venerdì 8 marzo 2013

La cuoca del presidente


Sebbene le feste celebrative di categorie generiche come "le donne", "il papà", "la mamma" mi siano sempre parse un po' ipocrite e consumiste, mi piego al conformismo affermando che quella di oggi mi sembra la data ideale per raccontarvi qualcosa di Danièle Mazet-Delpeuch, cuoca francese che ha ispirato questo  La cuoca del presidente

Il film racconta la storia di una rinomata cuoca del Périgord, nel film il nome è Hortense Laborie, che viene chiamata dal Presidente della repubblica francese a preparare i pasti per la sua tavola personale. Fra le inevitabili le gelosie con gli chef che si occupano della mensa per i dipendenti del palazzo, la difficoltà di rapporto con i burocrati  che gestiscono l'Eliseo ed i dietologi che si preoccupano della salute del Presidente e le altrettanto immancabili soddisfazioni vissute inseme al fidato aiutante Nicolas trascorrono due anni intensi e faticosissimi, al termine dei quali Hortense decide di abbandonare il prestigioso posto di lavoro per andare a fare la cuoca in una base scientifica in Antartide, dove potrà ritrovare il senso del contatto umano ed il piacere di vedere sempre apprezzati i propri sforzi.

La cucina del Presidente

Gli interpreti sono Catherine Frot (vista ne La cena dei cretini) nel ruolo di Hortense; l'accademico di Francia, giornalista e scrittore Jean d'Ormesson  (che a 88 anni esordisce come attore) nel ruolo di un presidente della repubblica dallo sguardo ironico e penetrante; il giovane e ancora sconosciuto a livello internazionale Arthur Dupont nel ruolo di Nicolas, il pasticcere ed aiutante di Hortense.

La pellicola è stata girata nel palazzo dell'Eliseo, mentre la location scelta per rappresentare l'Antartide è in realtà l'Islanda
Nel comparto tecnico si distingue la fotografia di Laurent Dailland (Il gusto degli altri, Welcome, Il concerto), molto efficace come sempre.

Hortense fa personalmente la spesa

I produttori ed il regista decisero di girare il film dopo aver letto una articolo sulla Mazet-Delpeuch, ed in effetti la persona ha una vita interessante: proveniente da una famiglia di solide tradizioni gastronomiche (la bisnonna e la nonna erano appassionate cuoche di famiglia), dichiara di  non aver mai cucinato prima del matrimonio (a 19 anni), a 25 era già impeganata nella produzione di manicaretti per ben quattro figli. Inizia a tenere lezioni di cucina  e di confezionamento del foie-gras nel Périgord, sua terra natale. Verso i quarant'anni molla tutto, marito incluso, per andare negli Stati Uniti a tenere lezioni di cucina francese. Lì incontrerà Joël Robuchon, famoso chef che la raccomanda al presidente Mitterand, un gourmet desideroso di avere all'Eliseo una cucina tradizionale e saporita. Danièle si rivela la persona giusta, addirittura in anticipo sui tempi con la sua straordinaria attenzione all'eccellenza delle materie prime ed ai prodotti del territorio che oggi diamo per scontata, ma sul finire degli anni 80 era ancora considerata un vezzo.  Nella realtà il lavoro in Antartide lo ha fatto dieci anni dopo l'esperienza presidenziale, e non è stato così commovente come viene raccontato nel film. Oggi vive e lavora ancora nel Périgord. La donna è coriacea e riservata, ed infatti ha preteso che alcuni dettagli mostrati nel film venissero tagliati nella versione finale, per mantenere Hortense un personaggio più che una rappresentazione di lei come si sente davvero. Danièle ha affermato che il film dia una rappresentazione "onesta" di lei e della sua esperienza come cuoca presidenziale.

Danièle Mazet-Delpeuch oggi

Il film difficilmente segnerà grandi incassi in sala, ma è ben recitato, mostra piatti (lo zuccotto di cavolo e salmone, per la sua apparente semplicità realizzativa, è quello che ha attirato maggiormente la mia attenzione) il cui solo nome fa sognare di delizie gastronomiche e racconta una storia che val la pena di ascoltare. Danièle-Hortense è una donna vera, con i suoi difetti, ma appassionata e competente nel proprio lavoro, capace di decisioni difficili e assolutamente padrona del proprio destino. 

Buon 8 marzo dunque e, se decidete di non andare a vedere questo film, vi suggerisco di passare la serata,che siate uomini o donne, provando a cucinare qualcosa di speciale per le persone a cui volete bene. L'amore è un ingrediente che rende straordinario qualsiasi piatto!


2012  - La cuoca del presidente (Les saveurs du palais)
Regia: Christian Vincent
Food preparation/food stylist: Gérard Besson, Guy Leguay, Elisabeth Scotto
Fotografia: Laurent Dailland
Art Director: Fanny Stauff


4 commenti:

  1. consiglio vivamente la zuppa del povero ;-DDD

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    1. La zuppa del povero (una bagna cauda con aggiunta di verdure in cottura) è un piatto di grande tradizione popolare, molto saporito e sono certo che verrà rivalutato a tempo debito!

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    2. sì certo...ma ricorda che ogni verdura ha una provenienza, e intendo geografica, non 'secondo ripiano del frigo'...

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    3. Ah la tracciabilità, che gran cosa...peccato che nel film la provenienza se la inventi sul momento! ;-D

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