight è un film a tema, un po' prolisso e troppo sicuro delle proprie convinzioni, che fa rimpiangere che lo sceneggiatore non abbia optato per un finale più plausibile, corrosivo e gustoso.


2012 - Flight
Regia: Robert Zemeckis
Sceneggiatura: John Gatins
Fotografia: Don Burgess
Scenografia: Nelson Coates