Viaggio sola è l'ultima fatica di Maria Sole Tognazzi (Passato prossimo, L'uomo che ama). Sceneggiato dalla stessa regista insieme a Ivan Cotroneo e Francesca Marciano, tradisce fin troppo chiaramente l'ispirazione a Tra le nuvole di Jason Reitman, adattandolo per il pubblico italiano.
Margherita Buy interpreta Irene, una "ospite a sorpresa," professionista della valutazione degli alberghi di lusso, nei quali si presenta come una cliente qualsiasi, ne ispeziona diligentemente ogni aspetto del servizio riportandone le caratteristiche su una impeccabile checklist e, dopo aver effettuato il check out, si rivela alla direzione dell'albergo per discuterne insieme il rating. La vita di Irene si dipana ai quattro angoli del mondo di albergo in albergo con brevi soste a "casa". Va da sè che non c'è molto spazio per curare la vita sociale, se si eccettuano una sorella, Silvia, che è un luogo comune (madre di due bambine, sposata con un musicista, sempre attenta al quel politicamente corretto dell'alimentazione "sana" e della "cultura" che spesso tradisce un complesso di superiorità verso a chi la pensa diversamente), e Andrea, il classico "ex con cui siamo rimasti amici", che gestisce un negozio di alimentari bio (peraltro non sempre freschissimi) e che rappresenta l'unico appiglio rimasto con il mondo maschile. La crisi viene innescata da qualche problema con la sorella e da una crisi dovuta al fatto che Andrea sta per avere un figlio con una che ha conosciuto da poco e con la quale non vuole vivere, il tutto catalizzato dal fortuito incontro con Kate, un'antropologa che le apre gli orizzonti sulla parola "intimità". Dopo qualche peripezia Irene capirà come riprendere il filo della propria vita, grazie ad una nuova consapevolezza.
Margherita Buy è elegantissima, sempre vestita benissimo, e particolarmente adatta, secondo me, a rappresentare un personaggio che vive pattinando sul filo che separa la leggerezza dalla disperazione.
Stefano Accorsi è Andrea, quello che si dice un brav'uomo, ma mai diventato del tutto adulto. Non ha particolarmente voglia di prendersi delle responsabilità, ma quando si presenta il bivio sceglie con determinazione la via giusta.
Fabrizia Sacchi (già vista insieme ad Accorsi una vita fa nel quasi inosservato ma bello Ormai è fatta) è la sorella politically correct ansiosa e pasticciona.
Gianmarco Tognazzi è Tommaso, il marito di Silvia: senza voto ma non per colpa sua. Più che recitare gioca a Farmville e si preoccupa dell cena, a parte uno sprazzo di luce nella scena nel letto con Silvia.
Lesley Manville (Segreti e bugie di Mike Leigh e un figlio da Gary Oldman) a dispetto dello scarso minutaggio magnetizza l'attenzione dello spettatore con un personaggio che è il vero perno di tutta la vicenda.
Dopo Una famiglia perfetta e - mi dicono ma non l'ho ancora visto - Amiche da morire, un'altra commedia italiana si distingue per gusto e senso della misura. Era ora!
Film molto al femminile, piacerà probabilmente più alle donne che agli uomini.
Come tutti i lavoratori del lusso, Irene vive in un mondo che normalmente non le apparterrebbe. Quando è da sola nella sua casa piuttosto poco vissuta, cena con una busta di surgelati. Del resto lei il lusso lo valuta, non ne gode. Non è diverso, in effetti è il dito dietro cui si nasconde Silvia, quella che ha fatto (o così pare pensare) tutto "giusto": matrimonio, figli, attenzione ai grandi problemi del mondo e una totale incapacità di capire perchè tutto il mondo "a prescindere" non si comporta come farebbe lei.
E allora la risposta, pare suggerire la Tognazzi, non è nelle rivoluzioni o nell'aderire a ideali alti quanto vaghi, ma nella consapevolezza di chi siamo e nella qualità dei rapporti umani che riusciamo a tessere. Chi trova un amico, chi ha una famiglia - vera o d'adozione - non sarà mai solo, se è capace di accettarsi e di accettare il proprio prossimo per quello che è; l'unica via come cantavano i Morcheeba, is to Be yourself.
Regia: Maria Sole Tognazzi
Sceneggiatura: Ivan Cotroneo, Francesca Marciano
Production design: Roberto De Angelis
bello il video dei Morcheeba...si adatta alla indipendenza solitaria della Buy, che alla fine sceglie comunque di continuare sulla sua strada, senza tentare a tutti i costi di snaturarsi per fare quello 'che è giusto', e quindi dare soddisfazione a chi vive di luoghi comuni e che in fondo è anche un po' invidioso di chi agisce fuori dagli schemi tradizionali...
RispondiEliminae poi basta con 'sta cosa della ricerca della verginità nel mondo dei prodotti naturali che, ahimè, naturali non sono!!
...e in fondo alla sorella è vero che il vestito zebrato sta malissimo!
Ecco, semmai qualcuno si fosse chiesto come andava a finire.... ;-) :-D
Eliminail vestito zebrato non si può guardare!