Dopo i risultati insoddisfacenti di Licence to kill la EON si trovò ad affrontare un periodo in cui le difficoltà sembravano sommarsi: da un lato si riaprì una battaglia legale sul copyright della serie 007, dall'altro Albert Broccoli aveva ormai passato la soglia degli 80 anni, il materiale originale scritto da Fleming da cui trarre spunto per le sceneggiature era stato sfruttato fino all'osso. Il diciassettesimo film di Bond, inizialmente previsto per il 1990 con Timothy Dalton protagonista subì continui slittamenti, finchè nel 1994 l'attore ormai demotivato rescisse il contratto. Non ultimo problema, nell'opinione di molti critici il personaggio di 007 era troppo legato alle atmosfere della guerra fredda e non avrebbe potuto trovare spazio nel rinnovato assetto geopolitico seguente la caduta del muro di Berlino.
Ancora una volta la EON seppe dimostrare a tutti i detrattori che si sbagliavano. La produzione del film venne affidata alla figlia di Albert, Barbara Broccoli, che aveva collaborato col padre fin dai tempi di Octopussy, ed al figliastro Michael G. Wilson (figlio della prima moglie di Broccoli e dell'attore Lewis Wilson) già co-sceneggiatore di diversi film di 007. Come nuovo protagonista venne ingaggiato Pierce Brosnan, già preso in seria considerazione come successore di Roger Moore, famoso per l'innata eleganza ed ironia. Quanto al plot, lo sceneggiatore Michel France seppe sfruttare benissimo il periodo caotico ed euforico seguente alla disgregazione dell'Unione Sovietica, dimostrando che un rinnovato 007 avrebbe potuto benissimo trovare posto anche nel mondo moderno. Il titolo, Goldeneye, è il nome della villa jamaicana in cui Fleming passava alcuni mesi tutti gli anni e dove scrisse tutti i libri di James Bond. Oggi la villa, a quanto mi risulta, appartiene a Chris Blackwell, proprietario della Island Records (label discografica di Roxy Music, Brian Eno, Grace Jones, Marianne Faithfull, Tom Waits e U2), che l'ha trasformata in un hotel. Chi programmasse un viaggio ai caraibi dia pure un' occhiata qui.
Izabella Scorupco - Natalya Simonova |
A parte questo, gli stilemi di Bond restano tutti: come auto personale di 007 viene recuperata l'Aston Martin DB5, una vera icona. La sezione Q, interpretato come sempre da Desmond Llewelyn, continua a sfornare gadget letali ed ultratecnologici (un binocolo con trasmissione immagini integrata, una cintura con cavo d'acciaio, un orologio - Omega - che nasconde un laser per tagliare i metalli ed un trasmettitore radio collegato con un detonatore di mine, una biro che cela una potente carica esplosiva).
Famke Janssen - Xenia Onatopp |
Famke Janssen attrice olandese con una passato da modella per Victoria's Secret interpreta una henchmen memorabile: Xenia Onatopp, assassina sadica che ama stritolare le proprie vittime con le gambe. In realtà sarebbe molto più temibile essere presi a calci, perchè la giunonica Famke dall'alto del proprio metro e ottantatre manovra lunghe leve che terminano con piedi taglia 46!
Il ruolo di Bond girl principale spetta invece a Izabella Scorupco, ex cantante di origina polacca ma cresciuta in Svezia. Bellissima e di eleganza innata interpreta la coraggiosa programmatrice russa Natalya Simonova.
Minnie Driver - Irina |
I titoli di testa cambiano finalmente autore: Daniel Kleinman reinterpreta in chiave moderna lo stile che da sempre contraddistingue questa parte dei film di Bond. Il tema principale è la caduta del comunismo, rappresentata da statue di Lenin e Stalin che vengono demolite da figure femminili. Bellissima l'apertura con la camera che "vede" la pallottola arrivarle addosso e poi ne segue la traiettoria e la chiusura dei titoli attraverso la canna di una pistola.
Il tema del film, molto riuscito, è affidato alla bravura compositiva di Bono e The Edge degli U2 ed alle capacità interpretative di Tina Turner, quando si dice voler andare sul sicuro!
Ancora una volta il passaggio di attore protagonista è avvenuto positivamente: restando fedele a sè stesso più che mai, il rinnovato 007 è perfetto per i suoi tempi e pronto per nuove avventure, perchè come scopriremo nella prossima puntata, Il domani non muore mai!
1996 - Goldeneye
Regia: Martin Campbell
Scenografia: Peter Lamont
Costumi: Lindy Hemming
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