lunedì 15 ottobre 2012

Iron Sky - la recensione


Dopo l'accorato appello rivolto ai miei lettori solo pochi giorni fa, non potevo certo non cogliere al volo l'occasione  di vedere Iron Sky. Per motivi commercialmente insondabili, nella mia zona lo danno solo in due enormi mutlisala. Niente cinemini d'essai, niente Museo del Cinema, etc... Di conseguenza ho dovuto vincere lo snobismo del cinefilo verso gli ipermercati del cinema e farmi un viaggetto in scooter di mezz'ora abbondante verso la cittadina della cintura torinese dove si degnano di proiettare questa inconsueta pellicola. Con mia grande sorpresa la sala (non grandissima) era praticamente piena. Non si finisce mai di imparare, ed il mio stupore ben mi sta!

Gotz Otto e Julia Dietze in versione nazi-fashion

La regia  è di Timo Vuorensuola, giovane finlandese che si è già segnalato per una parodia di Star Trek. Sarebbe interessante vederlo alle prese con una produzione di serie A, perchè la sapienza con cui mischia le carte per dare ritmo ad una trama tutto sommato esile lascia aperto il sospetto che sia uno in gamba davvero.

Gli appassionati di fantascienza e di parodie non rimarranno delusi  dalle città spaziali a  forma di svastica, dalle astronavi dai nomi del tutto non casuali (Götterdämmerung, George W. Bush, Tannhauser) che si muovono nello spazio facendo un rumore simile a quelle di Star Wars, dalla plancia della navicella spaziale USA in stile Star Trek, dall'attacco spaziale su New York condotto rimorchiando asteroidi da sganciare una volta giunti nell'atmosfera. Le astronavi naziste hanno la forma di Zeppelin e viene addirittura citato Il grande dittatore di Chaplin!
In più c'è un modello di colore mandato sulla luna come astronauta per promuovere la rielezione di una presidentessa degli USA con la passione dei trofei di caccia impagliati, nazisti spietati, direttrici di società di comunicazione spietatissime e politici bugiardi (ma che strano...) che passano il tempo a litigare fra loro.Se questo è il mix, potete ben immaginare cosa può farne una mente creativa!

Il cast femminile con Chris Kirby

Gli attori sono molto bravi, ma per ovvie ragioni di budget sono quasi tutti poco conosciuti: , il nome più famoso in cartellone è quello di Udo Kier; pupillo di Fassbinder negli anni 60, in seguito ha lavorato nei filmacci di Warhol e Morrisey, per poi ultimamente collaborare più volte con Von Trier. Con la faccia da cattivo che si ritrova non poteva che impersonare il "Führer lunare" dal nome impronunciabile: con sua grande rabbia nessuno riesce mai a gridare "Heil Kortzfleisch!".
Götz Otto (Il domani non muore mai) è Klaus Adler, comandante delle truppe naziste impaziente di di diventare il prossimo Führer. Christopher Kirby è il modello Washington, che viene "albinizzato" da un buffo scienziato nazista. Grandi ruoli femminili: la biondissima Julia Dietze nel ruolo di Renate, la promessa sposa di Adler che si ritrova a organizzare la campagna elettorale della presidentessa degli USA (una grandissima Stephanie Paul, attrice neozelandese che si produce in un'esilarante parodia di Sarah Palin) basandola sui "valori nazisti". Il problema è che ci viene il sospetto che potrebbe funzionare: "il mondo è malato e noi abbiamo la cura", quante volte ancora dovremo sentire questa frase prima di imparare a pensare che ci sia dietro una fregatura? Da ultimo la supersexy Peta Sergeant, attrice australiana che impersona la direttrice della società di comunicazione incaricata della campagna per la rielezione della presidentessa che si trasforma in comandante della flotta stellare terrestre in tutina di pelle aderente con le piume sulla schiena.

Udo  Kier gioca ad invadere la Terra

Iron Sky è, direi orgogliosamente, un B-movie dall'ottima fattura tecnica, soprattutto negli effetti speciali (potenza della computer graphics che rende possibile qualsiasi cosa a un prezzo ragionevole). 
E' ovvio che chiunque scelga di spendere i soldi del biglietto in una storia di nazisti spaziali votati all'invasione della Terra non può poi lamentarsi che il film non è "serio"; quello che vale il prezzo del biglietto è lo sguardo, dissacrante e assolutamente disincantato, sull'immoralità dei potenti: in questo siamo tutti uguali: nazisti, americani, tutti i rappresentanti presso le Nazioni Unite, in cui sono ovviamente rappresentate tutte le etnie e tutte le culture. Niente da fare: sono (siamo) tutti avidi, prepotenti e bugiardi, pronti a scatenare una nuova guerra mondiale per il predominio energetico.
In tutto questo immenso casino che riflette il mondo in cui viviamo, un tratto secondo me significativo è il ruolo fondamentale delle donne, le vere detentrici del potere che sanno farsi rispettare, se necessario anche a colpi di tacco 12, un arma infallibile e - a volte - addirittura letale!

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