Lee Daniels, autore del super-acclamato Precious e del meno apprezzato ma non meno coraggioso The Paperboy, torna sul grande schermo come autore di uno dei film più attesi: The Butler. Si tratta di una sorta di cronologia della emancipazione razziale negli Stati Uniti nel ventesimo secolo vista attraverso gli occhi di un testimone oculare: Cecil Gaines, maggiordomo della Casa Bianca.
La sceneggiatura trae spunto da un articolo sul personaggio principale (il cui vero nome è Eugene Allen) comparso sul Washington Post, A Butler Well Served by This Election. Nel film vediamo il piccolo Cecil crescere in una piantagione di cotone in Georgia, assistendo ai soprusi che portano all'omicidio del padre e alla follia della madre. Cecil viene cresciuto come servitore all'interno della casa dei bianchi padroni della piantagione, per poi trasferirsi l nord per lavorare come domestico in un albergo dove viene notato da un funzionario della Casa Bianca, che gli fa pervenire un'offerta di lavoro.
Divenuto maggiordomo presidenziale vediamo Cecil passare una vita diviso fra un lavoro di cui non può parlare neppure con la moglie, a continuo contatto con i diversi Presidenti che vediamo succedersi nella carica, e la vita privata con il figlio Louis che diventa attivista delle Pantere Nere. Lo scontro fra padre e figlio richiama, in una dimensione privata una divergenza storica fra padri e figli della comunità afroamericana a cavallo degli anni 60: ai padri sembrava di avere ottenuto già molto, i figli rivendicavano una effettiva parità con i cittadini bianchi.
Grandi scenografie, con la Casa Bianca ed i suoi arredi riprodotti fedelmente e belli anche i costumi, molto fedeli alle diverse epoche. La lista degli interpreti è lunghissima: Forest Whitaker interpreta il maggiordomo sfoggiando come di consueto un talento inconsueto, Oprah Winfrey offre una rimarchevole performance nel ruolo della moglie Gloria, al suo fianco per tutta la vita, David Oyelowo è invece un Louis Gaines sempre arrabbiato ma senza cedere alla tentazione della violenza. Lenny Kravitz e Cuba Gooding Jr. interpretano i colleghi ed amici di Cecil. Fra i vari presidenti spiccano Robin Williams (Eisenhower) e Liev Schreiber (Johnson). Impressionante la somiglianza fisica di Jane Fonda con Nancy Reagan. Yaya DaCosta Alafia (interpreta la fidanzata di Louis) meriterebbe una citazione solo per la bellezza mozzafiato, che da sola varrebbe il prezzo del biglietto.
The Butler è un film assai più ambizioso di quanto possa apparire a prima vista; tutti gli eventi più salienti della lotta per i diritti civili dei neri americani vengono citati o ricostruiti; è un vero punto di vista afroamericano sulla storia moderna degli Stati Uniti. A mio parere tuttavia Daniels perde l'occasione di fare un memorabile film corale su una ferita ancora aperta (come purtroppo i fatti di cronoca registrano ancora oggi) e si concentra troppo sulla metafora del conflitto fra padre e figlio; in questo modo si perde un po' nel didascalico senza approfondire davvero i sui personaggi. Senza le intense performance di Whitaker e della Winfrey dubito che il film avrebbe il mordente emotivo che fa scattare le lacrime in sala.
Il film è stato molto penalizzato dalla Academy che non lo ha candidato nemmeno per una statuetta nelle categorie tecniche, probabilmente anche per il confronto con 12 years a slave, che tratta un argomento simile. Però una nomination alla Winfrey o - se non altro - una per i costumi non avrebbero affatto sfigurato. Daniels dovrà accontentarsi del consenso del pubblico e di incassi che ad oggi superano già di cinque volte il budget di produzione.
2013 - The Butler: un maggiordomo alla Casa Bianca (The Butler)
Regia: Lee Daniels
Costumi: Ruth E. Carter
Scenografia: Tim Galvin
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