Appena arrivato in sala Iron Man 3 ha subito sbaragliato la concorrenza sia in termini di incassi totali che di media per sala. Il film è stato preceduto da un battage incentrato soprattutto sul personaggio di Tony Stark, che viene stavolta mostrato in una situazione psicologica del tutto inedita: il dubbio e la sconfitta.
La trama infatti racconta del tentativo di un superterrorista chiamato "Il Mandarino" (in effetti un cattivo molto fumettistico, anche se i richiami al modus operandi ed anche all'estetica del terrore di Bin Laden sono evidenti) di conquistare il dominio del mondo uccidendo - in diretta TV - il Presidente USA e piazzando un suo uomo alla Casa Bianca. Tony Stark, che ha osato sfidare il malvivente, viene ridotto all'impotenza tramite un attacco estremamente distruttivo alla sua villa-officina high tech e dovrà dare fondo a tutte le sue risorse e ricorrere a ogni aiuto possibile per far trionfare il bene (e non ditemi che spoilero perché il lieto fine è scontato già da prima di entrare in sala).
Gli attori sono quelli armai abituali della saga: Robert Downey Jr. è il solito Tony Stark spaccone e geniale, qui con una vena di crisi da stress post traumatico dovuta alla battaglia contro i Chitauri vista nel recente The Avengers. Gwyneth Paltrow è Pepper Potts, la fidanzata/segretaria di Stark: il suo ruolo conquista, insieme a un rinnovato e più profondo rapporto con Tony, la rilevanza che merita ai fini della trama. Guy Pearce aggiunge un cattivo alla sua già nutrita collezione, qui interpreta il geniale ma perverso scienziato Aldrich Killian, bieco sfruttatore del tecnovirus Extremis, capace di potenziare enormemente le capacità fisiche di coloro ai quali viene inoculato. Ben Kingsley interpreta il Mandarino, uno dei villain più sorprendenti e meglio riusciti di tutti i film Marvel, e non dico di più. Come sempre al fianco di Tony Stark troviamo Don Cheadle nei panni del colonnello Rhodes, il pilota di Iron Patriot (una armatura di Iron Man in versione esercito USA) e Jon Favreau in quelli di Happy Hogan, la sospettosa guardia del corpo di Tony.
Jon Favreau in questo capitolo cede la sedia del regista a Shane Black, conservando per sè il ruolo di produttore. Le promesse della vigilia erano quelle di non fare un ennesimo film di combattimenti volanti fra Iron Man e alter ego cattivi più o meno riusciti, ed anche quelle di approfondire psicologicamente il personaggio di Tony Stark. In questo senso la missione può dirsi pienamente compiuta: il film resta un fumetto pieno di azione, colpi di scena e, a tratti, umorismo.
L'idea di mostrare un Tony Stark con il problema della scoperta di avere dei limiti è ottima, così come la caratterizzazione dei cattivi, tutt'altro che scontata.
Sorprendente anche al canzone che apre il film, siamo ad una festa nel 1999 e la musica è quella, indimenticata dai "rimastoni" come me, di Blue (da ba dee) degli Eiffel 65. Un piccolo contributo della mia città ad un grande blockbuster; non metterò la bandiera sul balcone per questo, ma un briciolo di campanilismo non guasta mai.
In un periodo in cui stanno uscendo a raffica film in cui i cattivi tentano di conquistare la Casa Bianca, anche Iron Man ci mette del suo con il rapimento del Presidente. Non mi è chiaro cosa - in questo momento storico - esattamente generi questo sentimento di minaccia verso gli USA, purtroppo i recenti tragici avvenimenti di Boston dimostrano che non è un sentire del tutto infondato.
Come ho già rilevato in Hitchcock, anche qui ci viene mostrata una coppia che oltre a volersi bene funziona al meglio quando fa squadra, al punto da...salvare il mondo. Forse è una cosa che noto io per via della mia situazione personale (come spiego qui) o forse nei momenti di incertezza e crisi è naturale rivolgersi verso quello che ci dà sicurezza, come la nostra metà. L'amore è una forza potente, sempre sottovalutata dai cattivi, ma che può davvero fare la differenza per il finale. Come scriveva Burt Bacharach: It's Love That Really Counts (In The Long Run).
2013 - Iron Man 3
Regia: Shane Black
Fotografia: John Toll
Costumi: Louise Frogley
Scenografia: Bill Brzeski
sì...in effetti a volte vorrei prendere fuoco come Potts...o forse lo faccio già?
RispondiEliminaSolo con i pirati della strada direi... ;-)
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